Secondo fonti locali, Anthony Levandowski, ingegnere che si occupa del progetto self-driving car di Google, sarebbe infatti stato preso di mira da un gruppo di manifestanti, denominato Counterforce, attraverso atti di stalking e la diffusione di un depliant nel quale si sostiene che il lavoro di Levandowski sia in realtà destinato alle forze militari statunitensi.
Levandowski viene accusato di “voler portare la sua utopia cyber-capitalista a Berkeley” a causa del recente acquisto di una proprietà destinata all’edificazione di un complesso abitativo. Nel volantino sono inoltre contenuti inquietanti dettagli sulla sua routine mattutina, oltre a pesanti giudizi sulla sua personalità.
Il clima a San Francisco, dunque, si scalda sempre di più, proprio mentre le autorità hanno stabilito che le tech companies dovranno pagare un dollaro al giorno per ciascuna fermata pubblica utilizzata dai loro servizi-navetta privati. Nessun commento in merito è giunto da Levandowski o da Google: Big G ha però dotato i suoi autobus di un servizio di sicurezza privata, e sta vagliando la possibilità di utilizzare trasporti su rotaia.