Telecom Italia e H3G: la fusione rende scettici i sindacati

15 Aprile 201328 commenti

Durante la scorsa settimana abbiamo spesso parlato di Telecom Italia e delle reali intenzioni di acquisire l'operatore H3G Italia, proprietà del colosso cinese Hutchison Whampoa che ha reso celebre il marchio "3" in tutto il mondo. Durante lo scorso CDA di Telecom Italia i dirigenti hanno approvato un'eventuale fusione e stranamente, forse a causa dello stato politico del nostro paese, nessuna autorità si è espressa in merito, ma i sindacati ovviamente non riservano il giusto scetticismo.

Una trattativa così importante per il mercato nazionale e della nostra telefonia dovrebbe interessare le alte autorità dello Stato ma ancora oggi nessuno ha proferito parola in merito.

Tutto diverso per quanto dichiarato da molti sindacati, i quali si sono mostrati scettici verso questa fusione, come dimostra con le sue dichiarazioni Michele Azzola, segretario della Slc-Cgil:

“Se il progetto del Cda di Telecom Italia è quello di scorporare la rete e vendere il resto ai cinesi di Hutchison Whampoa è un progetto folle perché consegna il settore delle Tlc italiane in mani straniere, con effetti nefasti sulla competitività del paese, che perderebbe così un grande gestore di Tlc.”

Lo stesso Azzola ritorna sul silenzio del mondo politico:

“E mentre i politici sono impegnati a confrontarsi su quanto costa un caffè alla buvette, la finanza sta distruggendo l’Italia. Questo Paese ha bisogno di un Governo che detti le linee di politica industriale difendendo le imprese che possono portare ricchezza nel Paese e competere sui mercati internazionali. Telecom sta continuando a pagare le sciagurate privatizzazioni di fine anni Novanta che hanno spogliato la società delle sue ricchezze. E oggi come allora le conseguenze di questa eventuale integrazione la pagheranno i lavoratori, vittime sacrificali dello spezzatino aziendale che si profila all’orizzonte.”

Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del settore Ict, ha sottolineato come il modello Italia dovrebbe seguire i passi di quello statunitense, nel quale i produttori cinesi vengono tenuti a debita distanza:

“L’amministrazione Obama ha impedito l’ingresso di società straniere nel capitale del primo operatore nazionale dimostrando quanto strategiche per l’economia nazionale siano considerate le telecomunicazioni. E non ci si è limitati a questo: a Huawei e Zte non è stato concesso di installare il proprio parco tecnologico sulle infrastrutture di rete, adducendo motivi di sicurezza nazionale. Il governo italiano dovrebbe battere un colpo e ragionare su questi temi.”

Dello stesso parere anche Salvo UgliaroloUilcom:

“E’ chiaro che se Hutchison Whampoa diventerà socio di riferimento si debba accelerare anche sulla separazione della rete. Non è pensabile passare di mano un’infrastruttura così ‘sensibile’, dove viaggiano dati importanti anche per la sicurezza nazionale, a una compagnia straniera. In questo contesto si verrebbe a snaturare la natura stessa di Telecom che ‘è’ Telecom anche perché è proprietaria della rete. Ovviamente le due operazioni avranno impatti pesanti anche sulla tenuta occupazionale dell’azienda nonchè sulla competitività dell’Italia.”

Un aspetto positivo in tutto ciò lo trova Linda Lanzillotta, senatrice della Lista Civica con Monti per l’Italia:

“Le due operazioni “potrebbero avere effetti positivi per la ricapitalizzazione di Telecom Italia. Lo scorporo della rete è l’unico modo per rilanciare gli investimenti e garantire la neutralità della rete. Per quanto riguarda la possibile integrazione con 3 Italia, questa va letta in un contesto più ampio: ormai le grandi compagnie di telefonia non sono più italiane. Sono considerazioni che ineriscono la natura e la qualità stessa del capitalismo italiano.”

Anche in questo caso ci si divide tra favorevoli e contrari? Voi da che parte state?

 

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