Tasse, nel 2012 Google ha versato “solo” 1.8 milioni al fisco italiano

20 Luglio 201330 commenti

I principali canali informativi non hanno esitato a utilizzare una metafora calcistica per esprimere il rapporto tra Google e il fisco italiano: a più riprese, infatti, la "tecnica" utilizzata per pagare meno tasse possibili in Italia (ma anche in Francia e Regno Unito) è definita come dribbling, e ha consentito all'azienda di versare meno di due milioni di Euro al fisco nel 2012.

Il particolare assetto societario di Google, le cui filiali in Italia e altri Paesi fanno capo a quella irlandese, dove vige un regime fiscale molto più “morbido”, fa sì che il fatturato di Google Italy consista quasi totalmente in servizi resi alla controparte irlandese, consentendo dunque di versare cifre “minime” al fisco a fronte di ricavi per 52 milioni di Euro e utili per 2.5.

Tuttavia, un portavoce dell’azienda ha tenuto a precisare che nessuna norma viene violata, sottolineando la responsabilità dei politici:

Google rispetta le normative fiscali in Italia e in tutti i paesi in cui opera. La realtà dei fatti è che la maggior parte dei governi usa gli incentivi fiscali per attrarre investimenti stranieri e questo crea posti di lavoro e crescita economica e, naturalmente, le aziende rispondono a questi incentivi. E’ una delle ragioni per cui Google ha stabilito la propria sede europea in Irlanda, unitamente alla possibilità di assumere personale qualificato. Se ai politici non piacciono queste leggi, loro hanno il potere di cambiarle. La nostra corporate tax rate complessiva nel 2012 è stata del 20% circa.

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