Pebble, il tempo è scaduto.

8 Dicembre 201614 commenti

La giornata di ieri ha visto trasformarsi in triste realtà i rumor secondo i quali Fitbit sarebbe stata in procinto di acquistare alcune parti fondamentali di Pebble per un pugno di briciole, ma le cose sono andate anche peggio del previsto per l’azienda e i suoi fedeli acquirenti.

Tutto confermato. Con un post su Kickstarter, ieri Pebble ha confermato di aver venduto a Fitbit alcuni “asset chiave” dell’azienda e che “non opererà più sul mercato come compagnia indipendente”. Questo significa che (come anticipato da Bloomberg) Fitbit ha messo le mani sulle parti di Pebble che più riteneva interessanti, ovvero la sua tecnologia, i suoi brevetti e i suoi ingegneri, lasciando la linea di prodotti Pebble e il resto dello staff (come i designer) al loro inevitabile destino: ciò che non è stato assorbito da Fitbit finirà in vendita per contribuire a saldare i debiti accumulati e i dipendenti verranno mandati a casaTutto molto triste, considerata anche la dichiarazione di una persona vicina a Pebble che voleva Citizen vicina all’acquisto dell’azienda per 740 milioni di dollari nel 2015. Fitbit invece ha dovuto sborsare “soltanto” 40 milioni circa per ritrovarsi in casa il cuore del progetto, e lo utilizzerà per migliorare e completare la propria gamma di dispositivi indossabili.

E i milioni di Pebble sparsi per il globo? Al macero, anche se non immediatamente. Il post su Kickstarter ringrazia dolcemente tutti i fan, ma nello stesso tempo spiega senza tanti giri di parole che non ci sarà più alcun supporto per i prodotti Pebble e che ogni tipo di garanzia sui dispositivi acquistati non è da considerarsi più valida. Nudo e crudo: il vostro Pebble ha un difetto, va riparato, sostituito? Bene, avete un fermacarte in più in giro per casa. Nel corso dei mesi seguiranno un simile destino anche tutti i dispositivi funzionanti: non c’è da aspettarsi più alcun supporto software, e nonostante i servizi veranno mantenuti attivi per adesso, Fitbit non ha intenzione di tenere questa linea per sempre.

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Se invece fate parte dei backers che tra maggio e luglio 2016 hanno aderito al nuovo progetto su Kickstarter per la produzione di Pebble 2, Time 2 e Pebble Core e non avete ancora ricevuto il vostro device, temo che dobbiate sapere che non lo riceverete mai. A margine della vendita è stato infatti annunciato il piano di rimborso per tutti i supporter della campagna, in quanto nessun dispositivo verrà più prodotto. Chi rimane in mutande alla fine sono quelli che c’entrano meno in questa storia: gli acquirenti che negli anni hanno dato fiducia a Pebble e i suoi prodotti. Molti stanno dando contro a Fitbit attribuendo all’azienda un comportamento poco corretto, ma a conti fatti bisogna sottolineare che non hanno comprato Pebble, piuttosto si tratta dell’acquisizione di alcuni progetti di una compagnia in grave difficoltà economica che verranno utilizzati in future produzioni. Pebble semplicemente non esiste più, e il supporto a lungo termine dei suoi prodotti sarebbe stato un inutile spreco di risorse. È il business, baby.

Certo, fa male vedere uno dei progetti di maggior successo della storia del crowdfunding scomparire da un giorno all’altro, ma alla luce di questa situazione viene da chiedersi quanto sarebbero potuti andare avanti, ed è questo l’aspetto che fa più male a chi è avvezzo a finanziare progetti online. Voglio dire, se è andata a gambe all’aria Pebble come potremo fidarci in futuro di un altro progetto che prometta e garantisca supporto continuato negli anni? Era bello pensare che una compagnia si potesse sostenere sui propri fan invece che sugli investitori, ma le vicende di ieri hanno gettato qualche piccola ombra su questo tipo di business plan. Io stesso più di una volta ho dato fiducia a questa o quella campagna su Kickstarter e soci, con esiti non sempre positivi e a volte disastrosi, ma fa parte del gioco. Pebble è un discorso diverso: ormai veniva considerato come una realtà consolidata, e una fine drastica e repentina come questa non può che destare stupore e anche un certo fastidio tra i fedeli del marchio.

Non ci resta che farcene una ragione e vedere cosa succederà adesso, tra gli ostacoli di un mercato in piena crisi come quello degli smartwatch e le future mosse di Fitbit sugli indossabili in genere ora che ha in mano questa piattaforma, consapevoli che la favola che tanto ci piaceva si è conclusa. Pebble è morta. Viva Pebble.

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