In cerca di buchi neri con lo smartphone: BOINC in arrivo su Android

28 Marzo 201327 commenti

Grazie ad un applicativo, è possibile aiutare la ricerca sui misteri dell'universo con il proprio terminale Android. Sembra fantascienza, ma è quello che chiede un professore universitario americano agli Android-users di tutto il mondo.

Sviluppato originariamente inizialmente su idea di un proprio studente, BOINC (Berkley Open Infrastructure for Network Computing) era inizialmente destinato al sostegno del progetto SETI@home, sfruttando  la potenza dei PC connessi in rete per la ricerca di forme di vita extraterrestri.

Ma il prof. David Anderson, informatico all’Università della California, Berkeley, ben presto si mostrò più interessato alla possibilità di disporre di una potenza di calcolo tanto estesa che al fine ultimo del progetto.

E così, grazie alla dotazione hardware di tutto rispetto dei moderni smartphones, nasce l’idea di un applicativo  destinato ai dispositivi Android che consentisse di sfruttare i moderni smartphones e tablets nell’ambito del progetto BOINC.

L’idea nasce in realtà nel 2008, e tra pochi mesi sarà rilasciata la prima versione stabile. L’applicativo sfrutta il device unicamente quando quest’ultimo è in carica e collegato alla rete Wi-Fi, non incidendo dunque su batteria e costi per connessione dati. Il software è inoltre in grado di auto-disattivarsi quando la temperatura del device diventa troppo alta.

Ma stavolta, non si va in cerca di alieni: la potenza di calcolo raccolta viene infatti destinata al progetto Einstein@Home, che si occupa di individuare pulsar, buchi neri e anomalie gravitazionali nell’universo.

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