Le applicazioni in questione erano per lo più finti trucchi e hack per il popolare gioco Angry Birds, e non avevano bisogno di permessi di root per prelevare informazioni sensibili (inclusa la cronologia del browser, i bookmark e le informazioni di log, l’installazione e la disinstallazione di shortcut) da inviare poi ad un server remoto. A questo indirizzo potete trovare tutti i dettagli sul malware “Plankton”.
Che Google si decida finalmente ad applicare qualche filtro per garantire una maggiore sicurezza ai propri utenti? Voi usate qualche tipo di antivirus o siete soltanto attenti a leggere ciò che installate (autorizzazioni richieste, download, commenti degli utenti etc.) – come si dovrebbe normalmente fare?