Nello specifico viene ritenuta scorretta la modalità con cui i due operatori hanno dato comunicazione ai propri utenti dei rincari conseguenti all’abbandono della fatturazione a 28 giorni.
Riportiamo i due tipi di SMS ricevuti dai clienti:
Tim
Modifica condizioni contrattuali: gentile Cliente dall’8/4/2018 il costo mensile delle tue offerte si è ridotto dello 0,4% rispetto a quanto precedentemente comunicato, senza alcuna variazione dei contenuti. Entro il 24/06/2018 hai diritto di recedere o passare ad altro operatore senza penali né costi di disattivazione. Per info sul costo delle tue offerte e modalità di recesso vai su on.tim.it/info o chiama il 409168.
Wind
Gentile Cliente ti ricordiamo che le offerte si rinnovano su base mensile. Ti informiamo inoltre che la variazione del costo nominale precedentemente comunicata passerà dal +8,6% al +8,3%, con conseguente diminuzione della spesa annuale. L’eventuale aumento del +10% di minuti, SMS e GIGA viene invece confermato. Info e modalità wind.it/LP.
Altroconsumo contesta dunque a Tim il tentativo di mascherare l’aumento di prezzo, presentato all’utente come uno sconto. Questo comportamento rappresenterebbe “una violazione del diritto del consumatore di conoscere il prezzo finale, mascherando un incremento dell’8,2% con una diminuzione dello 0,4%. Riteniamo inoltre che, per mezzo di tale misura, l’operatore ponga in essere una pratica commerciale scorretta di natura ingannevole non permettendo al consumatore di conoscere il prezzo finale in maniera chiara e trasparente.”
A Wind, invece, viene contestato il fatto di non aver menzionato la possibilità per l’utente di esercitare il diritto di recesso.
La palla ora passa ad Agcom e Antitrust. Ovviamente vi terremo aggiornati su eventuali sviluppi della vicenda.