Xiaomi Mi4S: La recensione

12 Maggio 20165 commenti

Xiaomi ci ha abituato, negli anni, a non sbagliare un colpo: telefoni performanti a prezzi ridicoli in tutte le fasce di mercato, con buona pace del fegato di noi poveri occidentali costretti alle peggiori magagne e ai più terribili rialzi di prezzo per averne uno. Con il nuovo Xiaomi Mi4s, arrivato ad accompagnare Mi5, il produttore ha proposto solo un leggero upgrade del già popolare Mi4c. Sarà ancora un successo? Scopriamolo nella nostra recensione.

UNBOXING

Xiaomi Mi4s arriva nella modaiola, o tamarra se preferite, colorazione oro (è disponibile anche in bianco o in nero). La scatola è di dimensioni generose e lascia pregustare qualche accessorio particolare all’interno: sfortunatamente, tutto quello che ci si trova è il cavo USB tipo C e l’alimentatore con supporto alla ricarica rapida Quick Charge 2.0.

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Da qualche parte nella confezione salta fuori anche l’adattatore per prese europee, gentile omaggio del fornitore. Insomma, la dotazione è davvero basica: ci si poteva forse aspettare almeno un paio di auricolari o una pellicola, ma così non è e l’ampia scatola sembra più un comodo giaciglio per il device che non una misura giustificata.

IL DISPOSITIVO

Xiaomi Mi 4s è realizzato in vetro nella parte anteriore e posteriore, con una cornice in metallo su cui il colore dorato è più appariscente.

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La parte frontale è molto pulita, le cornici non sono ridottissime ma comunque contenute considerando la presenza dei tasti capacitivi.

Sul retro troviamo fotocamera e flash collocati in alto a sinistra e il vistoso lettore di impronte posto sulla metà della parte superiore. La parte posteriore è inoltre caratterizzata dalla particolare texture trasversale.

Passiamo ai bordi: praticamente intonso quello sinistro, con il solo foro per l’estrazione del carrello SIM/microSD; dalla parte opposta troviamo invece il bilanciere del volume e il tasto di accensione.

Sul bordo superiore si scorgono il jack 3.5 mm, il sensore IR e il microfono per la cancellazione del rumore.

Lo  speaker è invece collocato sul bordo inferiore, posizione che va a tutto vantaggio della fruibilità dell’audio anche quando il device è appoggiato su una superficie piana. Non tragga in inganno la doppia griglia: c’è un unico speaker alloggiato sul lato destro, mentre dalla parte opposta è collocato il microfono, una configurazione simile a quella vista su LG G2 e su altri device. Tra le due griglie spicca il connettore USB tipo C.

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In mano, il device risulta leggero e comodo da maneggiare: il vetro anteriore e posteriore e i bordi lisci e stondati, tuttavia, non sono certo un toccasana per il grip e l’effetto saponetta è sempre dietro l’angolo: meglio assicurarsi di avere una presa salda per evitare spiacevoli escursioni su pavimenti e superfici dure varie.

Il feeling premium è garantito sia dai materiali utilizzati che dalle finiture, davvero eleganti e da smartphone high-end compact quale Mi4s aspira ad essere: anche il test condotto su gente del tipo conosco-solo-samsung-e-iphone ha restituito buoni risultati.

Esteticamente dunque non si può che promuovere il device, ma c’è un ma: la parte posteriore è davvero bella a vedersi, tuttavia il sensore di impronte, pur circondato da una ghiera metallica, risulta poco evidente al tatto e spesso capita di posizionare il dito a casaccio.

Prima di passare oltre, ecco un veloce riepilogo delle specifiche tecniche.

Processore Qualcomm Snapdragon 808, esa-core 64-bit fino a 1.8 GHz
GPU Qualcomm Adreno 418
RAM 3 GB
Memoria interna 64 GB espandibile via microSD
Display 5 pollici IPS a risoluzione 1920×1080 (FullHD), 441 ppi
Batteria 3260 mAh, non rimovibile con Quick Charge 2.0
Fotocamera posteriore 13 Megapixel f/2.0 con flash LED dual-tone e autofocus a rilevamento di fase
Fotocamera anteriore 5 Megapixel f/2.0
Peso  133 g
Dimensioni  139.3 x 70.8 x 7.8 mm
Varie  Lettore di impronte digitali, cornice in metallo, parte anteriore e posteriore in vetro, USB tipo C, dual-SIM (slot ibrido microSD/nanoSIM), sensore IR, supporto 4G+

DISPLAY

Xiaomi Mi4s è dotato di un display LCD IPS da 5 pollici a risoluzione Full HD, con pixel density pari a 441 ppi. Si tratta di un pannello standard che svolge egregiamente il proprio lavoro, con luminosità più che sufficiente che garantisce la fruibilità del device anche sotto il sole più accecante.

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Nota di demerito per il sensore di luminosità, che appare lento nell’adattarsi alle mutate condizioni ambientali, con il risultato che spesso passando da un ambiente luminoso a uno buoi il display resta luminosissimo per alcuni secondi di troppo. La luminosità automatica risulta inoltre un pò troppo “ballerina”, salendo e scendendo anche a distanza di pochi secondi, problema riscontrato anche su altri device Xiaomi e aggirabile utilizzando app come Lux Auto Brightness, sempre sia lodata.

La regolazione del display appare inoltre un pò troppo aggressiva, con colori piuttosto sparati che danno l’impressione di trovarsi di fronte a un OLED più che a un LCD.

FOTOCAMERA

Xiaomi Mi4s utilizza una fotocamera posteriore dotata di sensore da 13 Megapixel f/2.0: pur mancando informaizoni ufficiali in merito, dovrebbe trattarsi dello stesso sensore Sony IMX258 utilizzato sul vecchio Mi4C. Manca la stabilizzazione, presente il solo autofocus a rilevamento di fase.

Passiamo alle prestazioni: sono fermamente convinto, e non sono il solo, che Xiaomi pecchi nell’ottimizzazione software del comparto fotografico dei propri device. Questo perchè mi è capitato di vedere diversi dispositivi Xiaomi con fotocamere che si comportano bene in condizioni di buona luce, ma non sono affatto presentabili quando la luminosità ambientale si abbassa.

Xiaomi Mi4s non fa eccezione: di giorno o comunque con buona luce le foto sono buone, l’autofocus è abbastanza rapido e il livello di dettaglio è accettabile considerata la fascia di prezzo del device. Di sera, con o senza flash, le foto risultano invece molto rumorose, con dettagli spesso mal definiti e, in ultima analisi, non all’altezza delle aspettative.

Non mancano varie opzioni a disposizione, come l’effetto Fish-Eye o i comandi manuali che permettono di regolare, esposizione, ISO, bilanciamento del bianco e messa a  fuoco, ma manca il supporto alle API Camera 2.

La fotocamera permette inoltre di girare video in slow-motion HD 120 fps, in cui i dettagli risultano tuttavia davvero poco definiti. La risoluzione video arriva fino a 4K, ma con l’app MIUI non c’è la possibilità di sfruttare quest’opzione, dovendo ricorrere a Google Camera o altre app di terze parti per sopperire all’inconveniente; tuttavia, la mancanza di stabilizzazione ottica e digitale non si sposa affatto bene con video a risoluzione tanto elevata.

Per confronto, ho effettuato alcuni scatti sia con la fotocamera MIUI che con l’app Camera FV-5, usando in entrambi i casi impostazioni automatiche. Trovate alcuni sample di seguito e il resto nella nostra gallery su Google+.

IL SOFTWARE

Dal punto di vista software, nulla da dire: l’aspetto estetico è soggettivo, ma la MIUI conferma la sua bontà prestazionale mostrandosi ancora una volta fluida, efficace e ricca di opzioni. Con la versione 7.2.8.0 on-board durante la recensione, non ho mai avuto problemi di sorta durante l’utilizzo, che risulta molto piacevole mancando qualunque tipo di lag o impuntamento.

Facciamo una premessa: questo è un dispositivo in vendita esclusivamente in Cina, pensato per l’utenza cinese. Ecco perchè non ci si deve sorprendere nel trovare, sulla ROM ufficiale, varie app per nulla utili all’utente occidentale, come social e via dicendo. Fortunatamente, in due minuti si disinstalla tutto o quasi.

Mancano anche i servizi Google, ma per quello serve ancora meno tempo: tramite il Mi Store è infatti possibile scaricare una piccola app che si occupa di installare Googel Framework, Contact Sync, Play Store e le altre componenti Google che di solito usiamo sui nostri device Android, in modo da poter sincronizzare contatti e quant’altro e poter recuperare le nostre app. Prima di utilizzare il device bisogna quindi spendere 5-10 minuti per trasformarlo in uno smartphone europeo.

Passiamo al dettaglio: tra le funzioni più apprezzabili figura certamente il centro sicurezza, con tutte le varie opzioni per la batteria (di cui parliamo nel dettaglio nel paragrafo successivo), la pulizia del device, la gestione dei dati e dei permessi delle applicazioni che consentono di gestire molto bene il proprio dispositivo, decidendo ad esempio a quali app garantire il permesso di avviarsi in automatico, opzione essenziale ad esempio per le applicazioni di instant messaging come WhatsApp.

Buone anche le opzioni a disposizione per il display, magari per calibrarlo un pò meglio (vedi sopra), o per utilizzare l’utile funzione double-tap-to-wake che Xiaomi ha implementato su Mi4s (manca però la funzione inversa: col doppio tocco è quindi possibile solo accendere il display, ma non spegnerlo).

Pur difficile da individuare a causa del design troppo piatto della parte posteriore, il lettore di impronte digitali fa un buon lavoro garantendo con successo lo sblocco del device in modo praticamente immediato.

Per quanto riguarda le performance pure, misurate con vari benchmark, non c’è ovviamente da sorridere: Snapdragon 808 è un chip mid-range dello scorso anno arrivato su qualche top di gamma per il fallimento di Snapdragon 810, e il livello non può essere che quello di un device di fascia medio-alta del 2015, come mostrano i punteggi.

Punto a sfavore dell’usabilità è il fatto che il device tenda a riscaldarsi piuttosto frequentemente nella zona che circonda il lettore di impronte, non necessariamente in situazioni di grosso stress: mi è capitato ad esempio di avvertire surriscaldamento anche solo installando qualche app o guardando un video. C’è quindi qualcosa che non va nel raffreddamento del dispositivo.

Veramente buono invece il comparto audio: suono sempre chiaro e pulito in capsula e bello potente dallo speaker inferiore, tanto che forse per la prima volta sono riuscito a utilizzare un device tenendo il volume solo poco oltre la metà. Tutto bene anche utilizzando le cuffie, per le quali non mancano le solite possibilità di regolazione e personalizzazione offerte dalla MIUI. Promosso a pieni voti.

Concludo la panoramica sul fronte software con alcune considerazioni riguardanti il modding. Come saprete, a partire da Novembre 2015 Xiaomi rilascia i suoi device con bootloader bloccato e ne rende possibile lo sblocco solo previa richiesta da parte dello stesso utente, abilitando il relativo Mi Account: un procedimento che richiede diverse settimane. Oltre a invalidare la garanzia, lo sblocco del bootloader è essenziale per installare custom ROM (come quelle, ad esempio, interamente tradotte in italiano): se quindi si desidera intraprendere questa strada, è bene assicurarsi che il proprio rivenditore fornisca copertura anche a device con bootloader sbloccato.

BATTERIA

Xiaomi Mi4s utilizza una batteria integrata da 3260 mAh, leggermente più grande di quella da 3000 utilizzata dal precedente modello. Il dispositivo supporta la tecnologia Quick Charge 2.0 che consente di ricaricare la batteria del 50% in circa 50 minuti, mentre per una ricarica completa servono circa due ore.

Diciamo subito che il leggero incremento della capacità ha effetti pressochè trascurabili sull’autonomia: Xiaomi Mi4s non è un campione in tal senso e utilizzare il device in modalità stress porta quasi sicuramente a doverlo ricaricare prima di andare a letto. Ho provato a metterlo un pò sotto torchio installando apposite app ciuccia-batteria come Facebook e bilanciando utilizzo in 4G con utilizzo in WiFi, dovendo ricorrere al caricabatterie nel tardo pomeriggio.

Con un utilizzo più bilanciato si ottengono invece buoni risultati: la buona ottimizzazione fa si che i consumi in standby siano molto ridotti, e dunque, lasciano in pace qualche ora il dispositivo, cosa piuttosto comune nelle giornate della maggior parte di noi, si riesce tranquillamente a portarlo fino a sera. Ho provato a utilizzarlo anche in modo molto ridotto, ossia solo per telefonate, tre-quattro video e un pò di instant messaging e ho ottenuto quasi due giorni di autonomia. A fine carica il tempo di schermo acceso è sempre stato inferiore alle quattro ore, aggiungendo anche 2-3 ore di chiamate vocali: risultati per l’appunto non entusiasmanti.

Come anticipato, la MIUI mette a disposizione numerose opzioni per la gestione della batteria: tramite i profili è possibile impostare le proprie preferenze per CPU, processi in background, reti, luminosità e time out del display, sincronizzazione, GPS e via dicendo.

È possibile inoltre sfruttare i profili pre-impostati Marathon, che disattiva WiFi e rete dati, e Sleep, che disattiva tutte le funzioni di rete, per guadagnare ulteriore autonomia. I vari profili possono anche essere attivati in diverse fasce orarie, ad esempio impostando il profilo Sleep nelle ore notturne. Nelle impostazioni è inoltre possibile gestire i consumi di ogni singola app, impedendo ad esempio che usino i servizi di localizzazione o la connessione dati in background.

CONCLUSIONI

Siamo arrivati al termine della recensione ed è quindi ora di tirare le somme.

Parliamoci chiaro: in valore assoluto, Xiaomi Mi4s non è affatto un cattivo device. Ha un’estetica in grado di conquistare anche l’utente medio, buone caratteristiche hardware, un software fluido e gradevole e se la cava praticamente in ogni comparto. Certamente un buon telefono sotto vari punti di vista.

Ci sono però alcuni fattori che penalizzano pesantemente questo device. In primo luogo, la collocazione: Xiaomi Mi4s si piazza infatti a metà tra Mi5 e Mi4c, ma in modo non sufficientemente distante dai due.

Mi spiego meglio: Xiaomi Mi4s è attualmente acquistabile per circa 280/290 Euro, da store cinesi (ad esempio, su Banggood) o italiani. Un prezzo inferiore a quello minimo di Mi5 di circa 50 Euro: in modo piuttosto ovvio, chiunque sceglierebbe di portarsi a casa il nuovo gioiello di casa Xiaomi per una differenza così piccola, dato il grosso divario in termini di performance che c’è tra i due device.

Non sufficiente nemmeno la distanza dal predecessore: Xiaomi Mi4c 3/32 GB offre infatti praticamente lo stesso hardware a circa 70 Euro in meno, con le uniche mancanze riscontrabili nella memoria non espandibile, nell’assenza di lettore di impronte e nella batteria leggermente meno capiente.

Aggiungo inoltre all’equazione Redmi Note 3 Pro, un device che alla stessa cifra di Mi4c e quindi con un prezzo sensibilmente più economico offre performance hardware superiori (lo Snapdragon 650 batte l’808 in qualunque test), memoria espandibile, lettore di impronte e una batteria da 4000 mAh in grado di garantire 7-8 ore di schermo.

Insomma, Mi4s sembra quasi capitato al posto sbagliato nel momento sbagliato: non costa tanto meno di Mi5 da esserne l’alternativa low-cost, nè offre quello step in più rispetto a Mi4c da spingere a pensare di spendere quel qualcosa in più per assicurarselo. Anche restringendo la ricerca al solo catalogo Xiaomi è già possibile enumerare ben 3 device da preferire a Mi4s con un budget compreso tra i 220 e i 350 Euro.

È un peccato, perchè l’idea di accompagnare il lancio di Mi5 con un dispositivo che potesse incarnarne una versione più economica non era cattiva: tuttavia, Xiaomi ha deciso di proporre solo un lieve update di Mi4c e non un vero e proprio “Mi5 Mini”, facendo così di Mi4s un device non in grado di brillare di luce propria, ma piuttosto un elemento estraneo in una line-up sempre più affollata e ricca di dispositivi interessanti.

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