Come dicono chiaramente i nostri termini di servizio ‘quello che vi appartiene resta vostro’. Voi siete i proprietari dei vostri file e controllate con chi li condividete, in modo chiaro e semplice. I nostri Termini di servizio ci consentono di fornirvi i servizi che desiderate, cosi che se decidete di condividere i vostri documenti con qualcuno o di aprirli con un dispositivo diverso siete in grado di farlo.
Insomma, i nostri dati restano di nostra proprietà e quelle condizioni servono solo ad integrare i nostri files con gli altri servizi Google.
La situazione però è piuttosto delicata e non si può vederla in modo totalmente bianco o nero. Il blog anglofono The Verge ha pubblico un interessante articolo a riguardo che vi suggerisco di leggere se siete interessati all’argomento.
Per come la pensiamo noi, difficilmente Google ruberà i dati in nostro possesso. Tuttavia le condizioni d’uso sono fumose e lasciano troppo spazio ad interpretazioni. Un comportamento poco chiaro sulla privacy degli utenti viene portato avanti da quasi tutti i colossi del web, come anche Facebook o Twitter. Le interpretazioni ed i pareri sono contrastanti, tra chi difende questi siti a chi parla di Google e Facebook come due “grandi fratelli Orwelliani”. Lasciamo a voi lettori il giudizio finale, ma prima vi vogliamo linkare due pareri contrastanti.
Uno è del guru di Linux, Stallman, che critica fortemente l’approccio cloud di Google, sostenendo che porti gli utenti a perdere il possesso dei propri dati. [fonte]
L’altro è di Anthony House, portavoce di Google,che difende la privacy di Google, sostenendo che l’azienda non diffonda ideati degli utenti, e usa confronta la propria azienda con una banca, che al posto dei soldi conserva al sicuro le informazioni dei propri utenti.