Risultato? In futuro, potrebbe essere possibile ricaricare il proprio smartphone meno di una volta alla settimana, impiegando solo pochi secondi. E i vantaggi non si fermano qui. I nuovi supercondensatori garantiscono infatti ben 30.000 cicli di ricarica, contro i circa 1500 delle attuali batterie.
La nuova tecnologia è stata resa possibile, grazie all’utilizzo di materiali bidimensionali dello spessore di un solo atomo.
Un approccio simile era già stato tentato in passato da altri gruppi, ad esempio facendo uso del grafene. Ma senza risultati di rilevo. Il team statunitense guidato da Yeonwoong ‘Eric’ Jung è invece riuscito nell’impresa, grazie ad un innovativo sistema di sintesi chimica.
Il processo produttivo, che sarà presto brevettato, ”non è ancora pronto per la commercializzazione – afferma Jung – ma rappresenta un’importante prova di principio: il nostro studio dimostra il forte impatto che potrà avere su molte tecnologie”.
A beneficiare di un’autonomia della batteria così estesa potrebbero essere, oltre che gli smartphone, il settore delle tecnologie indossabili e delle auto elettriche.
E voi cosa pensate di questa nuova tecnologia?