Secondo Reuters, la direttiva è stata classificata come “extra urgent”, il che significa che i cittadini dovranno immediatamente uniformarvisi pena l’intervento diretto da parte delle autorità.
La ratio di questo provvedimento è da ricercarsi nel fatto che i video dovrebbero invece promuovere la “buona cultura tradizionale cinese” e i suoi concetti di “amore, integrità, giustizia e armonia, il ruolo centrale del popolo e il rifiuto del denaro e di altre cattive abitudini”.
Si tratta quindi dell’ennesimo atto di censura posto in essere dal governo di Pechino, che segue la messa al bando di tutti i film e i blog ritenuti “non abbastanza socialisti” avvenuta lo scorso luglio. Ma non solo.
Ricordiamo infatti che recentemente il parlamento cinese ha approvato la rimozione del limite di 10 anni relativo al mandato presidenziale di Xi, che quindi potrebbe restare in carica a vita. Il fatto ha suscitato il malcontento di diversi cittadini, sfogato sui social con messaggi tra il sarcastico ed il polemico, rimossi prontamente dalle autorità cinesi.
Winnie the Pooh banned again in China in 3, 2 … pic.twitter.com/nIZNgP3ONu
— Josh Chin 李肇华 (@joshchin) 25 febbraio 2018