Siamo schiavi delle batterie – Editoriale MWC 2015

4 Marzo 201595 commenti

Quando si visita una fiera dedicata al mondo Mobile come il Mobile World Congress 2015 si entra in una realtà dove tutto è moltiplicato ed esaltato. Al primo giorno subito mi è parso chiaro un problema che affligge il mondo della telefonia mobile (e non solo) da molto tempo: La durata della batteria.

Infatti, quest’anno, all’MWC2015 sono stati installati più di 5 punti di ricarica “free of charge” per i visitatori della fiera. Ogni singolo armadio di ricarica può ospitare circa 30 dispositivi e nonostante i numeri delle presenze al Mobile World Congress siano da capogiro, rispetto all’anno scorso il cambiamento verso questa direzione è decisamente marcato.

Come ben sappiamo i nostri amati smartphones e indossabili hanno una durata a dir poco stressante della batteria e sembra che il mercato sia più impegnato a trovare soluzioni tampone piuttosto che investire in ricerca e sviluppo di tecnologie che permettano di ottenere una continuità d’uso prolungata.

Chi ci segue da molto sa che non è la prima volta che parliamo di questo problema e proprio al mobile world congress di barcellona dell’anno scorso abbiamo trattato di una tecnologia innovativa.

Il Caso UPP. Il battery pack ad idrogeno

Be Upp Logo

Per chi non lo conoscesse, Upp è un battery pack a celle di combustibile ad idrogeno.

Anche quest’anno Upp è presente all’MWC e siamo passati per vedere se qualche progresso/innovazione era stato fatto rispetto al 2014 speranzosi che la tecnologia fosse ormai consolidata e che qualcosa fosse cambiato sulla miniaturizzazione per promuoverne l’adozione. Ci è rimasto dell’amaro in bocca realizzando che in realtà il prodotto è rimasto praticamente identico dall’anno scorso.

La risposta del mercato

Il mercato ha una necessità così grande di risolvere la questione che nascono letteralmente decine di startup ogni mese cercando la fortuna. Su Kickstarter e Indiegogo ci sono moltissimi casi di successo riguardante battery-packs/power-banks e i public charging station come ChargeBox e RiCharge saranno sempre più presenti nei centri commerciali o luoghi pubblici.

Nonostante l’indotto creato dal problema e le nuove realtà economiche che nascono ogni giorno nel tentativo di mitigarlo, sembra che tutto taccia o, comunque passi in sordina, sul fronte “risoluzione”.

Eppure i produttori di telefoni e wearables sono consapevoli della poca autonomia dei propri dispositivi e difatti investono in soluzioni per velocizzare la ricarica come nel caso di Qualcomm con il suo Quick Charge che con la sua tecnologia di ricarica veloce ha prodotto un’altra delle “non-soluzioni” di contorno che danno al consumatore un finto sollievo.

Dopo Qualcomm anche l’azienda StoreDot sembra aver abbracciato l’idea che l’unico modo di risolvere il problema sia quello di abbattere i tempi di ricarica come abbiamo visto nel nostro precedente articolo riguardante la loro rivoluzionaria tecnologia di ricarica veloce che permette di ricaricare una batteria del GS5 in meno di 5 minuti.

Il Wireless Charging

Appoggia il telefono su una basetta Qi e si ricaricherà senza bisogno di alcun cavo.

qi-wireless-charger

Anche lo standard Qi è una nuova tecnologia che abbiamo oggi nelle nostre case grazie al perenne problema dell’autonomia dei dispositivi mobili.

Il mercato di questi wireless charger è da qualche tempo in pieno boom ed esistono diverse soluzioni che permettono di caricare il proprio smartphone android o orologio tramite lo standard Qi (ovviamente se supportato dal dispositivo stesso). Numerosi sono infatti gli esempi di campagne andate a buon fine sui vari siti di crowdfunding come TYLT: una docking station a tripla bobina.

Ultimo pioniere di questa tecnologia di ricarica è IKEA che giusto pochissimi giorni fa ha annunciato che la prossima produzione di lampade e tavolini avrà il wireless charing incluso.

Conclusioni

Non credo che il futuro sarà molto roseo per quanto riguarda l’autonomia dei nostri amati smartphone. Nelle nostre vite sarà sempre più normale portarsi dietro un battery pack d’emergenza che sfortunatamente diverrà un “amico acquisito” sempre più stretto e sempre più usato.

Se il precedente paragrafo vedrà la luce avremmo solamente un ulteriore disagio nel dover necessariamente ricordarsi di caricare un ulteriore batteria.

Purtroppo le soluzioni, nella mia modestissima opinione sono:

  • Investire in ricerca per miniaturizzare l’attuale tecnologia diminuendo il rapporto dimensioni/milliampereH;
  • investire in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie molto più performanti;
  • trovare delle soluzioni per abbassare i tempi di ricarica totale sensibilmente (massimo 5 minuti)
  • Abbassare i consumi

 

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