In sintesi, per venire incontro alle richieste e alle preoccupazioni degli operatori, il documento presentato dall’Italia, oltre al rinvio a data imprecisata dell’introduzione del principio del “roam like at home“, ossia che la propria tariffa nazionale sia valida a tutti gli effetti anche all’estero, propone che quest’ultimo sia valido solo fino a un determinato volume di traffico voce o dati, al superamento del quale scatterebbero le care, vecchie tariffe di roaming.
Vincenzo Donvito di Aduc afferma in un comunicato:
Proprio un pessimo esordio del semestre di guida italiana. Perche’ prende in considerazione gli interessi economici di alcune centinaia di industrie e non quelli di centinaia di milioni di consumatori in un ambito, quello per l’appunto dei costi in roaming, in cui tutti gli operatori tlc ci sguazzano e vanno con mano pesante fidando sulle enormi difficolta’ tecniche per eventualmente contestare gli addebiti, nonche’ sui notevoli guadagni a fronte di un servizio che per loro, allo stato dei fatti, ha grossomodo i medesimi costi di quelli nazionali. Per le aziende tlc, e per il nostro Governo, i cambiamenti ci devono essere, ma devono sempre e solo essere pagati dai consumatori.
Una proposta che non va certo nella direzione della creazione del mercato unico europeo delle telecomunicazioni, e mira piuttosto a salvaguardare gli interessi dei soliti noti. Nulla di nuovo sotto il sole, a quanto pare.