Google Play: uno store che può (e dovrebbe) migliorare

3 Aprile 201458 commenti

Era il lontano 22 ottobre 2008 quando Google ha ufficialmente lanciato Android Market, lo store che avrebbe dovuto contenere tutte le applicazioni compatibili con il robottino verde e che, soprattutto, avrebbe avuto l'arduo compito di fronteggiare l'App Store di Apple. Qualche anno più tardi, precisamente il 6 marzo 2012, questo venne ribattezzato con il nome che tutti conosciamo oggi: Google Play. In quest'arco di tempo, lo store di Big G è decisamente cresciuto e migliorato sotto molti aspetti, implementando ad ogni suo aggiornamento numerose funzioni utili sia per gli sviluppatori, sia per gli utenti. A pochi giorni di distanza dal secondo anniversario della sua nascita, abbiamo deciso di soffermarci a riflettere su cosa può (e dovrebbe) migliorare.


Una ricerca avanzata e contestuale

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Come ben sappiamo, Google è famosa in tutto il mondo per il suo motore di ricerca, tant’è che la mission dell’azienda californiana è proprio quella di “organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e utili”. Tuttavia, ricercare qualcosa su Google Play non offre ancora la medesima esperienza che possiamo provare ricercando qualcosa su internet. Lo store di Big G, infatti, possiede ormai milionimilioni di applicazioni e molte di queste, pur essendo dei “piccoli capolavori”, passano totalmente inosservate perchè letteralmente seppellite. E’ vero, se cerchiamo, ad esempio, la parola “Twitter”, la prima app che appare tra i risultati è proprio il client ufficiale del social network, ma non è assolutamente quella a cui mi riferisco.

Innanzitutto, mi piacerebbe vedere un’opzione di ricerca avanzata, in cui l’utente può scegliere di impostare alcuni parametri al fine di individuare un potenziale gruppo di applicazioni a cui è realmente interessato. Potremmo, ad esempio, fare delle ricerche basate sul paese o sulla data di creazione di un’app, per che età è consigliata, sul numero di download totali o se è compatibile con il nostro dispositivo. Sarebbe, insomma, incredibilmente utile per chi fosse interessato a tutte le applicazioni sviluppate in Italia o per quei genitori che vogliono trovare dei giochi adatti ai loro bambini.

Inoltre, mi piacerebbe anche vedere un’ampia ricerca contestuale. Se, nella barra di ricerca, scriviamo “news reader”“giochi d’azione” o “cucina francese”, vorrei che Play Store mi desse come risultati tutte quelle applicazioni che sono inerenti al contesto fornito. Si tratta di un lavoro altamente complesso, ma che sono certo Google possa compiere. Come? Diciamo che non sono un esperto in questo campo, ma avrei, comunque, tre opzioni plausibili:

  1. tramite keywords, date dagli sviluppatori stessi al momento della pubblicazione;
  2. tramite una più ampia selezione di collezioni, di cui tratterò nel dettaglio nel prossimo paragrafo;
  3. tramite un qualche algoritmo speciale che solo a Mountain View potrebbero pensare e che dovrebbe analizzare tutte le applicazioni per poi assegnare ad ognuna di esse delle parole chiave per contesti specifici.

Una ricerca simile e così potente non solo sarebbe di incredibile aiuto a noi utenti, permettendoci di scovare più in fretta quello che stiamo cercando, ma andrebbe anche sicuramente ad aiutare gli sviluppatori, evitando così che le loro applicazioni vengano dimenticate per sempre.

[Tutto questo può anche essere esteso al campo musicale, letterario o cinematografico. Una ricerca avanzata aiuterebbe sicuramente a trovare, ad esempio, tutti i film usciti nel 2013 o diretti da uno stesso regista, mentre la ricerca contestuale sarebbe estremamente utile, ad esempio, per cercare canzoni per una serata romantica o libri di cucina giapponese.]

“collezioni”: un Google Play più curato

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Essendo un ex-utente iOS (e, di tanto in tanto, utilizzando un qualche prodotto della mela morsicata), una cosa di cui sento molto la mancanza è di come Apple curi in modo così dettagliato e, quasi, maniacale il suo App Store. Ogni sette giorni, infatti, si possono trovare una o due app della settimana (“Scelta dalla redazione”) e, soprattutto, nuove “collezioni“, cioè raccolte di alcune delle applicazioni preferite da Apple per un determinato contesto. In questo momento, ad esempio, possiamo trovare “Le basi della produttività”“Rompicapo popolari”Questo è proprio quello che vorrei vedere da Google. E’ vero, ogni tanto Big G crea una sezione speciale, come, di recente, “App da viaggio” o “App: fitness e benessere”, ma non siamo certamente ai livelli di Apple.

Una maggior presenza di collezioni nel Play Store potrebbe anche aiutare proprio quella ricerca contestuale chiesta nel paragrafo precedente: se Google conosce già quali sono le migliori applicazioni per chi ama viaggiare grazie ad una sua collezione sull’argomento, allora potrà presentare queste come risultati di una ricerca che come parola chiave ha “viaggio”.

Ancora una volta, non solo questo migliorerebbe la situazione per gli utenti, che così potranno scoprire facilmente nuove app per un determinato contesto, ma sarà anche un grande incentivo per gli sviluppatori ad essere creativi ed innovativi, così da poter essere sponsorizzati da niente di meno che Google.

Questo è decisamente un punto fondamentale per il Play Store, ma che richiederebbe uno sforzo ed un utilizzo di risorse non indifferente.

[Anche in questo caso possiamo tranquillamente estendere questa richiesta alle altre categorie di Google Play. A Mountain View, infatti, potrebbero creare delle collezioni per l’anniversario della scomparsa di Bob Marley, ad esempio, o celebrare l’uscita di un film al cinema proponendo tutte le altre pellicole dirette dallo stesso regista.]

Maggior controllo: un Google Play più sicuro e “pulito”

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Ammetto di non essere né un fan dell’approccio “super-controllato” di Apple, né di quello chiunque-può-pubblicare-qualsiasi-cosa” di Google. A mio avviso, a Mountain View dovrebbero cercare di trovare una via di mezzo. Certo, il fatto che tutti possano distribuire applicazioni sul Play Store senza che ci siano degli specifici controlli ha sicuramente dei vantaggi, come, ad esempio, il non dover attendere giorni (o settimane) perchè Google approvi un aggiornamento o una nuova app. Tuttavia, bisogna ammettere che questo metodo porta anche alcuni svantaggi. Big G dovrebbe semplicemente dare un (ulteriore) giro di vite, così da evitare di avere nello store 2568 cloni di Flappy Birds o applicazioni che si vede lontano un miglio che sono state pensate per qualcosa che non è esattamente scritto nella descrizione.

Anche questo, come la richiesta precedente, richiederebbe un notevole sforzo e bisogna anche ammettere che, rispetto all’inizio, Google è molto migliorata sotto questo aspetto. Diciamo che vorrei vedere ulteriori passi in avanti, evitando di diventare, però, esattamente come Apple.

Google Play “Beta”

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L’anno scorso, Google ha reso più facile agli sviluppatori il compito di distribuire le versioni beta delle loro applicazioni agli utenti, il tutto grazie alle community di Google+. Questa è stata una mossa decisamente apprezzata da tutti, ma che non manca di qualche (piccolo) problema. Quello che vorrei realmente vedere è una sezione a parte nel Play Store chiamata, appunto, “Beta”. Il motivo principale per questa richiesta è la difficoltà nel trovare o sapere quali sono, effettivamente, le applicazioni che fanno uso di versioni beta.

Una soluzione simile potrebbe avere un qualche problema tecnico da affrontare, ma basterebbe anche semplicemente indicare una lista di app che supportano una versione beta e che, una volta selezionate, rimandano l’utente alla specifica community.

Questo, sicuramente, incentiverebbe sempre più sviluppatori a rendere disponibili le versioni beta al pubblico e, soprattutto per l’azienda di Mountain View, darebbe anche un buon motivo agli utenti, che magari non sono a conoscenza di questa possibilità, ad andare ed usare Google+.

La possibilità che una cosa simile accada non è nemmeno del tutto remota, dato che Google sta cercando di unire sempre più aspetti del Play Store con il suo social network. Comunque vada a finire, sono decisamente convinto che l’attuale situazione delle applicazioni in versione beta vada migliorata in un qualche modo.

Google Play: un posto per bambini

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Si tratta di una richiesta di minor rilievo, ma che, non per questo, dev’essere considerata meno importante. Personalmente, vorrei che a Mountain View decidessero d’implementare una specie di Google Play per Bambini. Questo dovrebbe offrire, la prima volta che si accede, varie impostazioni configurabili dal genitore, come, ad esempio, l’età del bambino (in modo che, automaticamente, lo store crei una selezione di contenuti multimediali adatti), se si è interessati solo a sezioni specifiche di Play (libri, musica, app o film?) oppure se si vuole che, per scaricare qualsiasi cosa, venga richiesta una password. Soprattutto, Google dovrebbe curare personalmente questo Play Store, controllando a fondo ogni contenuto che s’intende pubblicare.

Questo non solo andrebbe a creare uno spazio sicuro per i bambini, che, così, eviteranno di scaricare materiale non consono alla loro età, ma potrebbe anche essere un incentivo a portare più contenuti per l’infanzia su Google Play, dato che, al momento, iOS è decisamente avanti.

Per chi ha figli sarebbe sicuramente una manna dal cielo e, soprattutto, i genitori potrebbero sentirsi sicuri a lasciare il loro tablet Android, ad esempio, al loro bambino.

Commenti e recensioni di Play Store stranieri

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Anche questa richiesta può essere considerata come di minor rilievo, ma se ci pensate attentamente, non è da sottovalutare. Infatti, credo che sarebbe estremamente utile avere la possibilità di leggere i commenti e le recensioni di Play Store stranieri. Non so a voi, ma a me è capitato, di tanto in tanto, di trovare un’applicazione, magari famosa in America, ma che, in Italia, ha zero votazioni. A quel punto, sarebbe bello avere un menù a tendina che, una volta selezionato, ci permettesse di leggere i commenti di paesi diversi.

Probabilmente questa è una funzionalità che difficilmente vedremo implementata, ma la speranza è l’ultima a morire, no?

[Questa funzionalità potrebbe essere facilmente estesa anche alle altre sezioni di Google Play, dove, forse, sarebbe ancora più utile. Molto spesso, infatti, mi è capitato di imbattermi in film senza recensioni e, sicuramente, mi sarebbe piaciuto leggerne qualcuna dallo store americano, ad esempio.]

Questi sono, quindi, i miglioramenti che Androidiani.com vorrebbe vedere in Google Play. Quello, forse, più importante, secondo me, è la ricerca avanzata e contestuale, perchè andrebbe davvero ad aiutare tutti e, soprattutto, potrebbe tentare d’interrompere quel fenomeno che sta preoccupando tutti gli store digitali, ossia il sovraffollamento delle applicazioni.

E voi, invece? Ci sono dei miglioramenti che vorreste vedere in Google Play? Fatecelo sapere nei commenti!

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