Google annuncia Chromebox for Meetings, un sistema per videoconferenze a 999$

7 Febbraio 201424 commenti

Ieri, ad un piccolo evento privato a Mountain View, Google ha annunciato Chromebox for Meetings, un sistema per videoconferenze, al prezzo di 999$.


Questo kit comprende un Chromebox con processore Intel Core i7, un telecomando, una webcam e un microfono, è basato su Chrome OS ed utilizza Google+ Hangouts per le videoconferenze.

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Il VP for Product Management di Google, Caesar Sengupta, ha affermato durante l’evento che, nonostante tutti i progressi fatti nel campo delle videoconferenze, questi meeting sono ancora troppo problematici. Nel tempo, Google stessa ha sviluppato alcune soluzioni per i suoi team e, ora, l’azienda di Mountain View ha deciso di rendere disponibili queste tecnologie anche per tutti gli altri business interessati.

Spero che questo prodotto trasformi i meeting e le meeting rooms. Quando pensate ad una meeting room, infatti, queste sono rimaste uguali per gli ultimi 25 anni.

Hardware

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Il sistema, come detto in precedenza, è basato su un Chromebox con processore Intel Core i7, 4 porte USB. E’ dotato anche di una webcam Logitech HD, che permette videoconferenze alla risoluzione full HD e passa automaticamente da una risoluzione all’altra basandosi sulla bandwidth. C’è anche un microfono Jabra con controlli per il volume, un built-in DSP e un telecomando che ha, sul retro, una tastiera QWERTY completa e che si connette al Chromebox grazie ad un adattatore USB piccolissimo.

Sengupta afferma che il Core i7 è necessario per processare e criptare localmente molti video simultaneamente, e che i normali Chromebox non riusciranno a compiere questo procedimento.

Software

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Per quanto riguarda il software, invece, Chromebox for Meetings è stato pensato per essere il meno invasivo possibile. Per iniziare una conferenza, infatti, gli utenti dovranno semplicemente prendere il telecomando e schiacciare un pulsante. Facile, no?

Dato, inoltre, che il sistema usa Google+ Hangouts, praticamente tutti gli utenti con un account Gmail potranno partecipare ai meeting dal loro portatile, tablet o smartphone e da ogni parte del mondo. In totale, Chromebox for Meetings supporta fino a 15 persone in videoconferenza ed il tutto sarà criptato.

Una volta che la meeting room è pronta con un Chromebox collegato ad internet, afferma Sangupta, non ci saranno nemmeno confusioni se questa stanza sta venendo utilizzata o no: il servizio, infatti, si sincronizza automaticamente con Google Calendar per salvare l’orario fissato della conferenza.

Il sistema prova anche a migliorare altri problemi che di solito si hanno durante i meeting. Se la videoconferenza va avanti per le lunghe, il sistema vi ricorderà anche quando è fissato il prossimo meeting, evidenzia automaticamente l’utente che sta parlando e, a differenza dei soliti software per le conferenze, quando qualcuno si unisce al meeting, il sistema li “zittisce” automaticamente, invece che annunciare il loro arrivo con un fastidioso suono. Di default, tutti i partecipanti sono “muti” e Hangouts semplicemente toglie questo stato quando si comincia a parlare.

Disponibilità, prezzo e perchè sarà utile per le aziende

Google afferma di aver testato internamente il prodotto, ma ha anche avuto beta partners come Lytro, Gilt, SoftBank e Yelp. Durante il processo, dice Sengupta, si è scoperto che avere più videoconferenze tende ad aiutare ad aumentare la corporate culture e incrementare la fiducia nei team “remoti”.

I soliti sistemi di video conferenze tendono ad essere molto costosi e troppo difficili da utilizzare. Per colpa di ciò, questi sono solo disponibili per gli alti dirigenti. Noi speriamo che questa soluzione possa essere adottata dalle imprese velocemente. Il prezzo, dopotutto, è inferiore ad un singolo biglietto da San Francisco a New York.

Gli utenti interessati non dovranno pagare costi aggiuntivi ai 999$ il primo anno ma, una volta terminato, saranno 250$ all’anno. Questo prodotto, ovviamente, mira al ramo “business” ed è già disponibile all’acquisto negli Stati Uniti e sta arrivando in Australia, Canada, Francia, Giappone, Nuova Zelanda, Spagna e Gran Bretagna.

Non pensiamo che questo sia solo un modo per entrare in un “nuovo spazio”, abbiamo semplicemente visto questo problema e c’era il bisogno di risolverlo. Siamo sempre alla ricerca di problemi che esistono nel mercato moderno.

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