HTC, ed ora che cosa succederà? [EDITORIALE]

31 Marzo 201554 commenti

E’ primavera, cambiano le stagioni ed anche i dirigenti... è un periodo in cui si parla molto, nel bene o nel male, di HTC, delle sue scelte e dei suoi prodotti. In questo editoriale proviamo a fare il punto della situazione ed a trarre le nostre considerazioni.

Tutto ebbe inizio circa 2 mesi fa, con l’ormai famosa frase “Utopia in progress. Join us to see what’s next”. Allora non sapevamo nulla del reale significato di tali parole, solo che rappresentavano l’invito ad un evento previsto il primo marzo, nel quale non era neanche chiaro se, all’MWC, avessimo visto un nuovo smartphone o meno.

La certezza era, però, che HTC fosse tenuta a cambiare strada, forte – anzi debole – delle voci circolanti da tempo circa il design poco innovativo di M8, rivelatosi molto simile al predecessore M7.

Uno spiraglio si era aperto dopo aver visto i vari render che sembravano davvero rispecchiare i desideri di tutti. Un nuovo stile, una ventata di aria fresca per ritornare “a dar fastidio” con decisione a Samsung ed agli altri competitors. Invece? Invece nulla, prima le foto hands-on, poi le varie – tristi – conferme a queste, hanno ucciso in un attimo “tutte le scimmie” e fatto calare, insomma, l’enorme hype che si era creato attorno a One M9 (chiamato Hima a suo tempo).

Ma non era ancora detta l’ultima parola, ‘se non vedo non ci credo’ predicava San Tommaso, e forse faceva bene, nonostante tutto anche Jeff Gordon, Senior Global Online Communications Manager della casa taiwanese, continuava a ripetere che il primo del mese di marzo avremmo visto qualcosa di differente da tutte le idee presenti nella testa di ognuno di noi, si ma cosa? Jeff, cosa?

L’immagine seguente vale più di mille paroleHTC, one m7 m8 m9Ho partecipato personalmente all’evento di presentazione di One M9, posso testimoniare l’atmosfera, le sensazioni che si provavano in sala. HTC è molto brava a creare il giusto ambiente, luci soffuse, proiettori e stelle artificiali unite ad un grande palcoscenico con enormi loghi aziendali ovunque. Il tutto celato da un alone di mistero.HTC, one m9Comincia la presentazione, si parla dello stato attuale dell’arte, vengono mostrati vari filmati, poi finalmente comprare una sagoma nera accanto ai precedenti One, seguita da vari giochi di luce e poi, eccolo, One M9.htc one m9Credetemi, una volta mostrata quell’immagine mi sono sentito catapultato nella mia Napoli. La reazione generale può essere sintetizzata in un unico “wuaaaaa”, espressione di disappunto, segno del venire meno di ogni speranza.

Solito fiume di fotografie, panoramica sulle funzionalità – anche queste già note – e poi si cambia argomento. Si passa a parlare di HTC Grip e di Vive, gli unici due prodotti esenti da leaks. Si sono rivelati oggetto in grado di catturare l’attenzione di coloro che, sconsolati, si erano già buttati sulle bozze dell’articolo per le rispettive testate, ragion per cui sull’argomento ci ritornerò più avanti.

Terminato il Keynote vengono rimosse le barriere protettive presenti alle nostre spalle ed apprendiamo che li dietro vi erano posizionati qualcosa come 200 One M9, accesi e pronti ad essere assaliti da fotografie, video e rapidi hands-on live. Mi stupisce il fatto di non aver dovuto minimanente attendere per averne uno tra le mani, da testare a fondo per una buona mezz’ora, fotografare e confrontare con il mio attuale One M8. L’ambiente, tutt’intorno, appariva tranquillo, sintomo della delusione generale che aleggiava nel pubblico, al punto che molti device adibiti alla prova erano rimasti inutilizzati. Nel frattempo i miei colleghi Stefano ed Enrico, presenti all’evento Samsung, mi raccontavano di come stessero avanzando lentamente, immersi in una lunga fila per entrare nell’Unpacked di S6 ed S6 Edge. A voi le considerazioni.

Era evidente che questo One non ci aveva convinti, tant’è vero che due giorni dopo sono voluto tornare allo stand HTC, presente in fiera, per rivederlo meglio, poichè, da grande fan del brand, non potevo andarmene cosi, con l’amaro in bocca. Difatti, ho pensato anche di eseguire un confronto più approfondito (qui documentato) in modo da capire, se davvero sarebbe valsa la pena di proseguire con il salto generazionale e sostituire il mio M8 con il nuovo nato. Sono ritornato dall’MWC con un netto NO stampato in fronte. Attenzione, non sto affatto screditando l’M9, ottimo terminale nel suo complesso, ma ne sconsiglio l’acquisto a chi, come me, possiede già un buon terminale HTC. Correrà il rischio di spendere una cifra non indifferente e ritrovarsi con differenze nulle o quasi rispetto al proprio attuale dispositivo.

Tutt’altro discorso se si entra per la prima volta sotto il marchio ‘quietly brilliant’ , in quanto M9 ne rappresenta la porta di accesso decorata con i materiali più pregiati, ottimo come ogni top di gamma offerto dalla casa.

Poca fantasia o poco coraggio?

google project araRitorniamo li dove eravamo rimasti: la mancanza di innovazione. Parola predominante sulla bocca di tutti in quest’ultimo mese, se non ché, tutto ciò che HTC ha ottenuto, sono stati un mucchio di volti delusi, di persone che avevano già il salvadanaio pieno e pronto ad essere intaccato, e che sono rimaste con (non che sia un male) i soldi in mano ed una domanda in testa: “ e ora che faccio? ”. Non ci ha convinti HTC. Si parla di One M9 Plus, One E9, E9+ e di un nuovo Desire, le idee ci sono ma nessuna di queste sembra rappresentare l’upgrade tanto sperato dal grande pubblico.

Che cosa è successo? Probabilmente i “musi lunghi” sono arrivati fino in Taiwan dove, sicuramente anche per altri mille motivi, sono stati messi in atto movimenti tanto silenziosi quando radicali: cambi al vertice decisionale e in quello del design. Abbiamo assistito, infatti, al passaggio di testimone di CEO aziendale da Peter Chou a Cher Wang, cosi come all’addio dal settore design di Jonah Becker per far posto a Daniel Hundt. Se i cambi ripagheranno le decisioni prese lo vedremo solo con il tempo, per ora la svolta c’è stata.

L’aspetto “negativo” di una tale scelta, è rappresentato dalla percezione di instabilità che viene comunicata con un cambiamento così drastico ai vertici. L’anno scorso ci eravamo soffermati a parlare di HTC, in un precedente editoriale, ed avevamo concluso dicendo che, nonostante il pericolo di un fallimento, l’azienda poteva ancora riscattarsi. Ebbene, giungendo dalla precedente analisi, non ci sembra che siano stati fatti “passi da gigante”. Insomma, sembra quasi che l’azienda Taiwanese abbia tentato di tirare la corda ancora una volta, invece di provare a cercare appigli più sicuri. Le sperimentazioni fatte con Desire Eye e Nexus 9, avevano catturato la nostra attenzione più di una volta ma , infine, HTC ha deciso di fossilizzarsi su un design “noto”; forse per paura di una riluttanza al cambiamento?

Non E’ questo il modo di fare pubblicità

Robert Downey Jr, in arte Tony Stark (IronMan) sarebbe dovuto essere il nuovo volto del marketing ma, detto sinceramente, che senso ha realizzare degli spot pubblicitari nei quali non si menziona nemmeno il terminale oggetto delle stesse pubblicità? Davvero, abbiamo difficoltà ad interpretare gli ultimi spot di HTC One M9, eccoli tutti nel filmato qui di seguito:

httpvh://youtu.be/8bYG610YmSo

Strutturato in maniera differente, e decisamente più apprezzabile, è invece lo spot standard esclusivo per il mercato Europeo e lanciato pochi giorni fa:

httpvh://youtu.be/iiLoXpY9YXI

Apprezziamo l’ironia e l’originalità degli spot ma, se vogliamo dirla tutta, quelli di Samsung e, perchè no, Apple sono decisamente più incisivi.

si riparte da HTC GRIP PeR IL FITNESS…

Distraiamoci per un attimo dal settore smartphone e rivolgiamo l’attenzione in quelli paralleli ad esso. HTC è entrata con decisione nel settore del fitness, questa volta al 100% e con una propria proposta (realizzata comunque da Under Armour), la smartband Grip, un prodotto che allenta leggermente i legami con le varie aziende partner, Fitbit su tutte, e si mette in testa l’obiettivo di diventarne una controparte fastidiosa sin da subito. Munita di GPS e tutti i più moderni sensori si presenta come un oggetto davvero interessante, ma ad un prezzo ancora in parte sconosciuto, in ogni caso superiore ai 100€. Staremo a vedere il comportamento all’atto pratico, sulla carta l’oggetto è davvero molto interessante.

HTC Grip

…e da VIVE PER LA REALTà VIRTUALE, ben fatto

Vive, altro campo di esordio, altra partnership importante, questa volta è nientemeno che Valve, software house proprietaria di Steam VR e realizzatrice di videogiochi del calibro di Half Life, Portal o Dota 2. Vive (www.htcvr.com) si presenta come un concentrato di tecnologia e sensori di ogni tipo, in grado di offrire l’esperienza più coinvolgente di qualsiasi supporto per la realtà virtuale, questo grazie anche ai propri Tracked Controllers, ovvero rilevatori che permettono di alzarsi, camminare ed esplorare uno spazio virtuale indipendentemente dalla stanza reale nella quale ci troviamo.

HTC Vive

Conclusioni

Smartband per il fitness e headset per la Virtual Reality, sono queste le due nuove idee di HTC, innovative, avanzatissime e sicuramente complete sotto ogni aspetto. Lodevoli le partnership instaurate, segno che una cosa o la si fa per bene oppure è meglio lasciar perdere, ma anche che l’intenzione di HTC rimane sempre quella di diversificarsi dai competitors e di offrire ai propri clienti quel qualcosa in più che sarà il punto discriminante in fase di acquisto, come l’eccellenza nei materiali, le scelte software ben mirate, le prestazioni al top.

Ma si può dire la stessa cosa anche per gli smartphone? Sarà che non vi è dialogo tra i vari settori di ricerca di HTC, oppure che per quest anno avranno deciso di puntare ed investire maggiormente verso altri settori, fatto sta che, per noi, quello della telefonia è rimasto decisamente indietro, un passo falso che si farà sentire molto nel corso dell’anno corrente.

All’interno dello stand HTC, presente a Mobile World Congress, dialogando con i responsabili della casa e manifestando le nostre perplessità sul nuovo M9 abbiamo ricevuto la risposta “abbiamo preso il meglio di M7 e M8 per fare M9, mantenendo lo stesso design”. Parole significative alle quali non abbiamo controbattuto. Abbiamo preferito appuntarcele, per poi ragionarci con calma, come, d’altronde, abbiamo fatto in questo editoriale.

We pioneered the smartphone industry; now we are applying that thinking to realize the potential of a new generation of connected products and services.

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Abbiamo fatto la storia dell’industria di smartphone; ora stiamo utilizzando quelle conoscenze per sviluppare il potenziale di una nuova generazione di prodotti e servizi connessi.

Qui sopra le parole di Cher Wang rilasciate pochi giorni fa in occasione della sua presentazione come nuova CEO aziendale, donna già esperta nel campo delle schede madri e semiconduttori, e che finora ha ricoperto il ruolo di chairwoman all’interno di HTC stessa. Sarà lei la persona giusta per guidare la casa verso la rinascita? Io in primis, da grande fan della casa taiwanese, lo spero.

Come al solito, vi invito a partecipare alla discussione commentando l’articolo esprimendo le vostre opinioni.

[L’articolo è frutto di una collaborazione a quattro mani con il collega Stefano Volponi]

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