Isis Anchalee: Facebook credeva fosse una terrorista
La sola “accusa” che si potrebbe muovere nei confronti della ragazza è puramente anagrafica in quanto, per lei, la parola Isis non rappresenta un’ideologia, quanto piuttosto il suo nome. Facebook, tenendo conto solo di questo particolare e senza intraprendere nessun altro tipo di accertamento, ha deciso di bloccarle l’account in maniera preventiva. Isis Anchalee, ingegnere di 22 anni, non resta in silenzio e pubblica su Twitter un messaggio che, in pochissimo tempo, fa il giro del web per via dell’assurda situazione a cui viene ricondotto:
Facebook thinks I'm a terrorist. Apparently sending them a screenshot of my passport is not good enough for them to reopen my account.
— Isis Anchalee (@isisAnchalee) November 17, 2015
Molti utenti, oltre a manifestare la loro disapprovazione ed incredulità per quanto appreso, si mostrano disposti a darle supporto per riaprire il profilo. Un tentativo in proposito era già stato fatto da Isis: secondo quanto riportato nel tweet, nemmeno l’invio di una foto del passaporto era servito, fino a quel momento, per risolvere del tutto la questione. Da sottolineare come la malcapitata, anche prima che si verificasse l’inconveniente, avesse escluso in modo categorico l’ipotesi di cambiare il suo nome per utilizzare il social network, così da aggirare a monte l’ostacolo:
NO I will NOT change my name. Wtf people
— Isis Anchalee (@isisAnchalee) November 16, 2015
Comunque sia, nelle ultime ore, l’account di Isis Anchalee è stato finalmente riaperto, così come indicato nel tweet messo online dalla diretta interessata:
Third time sending in my information is the charm I guess. I'm back in :) pic.twitter.com/m0demGZitw
— Isis Anchalee (@isisAnchalee) November 17, 2015
Chiariamoci: è giusto che, dopo i fatti di Parigi, una piattaforma a vasta diffusione come Facebook promuova particolari iniziative e adotti precauzioni per evitare che dilaghino messaggi non conformi alle regole. In egual modo, bisogna fare molta più attenzione affinché le conseguenze non ricadono su persone assolutamente estranee ai fatti, rischiando di far passare queste ultime per ciò che non sono.