Facebook: pronto un nuovo servizio di targeting politico

5 Novembre 20152 commenti

Generalmente l'utente medio utilizza Facebook come un Social Network dove condividere foto e video, seguire le proprie web star preferite e fare nuove conoscenze online, basandosi sull'affinità data dalle pagine seguite in comune. Per altri si tratta però di una piattaforma di discussione politica e di botta e risposta: ecco come Facebook sta cercando di trarre vantaggio da ciò.

Facebook, il Social Network più famoso e utilizzato al mondo, è da sempre un luogo dove pubblicare media, guardare video degli amici e commentare i post, sia quelli graditi che non. Vi è però chi lo vede come un posto dove discutere di argomenti politici, anche se troppo spesso mancano delle valide argomentazioni e si scatenano degli inutili flame.

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Quest’ultima categoria di utenti è forse la più latente in fascia d’età giovanile, ma non è poi così raro trovare in bacheca un post di una vecchia amica a favore delle tematiche LGBT, o del commerciante di fiducia che condivide immagini a favore dell’utilizzo intensivo della legittima difesa, o ancora dello zio impresario che esalta il capitalismo e la globalizzazione.

Sono queste le persone più inclini ai dibattiti (anche feroci) via commento, ed è proprio questo che i canditati politici (di qualsiasi movimento/partito) vogliono.

Le prossime elezioni presidenziali statunitensi avverranno nel 2016, e vedranno l’uscita di scena dell’attuale presidente Barack Obama. Facebook ha colto la palla al balzo, sviluppando un modo per avvicinare ancora più facilmente gli utenti alla scena politica locale.

Il social network di Zuckerberg sarà infatti in grado di determinare lo schieramento politico degli utenti (con una generalizzazione tra liberali e conservatori) per ottimizzare le campagne politiche. Il rollout di questa nuova funzionalità avverrà questa settimana negli Stati Uniti ed inaugurerà una nuova tipologia di targeting pubblicitario.

Verranno infatti selezionati come obiettivi i cosiddetti “political influencers“, ovvero coloro i quali hanno dato il like a molte pagine di politica, che cliccano sugli annunci sponsorizzati del proprio leader preferito, e che condividono spesso i post di partiti e movimenti.

Ecco una dichiarazione di Matt Idema, Vicepresidente del reparto Monetization Product Marketing di Facebook:

Le persone sono più inclini a credere alle informazioni che i loro amici condividono.

Le campagne politiche vedono più fondi e risorse per tentare di convincere gli incerti, spesso alle prime armi con le votazioni, o comunque essenzialmente poco scalfiti dalla politica; tuttavia, è molto valido anche il ragionamento di Idema: le raccomandazioni politiche fatte da una persona amica sono molto più efficaci di qualsiasi altra forma pubblicitaria di terze parti.

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Il metodo di targeting utilizzato finora, invece, è molto più diverso ed è meno preciso; si basa infatti sul sesso, l’età, e pochi altri fattori. Il problema è palese: non c’è modo di scoprire se questi utenti selezionati dal sistema del social network abbiano o meno tendenza alle discussioni politiche online. Si tratterebbero dunque di investimenti pubblicitari estremamente rischiosi, a cui Facebook sembra aver trovato un sostituto.

La vera domanda è: fino a che punto Facebook sta invadendo le vite dei propri utenti? E fino a che punto essi arriveranno a farsi conquistare?

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