Samsung vs Apple: lo strano caso del giurato Vel Hogan

4 Ottobre 201227 commenti

Proprio quando pensavamo che il lungo caso Samsung vs Apple non potesse prendere pieghe più strane ecco spuntare un nuovo ed interessante caso riguardante Vel Hogan. Quest'ultimo è il capo giuria che ha contribuito ad orientare tutte le accuse di violazione di brevetti e proprietà intellettuali vero Samsung, che come ben sappiamo dovrà risarcire la casa di Cupertino per circa 1.05 miliardi di dollari. Fin qui nulla di strano, se solo non fosse che Vel Hogan in passato fu citato in giudizio per bancarotta da Seagate.

La storia è ancora molto strana ma cercheremo di spiegarla meglio. Seagate è un’azienda nella quale Samsung è il maggior azionista con il 9.6% delle azioni ed anche se ciò non garantisce che la decisione di un giurato possa essere oscurata da diatribe passate, Hogan non ha mai menzionato l’accaduto o informato precedentemente il giudice nell’aula di tribunale.

Secondo le trascrizioni ufficiali reperibili in un file PDF ad ogni giurato era stato precedentemente chiesto: “voi o un membro della famiglia o qualcuno molto vicino a voi è mai stato coinvolto in un causa, sia in qualità di attore, imputato, o come testimone?

Ecco le risposte del giurato Vel Hogan:

Mr. Hogan: In 2008, after my company went belly up, the programmer that worked for me filed a lawsuit against me and ultimately, across the next few months, it was dismissed and in such a fashion that neither one of us could sue the other one for that matter.
The Court: What was his — what was the employee’s claim?
Mr. Hogan: It was a dispute over the software that we had developed, whether it belonged to the company or to him, and I had documents that showed it belonged to the company. Ultimately, as I said, it would — we settled out of court and it was dismissed.
The Court: All right. Anything about that experience that would affect your ability to be fair and impartial to both sides in this case?
Mr. Hogan: I don’t believe so.
The Court: Okay. Was there any dispute — was there any dispute as to who had created and invented the technology, or was it largely who had ownership of it?
Mr. Hogan: It was strictly who had ownership of it, and ultimately it was established that the company did have ownership of it, although — and I still do — although the company is not in business any longer.
The Court: I see. But was there a sort of dispute as to who had created or invented the technology as part of that ownership question?
Mr. Hogan: Yes, there was.
The Court: Um-hum.
Mr. Hogan: But like I said, we settled that — because of documentation I had, we were able to settle it out of court and then we went back to court one last time for the dismissal paperwork.
The Court: Okay. All right. Thank you”

Come avrete letto, in questo estratto Hogan non ha mai menzionato il caso Seagate. Il caso che ha coinvolto il suo dipendente è stato presentato nel 2008 ma realmente il caso contro Seagate si è verificato nel 1993. Durante gli anni ’80 Vel Hogan fu assunto da Seagate e si trasferì dal Colorado alla California con l’accordo che lo stesso datore di lavoro avrebbe dovuto estinguere il suo mutuo per la casa.

Nel 1993 Mr. Hogan venne licenziato e Seagate convenne nel pagare il mutuo, mantenendo la promessa. I due andarono in tribunale ed Hogan dovette presentare un’istanza di fallimento per poter mantenere la casa. In tutto questo breve riepilogo è doveroso sottolineare che al momento del processo in questione Samsung non aveva ancora alcun legame con Seagate ; inoltre il produttore sud-coreano entrò a far parte della società da Aprile 2011 (definitivamente dal mese di Dicembre).

Perciò si potrebbe pensare che Hogan non fosse a conoscenza delle connessioni tra il suo ex datore di lavoro ed il protagonista della grande causa legale, tuttavia è chiaro e doveroso dubitare del suo giudizio in tribunale. Qualora questa faccenda fosse uscita prima della guerra tra Apple e Samsung ad Hogan non sarebbe stato permesso di far parte della giuria, sia come capo sia come titolare del brevetto stesso, e forse la decisione finale del caso avrebbe preso pieghe differenti.

Non finisce qui. Come ha fatto Samsung a venire a conoscenza di questo processo? Potrà sembrare un fitto intreccio ma è molto semplice;  Michael F. Grady, l’avvocato che inizialmente ha presentato la causa contro Hogan per conto di Seagate nel 1993, è ora sposato con Diane M. Doolittle, partner di Quinn Emanuel Urquhart & Sullivan, LLP, lo studio legale che ha rappresentato Samsung contro il colosso di Cupertino.

Apple adesso vorrà solamente provare come Samsung sia entrato in possesso di queste informazioni solamente adesso. Il suo obiettivo sarà poter dimostrare che questo fatto il produttore coreano lo conosceva già precedentemente e che è stato tirato fuori solamente adesso per poter cambiare il verdetto finale a proprio favore.

La colpa sarebbe esclusivamente del giurato e Samsung può fare forza su questo. In un’intervista a Bloomberg, Hogan ha dichiarato che il giuramento al quale si viene sottoposti per far parte della giuria fa riferimento a cause con un limite di dieci anni e perciò non era tenuto a rilasciare queste informazioni. Anche questo sarebbe falso data la seguente trascrizione:

In un estratto di Reuters, Hogan dichiarò che inizialmente fu lui a citare in causa Seagate, quando realmente successe il contrario, Seagate citò Hogan. Ovviamente queste dichiarazioni ufficiose non hanno alcun peso in un’aula di tribunale ma questi errori in via ufficiosa ne potrebbe implicare altri nel verbale finale.

Detto ciò, Samsung potrebbe facilmente veder respinto il verdetto finale qualora riuscisse a dimostrare che il giurato ha avuto un pregiudizio nei propri confronti che ha volontariamente omesso sotto giuramento. Apple non starà a guardare e cercherà di capire da quando Samsung è a conoscenza di questi fatti e come mai non sono stati portati subito all’attenzione del giudice. Il caso non è ancora chiuso.

Popcorn alle mani; la trama si infittisce.

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com