Google investe in Mobvoi, una start-up di Intelligenza Artificiale Cinese

20 Ottobre 20152 commenti

Come tutti sappiamo i servizi Google non sono disponibili in Cina, ma questo non impedisce alla società di Mountain View di dar vita a strategiche partnership su suolo Cinese. Big G sta infatti "sostenendo" Mobvoi, una società nata tre anni fa e specializzata in tecnologia vocale per dispositivi mobili.

Mobvoi non è nuova a partnership con Google: la società è stata anche scelta per portare il supporto vocale in Cinese su Android Wear, il Sistema Operativo per dispositivi indossabili del colosso Americano.

L’entità dell’investimento non è stata divulgata, ma Yuanyuan Li – cofondatrice di Mobvoi – ha confermato che Google è diventato un azionista di minoranza. Nonostante tutte le supposizioni di un accordo trovato intorno ai 75 milioni di dollari, i colleghi di TechCrunch sono riusciti ad ottenere una intervista esclusiva con un portavoce della società Cinese che, seppur non specificandola, ha ammesso come la cifra pagata da Google sia inferiore ai 60/65 milioni di dollari.

Al di là dell’accordo per Android Wear e di questo acquisto di quote di minoranza, le due società hanno molte cose in comune. Con sede a Pechino, Mobvoi è stato avviato da ex impiegati di Mountain View – il CEO Zhifei Li ed il CTO Mike Lei sono entrambi ex ricercatori di Google – e proprio Zhifei Li ha dichiarato che il DNA della neonata società Cinese è stato fortemente influenzato dal gigante tecnologico Americano.

Abbiamo utilizzato il modello di Google fin dal primo giorno. Volevamo avere gli stessi valori culturali e di squadra. La cooperazione per portare Android Wear in Cina è andata molto bene, e Google ha mostrato interesse decidendo di fare un investimento.

Per quanto riguarda la gestione commerciale Mobvoi continua ad ispirarsi al modello Google: l’azienda è probabilmente più conosciuta per Chumenwenwen – che non è uno scioglilingua, ndr – un servizio di ricerca vocale sulla falsa riga di Siri e Google Now simile ad un maggiordomo virtuale e che permette agli utenti di eseguire una serie di compiti tra cui ricerche online, monitoraggio delle condizioni meteo, acquisto di oggetti e altro ancora, usando solo la voce. Zhifei Li ha anche dichiarato che la società ha ricevuto offerte da oltre 100 partner di contenuti per poter offrire agli utenti l’accesso ai vari servizi via Chumenwenwen.

Una volta brevettata la sua AI (Intelligenza Artificiale) di linguaggio naturale, Mobvoi la ha utilizzata anche per produrre il proprio software per smartwatch: Ticwear, una vera e propria ROM per wearable che si appaia ad Android Wear per permettere il funzionamento di quest’ultimo in Cina.

TicWear

Come passo successivo a Ticwear – che funziona anche su Moto 360 – Mobvoi si è lanciata anche nella produzione di massa di un vero e proprio smartwatch, il – indovinate un pò il nome? – Ticwatch che ha venduto circa 30.000 unità ad un prezzo che si aggira tra i 140 ed i 170 euro anche se, nonostante le vendite incoraggianti, la compagnia continuerà a focalizzarsi sullo sviluppo software.

l nostro obiettivo non è quello di essere un produttore di orologi, ma siamo felici di vedere già i primi acquirenti per il nostro prodotto.

Mobvoi ha intenzione di utilizzare i nuovi finanziamenti per assumere talenti provenienti da tutto il mondo e continuare a perfezionare i suoi servizi software – Ticwear viene aggiornato ogni due settimane, proprio come Xiaomi fa con la sua MIUI – e, mentre è in programma un ingresso in robotica, sta lavorando anche su un proprio software per auto. Quest’ultimo prodotto è, ancora una volta, molto simile a una versione di CarPlay di Apple o Android Auto di Google.

Ticwatch

Date le molte somiglianze a livello di business e tecnologia tra le due società ed i rumor che vedono Big G tentare di (ri)aprire i suoi servizi in Cina – in particolare il Google Play Store – l’investimento di oggi può essere considerato il segno che Google ha trovato la giusta partnership in Cina per conquistare fette di mercato anche in Asia e che in futuro punti ad una acquisizione totale di Mobvoi?

Per Zhifei Li la risposta è no:

Apprezziamo molto questa partnership e rispettiamo Google come investitore, ma è ancora un investitore di minoranza e ci concentreremo su ciò in cui crediamo e nei nostri prodotti. Non stiamo cambiando quello che abbiamo pianificato ed in futuro si apriranno sicuramente nuove strade e maggiori opportunità.

Da parte sua Google ha detto che “non ha niente da dichiarare in questo momento” in merito a potenziali piani per espandere la portata della sua partnership con Mobvoi e riaprire il Google Play Store in Cina.

Big G può eludere tutte le domande riguardanti i suoi “piani Cinesi” ma la notizia di oggi è la prova inconfutabile che una idea di base esiste. Google Inc ha già fatto investimenti in Cina in passato – tra cui nel 2007 una quota di 5 milioni di dollari di Xuneli, un sito di video e musica – ma questo accordo con Mobvoi è certamente più strategico e può dare il la a tutta una serie di teorie su quale sarà il prossimo passo del colosso Americano.

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