Originariamente inviato da
Zangetsu
Ciò a cui ti riferisco, credo, sia puro senso di cameratismo popolare tra gli abitanti delle isole nati con determinati valori e tradizioni che li portano ad esaltare il senso di appartenenza ad un territorio unico, ciò li rende un po' tutti fratelli. Questo cosmopolitismo tra isolani è quello che manca proprio alle altre regioni, quali la Lombardia...che scusami un po', parlando di esperienze dirette, ti dico che gli abitanti delle altre regioni hanno un po' troppo la puzza sotto il naso, ed il problema è che questa puzza permane anche tra loro. Siciliano attaccatissimo alla terra d'origine è stato Vincenzo Consolo (purtroppo sconosciuto tra i siciliani stessi e tradotto in quasi tutto il mondo), nonostante si fosse stabilito a Milano.
"Io non so che voglia sia questa, ogni volta che torno in Sicilia, di volerla girare e girare, di percorrere ogni lato, ogni capo della costa, inoltrarmi all'interno, sostare in città e paesi, in villaggi e luoghi sperduti, rivedere vecchie persone, conoscerne nuove. Una voglia, una smania che non mi lascia star fermo in un posto. Non so. Ma sospetto sia questo una sorta di addio, un volerla vedere e toccare prima che uno dei due sparisca."
Questo passo tratto da una sua opera esplica perfettamente la bellezza dell'attaccamento alla propria terra, come dicevi tu, quasi come se il Siciliano fosse attaccato alla propria terra mediante un cordone ombelicale.
Comunque, io amo la mia terra, i luoghi, le tradizioni, i valori e per certi versi anche la lingua...ma non tutti coloro che la abitano. Il luogo comune del "terrone", in senso dispregiativo, a volte può risultare anche veritiero...purtroppo.
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