Nokia: vita, morte e rinascita di un brand [Editoriale]

17 Giugno 20187 commenti

Questa settimana ha suscitato il mio interesse il caso di Nokia: prima re del mercato, poi semplice comparsa ed ora in cerca di rilancio. Riuscirà a tornare ad essere il colosso di un tempo?

Nokia ha fatto il suo ingresso nel mercato della telefonia agli inizi degli anni ‘90 ed è riuscita ben presto ad associare il suo nome a prodotti ricchi di funzioni e di ottima qualità: autonomia eccezionale, dimensioni contenute e una resistenza che ha quasi del leggendario (chi non ha mai visto un meme che non abbia come protagonista l’indistruttibile 3310 alzi la mano).

Anche con l’avvento dei primi telefoni con touchscreen la casa finlandese ha saputo tenere testa ai concorrenti grazie a device come il Nokia C7 o il 5800, equipaggiati con Symbian OS, capace di raggiungere, nel suo periodo di massima espansione, un market share pari al 37%. Il sistema operativo finlandese, tuttavia, presentava dei limiti piuttosto evidenti ed è finito schiacciato dalla concorrenza di iOS e Android. Per rilanciarsi l’azienda, anziché lasciarsi tentare dall’adozione del SO del robottino verde, ha preferito scommettere sul Windows Phone di Microsoft, esordendo nel 2011 con il Lumia 800. La scelta, come sappiamo, non si rivelò felice e la divisione smartphone di Nokia fu venduta società fondata da Bill Gates, che ha deciso di insistere sul proprio sistema operativo mobile, senza mai riuscire a ritagliarsi una consistente fetta di mercato. Gli smartphone Lumia escono infatti di produzione nel 2016.

La storia, a questo punto, la conosciamo più o meno tutti: HMD Global acquista in licenza il marchio Nokia, presentando a fine febbraio 2017, in occasione del Mobile World Congress, i suoi primi tre smartphone basati su Android: Nokia 3, 5 e 6, seguiti, pochi mesi più tardi, dal top di gamma Nokia 8, dal Nokia 7 e dall’entry level Nokia 1.

Il brand sembra ancora godere di una buona reputazione tra gli utenti: solo nell’ultimo quarto del 2017 sono stati venduti 4.4 milioni di smartphone marchiati Nokia, cifra che rappresenta l’1% del market share globale ed il 3% di quello europeo. La quota relativa al Vecchio Continente sale al 3.5% nel primo quarto del 2018, con 4.1 milioni di unità vendute.  Si tratta di numeri certamente risibili se visti in termini assoluti, ma estremamente significativi se si considera che sono stati fatti registrare da un marchio (ri)nato poco più di un anno fa e che ha messo in commercio solamente 6 modelli, nell’ambito di un mercato che ha visto, nel primo trimestre di quest’anno, un calo nelle vendite pari al 6.3% rispetto agli ultimi 3 mesi del 2017.

Pare quindi che ci siano buoni presupposti affinchè la grande scommessa di HMD Global risulti vincente. Possiamo quindi andare ad esaminare, alle condizioni attuali, i motivi per cui il brand Nokia potrebbe prepotentemente tornare alla ribalta e quelli che invece potrebbero frenare l’ambiziosa scalata di HMD.

 

Perché HMD Global potrebbe farcela

I futuri device potrebbero avere successo innanzitutto perché un brand come quello di Nokia è già molto noto tra i consumatori, è riuscito nel tempo a guadagnarsi la loro fiducia e gode di un’ottima reputazione. Non ci sarebbero, o sarebbero comunque più contenute, le stesse resistenze che talvolta incontrano alcuni nuovi marchi nel processo di affermazione sul mercato.

Non va poi dimenticato come HMD Global abbia puntato molto sugli aggiornamenti, che rappresentano il tallone d’Achille di praticamente tutti i principali produttori. L’azienda ha infatti promesso updates tempestivi e costanti nel tempo: tutti i dispositivi ad oggi commercializzati, compreso l’entry level Nokia 1, saranno aggiornati ad Android P.

Sempre dal punto di vista software,l’azienda finlandese ha deciso di offrire sistema operativo praticamente stock, senza personalizzazioni invadenti, fatto che gli amanti della Google Experience non possono che apprezzare.

L’hardware offerto, poi, quantomeno sul flagship Nokia 8 risulta essere di tutto rispetto. Lo smartphone è veramente ben costruito e, nonostante alcune piccole incertezze, si comporta benissimo nell’utilizzo quotidiano, garantendo la fluidità e reattività che ci si aspetta da un top di gamma. Il prezzo al momento del lancio non era proprio stracciato, ma i 599€ richiesti erano sicuramente molti in meno rispetto a diversi competitors.

Nokia 8 Sirocco è arrivato, l'annuncio di HMD Global

 

Un aspetto sul quale penso il produttore insisterà, sulla scia dei concorrenti, è il comparto fotografico. La partnership con Zeiss, infatti, è sempre viva e ha permesso in passato di realizzare fotocamere davvero pregevoli che hanno fatto molto parlare di sé (ricordate i 41MP del Lumia 1020?). Sicuramente da questo punto di vista c’è da aspettarsi grandi passi in avanti.

Perché HMD Global potrebbe non farcela

Innanzitutto va ricordato che per imporsi realmente sul mercato occorre una strategia aziendale a lungo termine, nell’ambito della quale sono indispensabili ingenti investimenti che potrebbero anche portare la società a scendere al di sotto del punto di pareggio. Resta quindi da vedere le possibilità (e la volontà) da parte dei soci di procedere in questo senso: sgomitare in un mercato molto competitivo o limitarsi a ritagliarsi una piccola fetta, comunque sufficiente a conseguire un utile tutto sommato soddisfacente?

Va poi precisato che, in primis, la conquista di una posizione di rilievo passa anche (se non prevalentemente) attraverso il successo ottenuto sui mercati emergenti e che, in secundis, la fascia media è attualmente oggetto di attenzioni sempre maggiori da parte dei principali produttori.

Questo significa necessariamente dover produrre dispositivi di fascia media con un rapporto qualità/prezzo particolarmente elevato. Impresa ardua, vista la presenza, su tutti, di un gigante come Xiaomi: gli attuali medio-gamma finlandesi non sono in grado di reggere il confronto con i Redmi.

Non bisogna poi trascurare l’aspetto relativo ai costi degli aggiornamenti software: un conto è mantenere al passo coi tempi un parco di sei dispositivi, tutto un altro è fare lo stesso quando gli smartphone da seguire incominciano a moltiplicarsi.

conclusioni

Personalmente credo che HMD Global abbia tutte le carte in regola per riportare Nokia tra i grandi.

Per raggiungere l’obiettivo servirà però stare al passo dei competitors, seguendo, ad esempio, gli sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale, introducendo innovazioni distintive e, perché no, realizzando un proprio ecosistema in grado di fidelizzare gli utenti e di offrire servizi di cui sia davvero difficile fare a meno una volta provati. Scelta intelligente potrebbe essere anche quella di ascoltare in misura maggiore la clientela, cercando di accontentarla, ad esempio, nelle scelte di design (qualcuno ha detto notch?) oppure nel mantenimento di features giudicate ancora utili ma accantonate da altre aziende (jack da 3.5mm, ad esempio).

Il tutto, naturalmente, dovrebbe avvenire resistendo alla tentazione di aumentare i prezzi di vendita degli smartphone (o, cosa che a noi consumatori sicuramente non dispiace, cercando di ribassarli ancora, perlomeno di qualche decina di euro).

Ovviamente i punti interrogativi sullo sviluppo futuro dell’azienda sono molteplici e solo il tempo potrà darci tutte le risposte. Tuttavia il mio augurio è che un brand storico come Nokia possa riuscire a tornare in auge e ad occupare un posto di rilievo all’interno del mercato.

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