Smartwatch: è davvero questo il futuro?

4 Marzo 201457 commenti

Da molte settimane, ormai, leggiamo continui rumors su produttori che si starebbero preparando per lanciare i loro smartwatch, per non parlare del CES 2014 e del MWC 2014, dove praticamente tutti ne hanno presentato almeno uno. Tuttavia, possiamo affermare abbastanza tranquillamente che nessuno ha ancora trovato la cosiddetta "formula perfetta". La domanda che ci poniamo, quindi, è abbastanza spontanea: gli smartwatch sono davvero il futuro? Ne faranno parte?

[Premessa: Quella dei dispositivi indossabili, più precisamente quella degli smartwatch, è una categoria essenzialmente nuova e, quindi, di difficile lettura e previsione. Abbiamo deciso di cominciare l’articolo dando un’analisi personale e approssimativa dello stato attuale del mercato, individuando i problemi principali. Successivamente, analizzeremo gli smartwatch forse più interessanti, indicandone pregi e difetti. Infine, arriveremo ad una conclusione con anche alcune considerazioni della redazione.]

Lo stato attuale del mercato

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Dato che si tratta di un editoriale dove cerchiamo di esprimere le nostre opinioni, se dovessimo riassumere con parole nostre lo stato attuale del mercato degli smartwatch, lo definiremmo come “già saturo di prodotti inutili e (decisamente) noiosi, con solo alcune eccezioni degne di nota“. Soprattutto, si tratta di un mercato molto confuso, dove spesso la categoria degli smartwatch si mischia a quella delle fitness band.
Quasi tutti i produttori, dai più piccoli ai più grandi, hanno presentato di recente “orologi intelligenti” (il CES di quest’anno, ad esempio, ne era pieno), ma quasi nessuno si è ancora stagliato dalla massa.
Non vogliamo lanciarci in un’analisi approfondita e matematica del mercato, anche perchè crediamo fortemente che la nostra descrizione precedente basti per dare un’idea. Se non dovesse bastare, tuttavia, vi scriviamo qui di seguito i soli smartwatch presentati al CES 2014:

  • Intel Smart Watch
  • Pebble Steel
  • Razer Nabu
  • Metawatch META
  • ZTE BlueWatch
  • Omate TrueSmart
  • Magellan Echo
  • Martian Notifier
  • PHTL HOT
  • Archos SmartWatches
  • Kreyos Meteor
  • Sonostar
  • Neptune Pine
  • MyKronoz
  • ConnecteDevice Cogito

Capite, ora, cosa intendevo con “saturo e caotico”? E se fosse proprio per colpa di questi dispositivi “privi della formula perfetta” che la categoria degli smartwatch non prenderà piede?

Il (doppio) problema

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Secondo me, ci sono principalmente due grandi problemi che minano il futuro degli smartwatch. Trattandosi, innanzitutto, di un gadget che si potrebbe descrivere come “accessorio di lusso”, se un cliente ne acquista uno per sondare la categoria e ne rimane deluso, perchè dovrebbe comprarne un altro, in futuro? Come detto poco fa, si tratta di un “lusso”, no?

Il secondo enorme problema è che una buona parte dei produttori ha deciso di rendere compatibili i loro smartwatch solamente con specifici dispositivi, che sia iOS-only oppure, per esempio, Samsung-only.
Ci tengo a scriverlo a caratteri cubitali: GLI SMARTWATCH DEVONO ESSERE COMPATIBILI CON TUTTI I DISPOSITIVI SUL MERCATO. (Per favore, cari produttori, se state leggendo: prendete nota.)

Tranquilli, però. Non è tutto da buttare. Alcuni smartwatch sono decisamente interessanti e ci permettono di scorgere, di intravedere motivazioni per cui questi faranno parte del nostro futuro.
Di seguito analizzeremo, quindi, pregi e difetti del Pebble e della nuova famiglia Gear, e, infine, parleremo anche dei due smartwatch più attesi: l’iWatch e il Google Watch.
(N.B.: avremmo potuto anche aggiungere il Fitbit Force e il Jawbone Up 24, ma sono soprattutto fitness band, non smartwatch.)

Il “re”: Pebble

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Possiamo affermare senza problemi che, attualmente, Pebble è il re del mercato. Questa startup è stata forse la prima a concepire e produrre un dispositivo che potesse davvero interessare al pubblico, seppur non abbia ancora sfondato nel mercato di massa, ma sia “relegato” alle sole cerchie tecnologiche.

La seconda iterazione del Pebble, il Pebble Steel, è certamente un grandissimo passo avanti rispetto al primo modello, soprattutto in termini di design.
Apriamo una piccola parentesi su questa parola chiave, assolutamente uno dei punti critici da trattare. Sono fermamente dell’idea che gli smartwatch, per diventare davvero popolari, dovranno sì avere delle funzioni uniche ed interessanti, ma, soprattutto, dovranno essere belli e personalizzabili. L’orologio, infatti, è un accessorio molto personale (altra parola chiave), che risponde a gusti ben precisi e definiti: c’è chi lo preferisce in acciaio, chi in plastica, chi in pelle. Se gli smartwatch, quindi, non riescono a soddisfare questi gusti, rimarranno un prodotto di nicchia.

Pregi: Tornando al Pebble, le caratteristiche principali condivise da entrambi i modelli (sia il classico Pebble che il Pebble Steel, per intenderci) sono:

  • 5-7 giorni di durata
  • Waterproof
  • Display e-paper, leggibile sotto il sole
  • Possibilità di leggere le notifiche del vostro smartphone
  • LED Backlight
  • Allarme silenzioso
  • Funziona con iOS e Android

Tuttavia, ci sono alcune caratteristiche “specifiche” del Pebble Steel, che sono:

  • LED a 3 colori
  • Display con Gorilla Glass
  • Cinturino in pelle o in acciaio

Se a tutto questo aggiungiamo anche l’apertura di un app store curato da Pebble, allora è facile capire come mai è stato definito il “re del mercato” e, soprattutto, perchè è lo smartwatch più interessante del momento.

Difetti: Non è tutto oro quel che luccica, ma quasi. Infatti, il Pebble di difetti ne ha pochi. Insomma, il design è sicuramente migliorabile, ma siamo sicuramente sulla buona strada. Magari con l’aggiunta di un display a colori e qualche sensore in più potremmo davvero avere lo smartwatch perfetto.

La “famiglia felice”: Gear 2, Gear 2 Neo e Gear Fit

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Con il MWC 2014 appena trascorso, non possiamo non parlare della “nuova” famiglia di smartwatch rilasciata da Samsung: il Gear 2, il Gear 2 Neo e il Gear Fit. E non aggiungete il prefisso “Galaxy“, perchè sbagliereste di grosso in questo caso.

Pregi: Il Gear 2 e il Gear 2 Neo sono i successori naturali del Galaxy Gear e puntano a migliorare e risolvere proprio i problemi di quest’ultimo. Sono, infatti, più leggeri e sottili, hanno la possibilità di cambiare i cinturini e, curiosamente, montano Tizen e non Android. Capiamoci, non cambia sostanzialmente nulla per l’utente finale: il sistema operativo del Gear 2 è praticamente identico (graficamente e funzionalmente parlando) a quello del Galaxy Gear.

Le differenze tra Gear 2 e Gear 2 Neo, in sostanza, sono la fotocamera (presente nel primo modello, assente nel secondo) e, di conseguenza, prezzo, dimensioni e peso (maggiori nel primo, inferiori nel secondo).

Le caratteristiche principali, comuni ad entrambi i modelli, sono:

  • Display Super AMOLED da 1.63″
  • 2-3 giorni di durata
  • Memoria da 4GB
  • Batteria da 300mAh
  • IR blaster
  • Water resistant (ATTENZIONE: è ben diverso da waterproof!)
  • Misuratore della frequenza cardiaca
  • Microfono

L’unica caratteristica specifica del Gear 2, come già detto in precedenza, è la fotocamera.

A mio parere, tuttavia, è il Gear Fit l’annuncio più inaspettato e che ha attirato di più la mia attenzione. Sì, lo so, è ancora uno di quei casi in cui le fitness band vengono confuse e mischiate agli smartwatch, ma trattandosi di un dispositivo incredibilmente bello sotto il profilo del design, ho deciso di parlarne lo stesso.

Il Gear Fit è più piccolo e leggero rispetto ai suoi “fratelli maggiori”, ha un bellissimo display AMOLED curvo e, aggiungo io, ha (quasi) tutte le funzioni che si potrebbero volere da uno smartwatch:

  • 3-4 giorni di durata
  • Water resistant
  • Display AMOLED curvo da 1.84″
  • Misuratore della frequenza cardiaca

Difetti: Il grandissimo difetto comune a tutti e 3 i dispositivi è sicuramente che questi sono compatibili solo con altri prodotti Samsung. Avete un Nexus? Niente. Avete un iPhone? Nada. Avete un HTC One? Nein.

Per quanto riguarda il Gear 2 e il Gear 2 Neo, Samsung deve fare qualcosa per renderli più.. “carini”. Sì, sono decisamente migliorati rispetto al precedente modello, ma ancora non ci siamo del tutto.

L’unico (grande) difetto del Gear Fit, invece, è che l’orientamento dello schermo rende estremamente scomoda la sua lettura e l’interazione. Non è un movimento propriamente naturale, ecco.

Che dire, l’azienda coreana è sicuramente sulla buona strada. Se dovessi azzardare un'”eresia”, però, direi che molti clienti, dopo l’esperienza con il Galaxy Gear, ci penseranno tre o quattro volte prima di acquistare il Gear 2. Ovviamente, tutto dipenderà dalla buona riuscita del marketing di Samsung.

iWatch, la risposta di apple

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Mi dispiace ammetterlo, soprattutto qua su Androidiani.com, ma, se dovessi basarmi sugli attuali rumors e sulla mia personale idea di smartwatch perfetto, l’iWatch di Apple è sicuramente l’orologio intelligente che attendo di più. Sono anche abbastanza convinto del fatto che sarà proprio l’azienda di Cupertino (assieme a Google, magari?) quella che riuscirà ad interpretare correttamente questo nuovo segmento di mercato (sia in termini di design, che di funzioni) e che riuscirà a rendere lo smartwatch “un dispositivo per tutti“. (N.B.: con questo non mi riferisco assolutamente al prezzo, ma alla consapevolezza delle “persone normali”)

Parlando di caratteristiche, sembra che questo sarà molto incentrato sulla salute:

  • Possibilità di leggere la pressione sanguigna
  • Possibilità di leggere i livelli di idratazione
  • Possibilità di misurare i battiti cardiaci
  • Possibilità di analizzare la qualità del sonno
  • Possibilità di leggere altri dati relativi al sangue
  • Possibilità di leggere le notifiche

Intendiamoci, queste non sono funzioni “assolutamente essenziali”, ma finalmente sarebbe qualcosa di diverso dai soliti smartwatch e potrebbero rivelarsi un ottimo motivo per comprarne uno.
In compenso, avrà sicuramente un grande, enorme diffetto: sarà compatibile solo con dispositivi Apple.

Riuscirà Apple a creare una specie di “secondo iPhone”? Se questo contribuirà a migliorare il livello generale degli smartwatch, spero davvero di sì.

Google Watch

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L’unico vero ed ipotetico “rivale” dell’iWatch, a mio parere, sarà lo smartwatch di Google. I rumors su questo misterioso dispositivo si stanno facendo sempre più frequenti, concordando tutti su una presentazione al Google I/O, ma non solo. Infatti, è anche previsto l’annuncio di un nuovo sistema operativo per i dispositivi indossabili, basato su Android, questa primavera.

Proprio qualche giorno fa, sono trapelate in rete le specifiche tecniche del prototipo del 2013, nome in codice Clockwork:

  • Processore Qualcomm APQ8026
  • Display Touchscreen, 1.65″ IPS LCD (240-275ppi)
  • Batteria da 400mAh
  • Bluetooth 4.0
  • 4GB di memoria
  • 1GB di RAM
  • Microfono
  • Sensore a 9 assi
  • Haptic feedback

Il vero punto forte di questo smartwatch, tuttavia, sarà Google Now. La potenza e l’utilità dell’assistente di Big G combinata ad un orologio pieno di sensori.. ne vedremo delle belle, insomma.

Gli unici difetti su cui potrebbe inciampare Google credo che, al momento, siano due: la mancanza di funzioni davvero innovativela durata della batteria.

Ti prego, Google, stupiscici.

Le potenzialità future degli smartwatch

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Parliamo un po’ di futuro, soprattutto delle reali potenzialità degli smartwatch. E’ inutile dire che queste siano davvero enormi, sia per i produttori (in termini di mercato), sia per gli stessi consumatori.

Per quanto riguarda le stime di mercato, gli analisti come al solito sparano cifre che si aggirano attorno alle decine di milioni di vendite per il 2014 e nessuno concorda con le stime dell’altro. La verità, tuttavia, è che tutti gli attuali possessori di smartphone sono potenziali acquirenti. E’ un mercato davvero gigantesco, quindi.

Per quanto riguarda noi consumatori, siamo di fronte ad una nuova categoria, decisamente acerba, ma che cambierà (nuovamente) il nostro stile di vita. Sì, l’ho detto davvero e sì, ne sono convinto. Anche un gesto così semplice ed abitudinario come controllare le notifiche dei nostri smartphone potrebbe essere semplificato e radicalmente modificato. Come? Alzando il nostro braccio e controllando il display dello smartwatch che abbiamo al polso. Tuttavia, manca questa “formula perfetta”.

Cosa dovrebbe avere uno smartwatch per interessarci davvero?

E’ questa la domanda da un milione di dollari, così abbiamo deciso di farla ad alcuni membri della redazione. Ecco le nostre risposte.

Nicholas Orsini:

Secondo me, uno smartwatch dovrebbe soddisfare i seguenti punti:

  • essere comodo ed avere un bel design
  • durare almeno 3-4 giorni
  • avere funzioni “speciali”, come la possibilità di leggere le notifiche, avere alcuni funzioni tipiche del fitness, avere applicazioni e, ovviamente, avere tanti sensori (utili)
  • avere Google Now (nel caso di Apple, Siri)
  • avere facile accesso a Google Maps

Tutto il resto credo che sia incredibilmente inutile e non ci tengo, ad esempio, ad avere una fotocamera su un orologio.

Andrea Baccega:
  • Durata batteria oltre i 3 giorni
  • Visibilità decente sotto la luce diretta del sole
  • Sveglia silenziosa
  • Possibilità di togliere la vibrazione in certe fasce orarie (così se di notte spammano su Hangouts, non ti vibra il polso ogni minuto)
  • Waterproof

Tutto il resto, secondo me, è superfluo.

Sebastiano Montino:
  • Possibilità di leggere le notifiche in modo esteso (tutto o quasi il contenuto di una chat o di una mail, per esempio)
  • Possibilità di interagire fortemente con esso
  • E-ink
  • Water resistant
  • Durata della batteria molto estesa (minimo una settimana!)
  • Essere un minimo customizzabile (qualche app stupida)
  • Avere tutte le classiche impostazioni (allarmi, ecc.)
Enrico Andreoli:
  • La batteria deve durare almeno 3/4 giorni e deve poter essere ricaricata direttamente via cavo, senza accessori esterni (il nuovo Huawei lo fa)
  • Sottile e leggero
  • Leggibile al sole
  • Gestures personalizzabili per andare indietro nei menù in modo rapido e fluido
  • Avere tutto ciò che ha uno smartphone Android, soprattutto il Play Store
  • Resistente all’acqua totalmente
  • Se è possibile fare chiamate, che almeno l’audio sia buono

Conclusione

Dopo tutto questo (forse un po’ troppo lungo?) ragionamento e queste analisi personali, la risposta alla domanda iniziale è certamente , questo sarà davvero il futuro, qualcosa che cambierà il nostro stile di vita e le nostre abitudini. Attenzione: lo smartwatch non sostituirà il nostro smartphone, non è pensato per quella funzione e, forse, è proprio questa convinzione che ci fa essere così scettici di questo dispositivo. Basta solamente saper aspettare e non affrettarsi a giudicare quanto è possibile vedere ora.

E spero di non sbagliarmi, perchè il futuro (tecnologico) che mi immagino è veramente fantastico.

[P.S.: Avrei voluto parlare anche di altri smartwatch, ma già è venuto lungo così, non immagino se analizzavo altro!]

Fateci sapere cosa, secondo voi, deve avere lo “smartwatch perfetto” nei commenti! Siamo davvero interessati!

 

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