Pare infatti che assieme alle caratteristiche elencate, Google abbia dotato l’aggiornamento di molte misure di sicurezza, alcune parecchio avanzate, volte a contrastare il costante impegno dell’NSA nell’intercettare i nostri smartphone; ciò è da un lato molto positivo, ma dall’altro apre un dibattito sulle procedure per ottenere i permessi di Root, che, con Android 5.0, si fanno molto più complesse e articolate.
Prima di tutto al momento i diritti di Root su tale versione del robottino verde sono irreversibili, poiché direttamente “scritti” nel Kernel, ed è comunque impossibile ottenerli senza un bootloader sbloccato o facilmente sbloccabile. In secondo luogo c’è da considerare la frammentazione dello stesso OS, ed il fatto che ogni produttore facilita o meno tale sblocco.
Insomma, noi non possiamo far altro che sperare nel lavoro dei tanti appassionati, ma pare che questa volta le cose per loro saranno più complicate del previsto.