UMI Iron Pro: la recensione

29 Dicembre 201526 commenti

Non completamente soddisfatta dell'ottimo Iron, UMI ha deciso di rilasciare a distanza di poche settimane una variante premium del dispositivo che prende il nome di Iron Pro, ma è un device che è forse fin troppo simile al suo predecessore.

UMI è ormai sul mercato internazionale degli smartphone da qualche anno, ma nonostante ciò non è ancora riuscita a ritagliarsi una sostanziosa fanbase, questo perché i suoi smartphone, seppur sempre buoni sulla carta, nella pratica si rivelano poi sempre inferiori alle aspettative, e solitamente per piccoli aspetti che avrebbero meritato di ricevere più attenzioni e facilmente risolvibili.

Il problema principale, secondo me, è che UMI stessa non ha ancora ben capito in quale nicchia del mercato insidiarsi, e così rilascia smartphone per fascia bassa e media, ma non riuscendo a lasciare il segno in nessuna di queste.
La serie Iron, almeno secondo UMI, dovrà essere quella che finalmente ribalta quanto appena detto, differenziandosi in questo settore che è ormai saturo di prodotti praticamente uguali.
“Basta, adesso mi impegno”, dissero i capi di UMI alzandosi le maniche tipo Mark Lenders.

UMI Iron Pro ha così intenzione di imporsi nella fascia media e per farlo trascinana con sé alcune caratteristiche tipiche dei device high end, principalmente sicurezza e qualità dei materiali (aggiungerei anche autonomia, ma insomma ormai i super flagship fanno ridere sotto questo aspetto, eccetto alcuni).

Sistema Operativo Android Lollipop 5.1
Processore MediaTek MT6753, Quad-Core 1.3GHz
RAM 3 GB
Memoria 16 GB Interna, espandibili mediante scheda SD
Display 5.5″ FHD IPS
Risoluzione 1920×1080 pixel, 440PPI
Fotocamera posteriore Sony IMX214 13MP
Fotocamera anteriore Omnivision OV8858 8MP
Batteria 3100 mAh
Dimensioni 152,3 x 76,5 x 7,9 mm
Peso 148 g
USB Type-C
Tipologia SIM Nano SIM (Slot 1), Nano SIM (Slot 2)

VIDEORECENSIONE

Qui potete trovare la recensione video di UMI Iron Pro, che tratterà tutti gli argomenti che potete tranquillamente leggere nella versione scritta.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=c79BC6K0PmU

Design

Realizzato in alluminio, rende fede al suo nome Iron (letteralmente no, ma insomma) dando proprio l’idea di qualcosa di metallico e resistente, anche se onestamente ricorda più l’acciaio che il ferro.
I materiali con cui è stato realizzato possono facilmente trarre in inganno i più inesperti facendogli credere che si tratti di un terminale di lusso, ma anche chi-ne-sa si farà ammaliare facilmente dalle eleganti linee di Umi Iron Pro.

Andiamo a vederlo più da vicino.

front

La zona frontale del dispositivo presenta lo schermo da 5.5 pollici assieme al sensore di prossimità, di luminosità, l’obiettivo della fotocamera, il flash frontale e, in basso, il led di notifica.

Non sono presenti i tasti capacitivi, in quanto UMI ha deciso di optare per quelli on-screen. Scelta discutibile, e prettamente soggettiva, ma che personalmente non appoggio, preferirei che venisse usata parte della cornice, invece di sprecare spazio sul pannello.

Anche se poco visibile in questa foto, i più attenti avranno già notato che UMI Iron Pro arriva con una pellicola protettiva già applicata, anche se non al meglio. Sono presenti molte bolle d’aria che unite alla scarsa qualità generale della pellicola in sé (trattamento oleofobico non pervenuto e in più si graffia molto facilmente) aggravano notevolmente la situazione.

Le cornici sono abbastanza corpose sia nella sezione superiore che in quella inferiore, e in più ce ne sono alcune nascoste attorno al display che saranno visibili solo quando questo è acceso. In definitiva, aumentano considerevolmente le dimensioni di UMI Iron Pro.

led

Il led di notifica, denominato Skyline, mi è piaciuto talmente tanto che ho deciso di riservargli un paragrafetto.
L’animazione in stile pulse è molto elegante, la luce emanata è intensa e sempre visibile, i colori selezionabili sono otto (solitamente i cinesi hanno solo verde, rosso e blu) e finalmente posso impostare il led viola per le notifiche che mi ha reso più felice di quel che possiate immaginare.
L’unico difetto che gli posso imputare è che il led è in funzione anche quando il display è attivo, in tal caso si dimostra fastidioso e poco desiderato.
Escludendo questo piccolo inconveniente che sarà facilmente risolvibile via software, il led presente su UMI Iron Pro è sicuramente uno dei migliori che io abbia mai potuto provare, tra i dispositivi cinesi almeno. (il mio preferito di sempre resta ancora quello del Note II)

La zona posteriore è costituita da alluminio al centro e plastica nelle zone inferiori e superiori per evitare di schermare completamente il segnale telefonico. Come vedete, è presente un adesivo di UMI, un vero pugno nell’occhio. La rimozione è piuttosto semplice, anche se resteranno dei residui che richiederanno vari sfregamenti per essere annichiliti.

Esplorando qua e la incontriamo, in ordine sparso, la fotocamera posteriore sporgente, il led flash, lo speaker, il secondo microfono per la riduzione del rumore in chiamata e il sensore di impronte.

Il retro ha una forma bombata che rende comoda l’impugnatura in mano, ma l’alluminio, per via della sua composizione, rende il device molto scivoloso e bisognerà essere veramente cauti nel maneggiamento, perché la botta fatale è sempre dietro l’angolo.

bottom

In questa sezione troviamo il jack da 3,5 mm. Da questa angolazione è inoltre possibile notare la sporgenza della fotocamera: saggia decisione per evitare di aumentare lo spessore complessivo del terminale.

up

In fondo a UMI Iron Pro troviamo solamente due elementi: il microfono e l’ingresso USB. Attenzione: l’USB è type-c, per cui dovrete utilizzare cavi ad-hoc come quello che troverete nella confezione! Addio quindi ad amici che ti permettono di scroccare il loro carica-batterie quando il tuo telefono sta per morire.

side1

A lato dello smartphone è presente il carrellino dove inserire le SIM, entrambe compatibili solamente nel formato Nano. Sempre all’interno del tray, è possibile introdurre una memoria SD nello slot per la seconda SIM. Ciò significa che o usiamo la memoria esterna, o due SIM, non è possibile avvalersi di entrambe le funzionalità.

Avrete certamente già notato le viti (design che mi piace, come ho già fatto notare in altre recensioni), ma quello che probabilmente vi è sfuggito…  è che ne manca una (sulla sinistra, nel video si vede meglio). Non saprei spiegarmi perché, in ogni caso errore di UMI, non è che in dieci giorni che l’ho avuto io abbia potuto fare chissà cosa per perdere una vite.
Un piccolo neo, perché comunque il telefono è saldo e ben costruito, ma sorprende come UMI si sia persa in un bicchier d’acqua.

side2

Nel lato opposto, quello sinistro, troviamo il tasto Power, altre viti, e il bilanciere per la regolazione del volume.

Non ho ben capito il senso di mettere questi elementi sulla sinistra, visto che la maggioranza della popolazione è destrimane. Usando il device con una mano è perciò molto scomodo raggiungerli, a meno che non siate mancini, e se avete intenzione di usare una flip cover allora saranno praticamente su un altro pianeta.

Da qui è inoltre possibile esaminare lo spessore del device, pari a 7,9mm, ottimo risultato vista la capiente batteria di cui è dotato. Il peso dichiarato di 148g, è ben distribuito, facendo sembrare UMI Iron Pro ancora più leggero.

Display

Il display LCD è della dimensione di 5.5 pollici, in risoluzione Full HD e con una densità di pixel per pollice pari a 441 (PPI). La presenza dei tasti a schermo sottrae una piccola parte di spazio utile, per cui i 5.5 pollici effettivi diventano circa 5.3 utilizzabili.

La luminosità massima è piuttoso bassa, e all’aperto lo schermo non è perfettamente visibile, in particolare anche per via della pellicola non oleofobica applicata. Preparatevi a vedere impronte digitali, più che notifiche di WhatsApp.
Per una volta, mi trovo (anche se non completamente) soddisfatto della luminosità minima, piuttosto bassa. Devo sottolineare che abilitando la luminosità automatica, è possibile scurire ulteriormente lo schermo, peccato però che non sia fattibile manualmente!

Visto che è appena stato indirettamente menzionato: il sensore di luminosità è molto reattivo nella rilevazione della luce ambientale, purtroppo dal lato software non c’è lo stessa efficienza e i valori associati a questa sembrano essere scelti casualmente. (e mi tocca usare Lux Auto Brightness! Lo avete installato, sì? Recensione durante le vacanze di natale, forse, prima o poi ci sarà)

Le resa cromatica è buona, in particolare per quanto riguarda i neri, un po’ meno per i verdi che ho trovato decisamente troppo accesi, ma per questo c’è un workaround che descriverò qua sotto.

Una funzione veramente fantastica di UMI Iron Pro è la possibilità di usare la tecnologia MiraVision per modificare a proprio piacimento il comportamento display e la visualizzazione dell’immagine.
Partendo con le cose facili, aprendo MiraVision si potranno scegliere le configurazioni “Standard” o “Vivid”, ma non ci interessano perché fanno poca differenza.
Il piatto forte è ovviamente “User Mode” che permette di settare manualmente variabili come contrasto, saturazione e temperatura del colore e altro ancora, il tutto con una pratica finestra che mostra la differenza tra il prima e il dopo. Se fate dei danni, c’è sempre la possibilità di ripristinare i valori predefiniti, quindi smanettate pure con tranquillità che tanto non diventate ciechi.

 

 

Fotocamera

lettore

Mi sento sempre come un disco rotto quando parlo della fotocamera degli smartphone cinesi di fascia media, perché mi tocca ripetere un po’ sempre le stesse cose (anche perché spesso e volentieri sono le unità stesse a essere uguali).

La fotocamera posteriore Sony IMX214 permette di catturare immagini fino alla risoluzione di 13 mpx. La qualità degli scatti non è eccelsa, infatti se l’illuminazione non è veramente forte, è sempre presente una notevole quantità di rumore.
Forse per la prima volta da quando testo device cinesi, ho trovato un led flash che non fa completamente schifo: quello di UMI è bilanciato per fornire una luce che non altera la tonalità dei colori, e in più è anche piuttosto intenso. Quindi sì, gli scatti al buio non saranno più un’utopia, ecco, però non bisogna nemmeno aspettarsi risultati strabilianti: si raggiunge la sufficienza.
Menzione negativa per quanto riguarda il fotografare oggetti molto ravvicinati, perché la messa a fuoco, oltre a essere lenta, non è nemmeno efficiente.

La fotocamera anteriore Omnivision da 8MP si comporta analogamente a quella posteriore, e allo stesso modo, dispone anch’essa di un led flash. A differenza di quella precedentemente descritta, svolge decisamente male il suo compito, illuminando solamente la zona centrale dell’immagine, e in maniera piuttosto lieve. Più che farsi un selfie in discoteca, non si può fare altro.

Parlando invece di registrazione video, come sempre vi ho uppato due video test da poter esaminare

httpvh://www.youtube.com/watch?v=VQfUU0WCPw4

httpvh://www.youtube.com/watch?v=QyfqhIlw7hA

I video in Full HD per la videocamera posteriore, e solamente HD per quella anteriore, sono di ottima fattura, in particolare mi ha positivamente sorpreso quello in notturna, molto luminoso nelle zone catturate, nonostante il buio pesto. Anche in diurna il test è stato superato ben oltre le mie basse aspettative.

L’app Fotocamera in sé è essenziale e piuttosto minimale, tipica di Android Stock. All’interno troviamo infatti le tipiche impostazioni e funzionalità, se non per l’aggiunta di un particolare tipo di cattura che, immortalando un oggetto da più angolazioni, permetterà poi di esplorarlo a 360 gradi.

Software

A bordo di UMI Iron Pro troviamo preinstallato Android Lollipop 5.1, modificato leggermente da parte di UMI, ma nel senso buono perché sono state solamente aggiunte features utili e non bloatware alla TouchWiz.
In particolare mi riferisco alla funzione di regolazione dello schermo di cui vi ho parlato precedentemente ed altre che andremo a scoprire tra poco.

Nonostante il trend tipicamente cinese di eliminare il drawer a favore del buttare tutto sulla home, che onestamente non mi è mai piaciuto, UMI ha deciso bene di attenersi alle guidelines di Google mantenendo il drawer e limitandosi a cambiare l’icona classica con il logo UMI.

La ROM è pre-rooted, così da avere sin da subito disponibili i permessi di amministratore già dal primo avvio. È però necessario considerare un aspetto importante di questa decisione di UMI: da una parte avere già i permessi di root è certamente un plus per i power user, ma non dobbiamo dimenticare che questi rappresentano una minoranza della clientela, e quindi un device rooted di default può essere vittima di qualche danno causato da un uso improprio dello stesso.
Nonostante questo, UMI ha fatto uno step ulteriore strizzando l’occhio alla modding community e permettendo di avere facile accesso allo sblocco del bootloader, che può avvenire semplicemente scegliendo l’opzione rispettiva nel menù per gli sviluppatori.

Un altro elemento per me super-positivo perché lo amo alla follia, è trovare preinstallato ViPER4ANDROID, che se usato da mani esperte, permettono di aumentare sensibilmente la qualità audio in uscita dal telefono, principalmente per la musica in cuffia. Per non andare fuori tema, non mi posso dilungare molto su questo aspetto, perché letteralmente richiederebbe un intero articolo. Se vi dico “reverberation” o “convolver” e non avete idea di cosa stia dicendo, allora lasciate stare ViPER, a meno che non vogliate investire del tempo nel capire come funziona (e ne vale la pena, rivoluziona completamente l’audio su Android).

Lo spazio di storage è unificato, per cui non ci sarà una partizione riservata esclusivamente all’installazione di app, scelta assolutamente da me condivisa perché non ho mai capito per quale motivo dividere la memoria in due, limitando così chi vuole avere più spazio per le app e chi per i dati multimediali, lasciate decidere a noi!

Gestures a schermo spento. Non personalizzabili nel path da registrare, sono piuttosto limitate anche nell’utilizzo. Sono comunque tutte registrate correttamente e istantaneamente dal dispositivo, ad eccezione di una che consiste nel fare una sorta di lettera “i” partendo dall’alto e andando verso il basso che purtroppo non viene praticamente mai riconosciuta, e serve a sbloccafe il dispositivo. Poco male, è comunque presente il double tap to wake.
Il problema delle gesture è che le azioni stesse sono prefedinite: possiamo semplicemente sbloccare il dispositivo, lanciare la fotocamera e poco altro ancora. UMI, perché non ci hai permesso, almeno, di avviare un’app decisa da noi?

Ad aggiungersi alle feature di UMI è U Health, un’app che ci permette di monitorare alcuni piccoli aspetti della nostra salute.

Le opzioni sono limitate al rilevamento della frequenza cardiaca e a uno stressometro.
La prima feature funziona correttamente, il valore rilevato è solitamente piuttosto vicino a quello reale, mentre per quanto riguarda lo stressometro, non ho nemmeno idea di cosa rilevi per cui non capisco come possa sapere se sono stressato o meno semplicemente analizzandomi il dito. Come vedete però, il mio stress è nella zona verde, quindi basso, cosa che è vera però insomma mi sembra tirata a caso.

In entrambi i casi il rilevamento funziona allo stesso modo, e consiste nel piazzare l’indice sulla fotocamera frontale, non troppo duramente, e aspettare qualche secondo che termini la procedura.

 

Multimedia

Come di consueto, iniziamo con lo speaker. Forse l’aspetto che mi ha convinto meno di UMI Iron Pro.
Nonostante il posizionamento nella zona posteriore possa sembrare infelice, la forma bombata del terminale fa sì che lo speaker non sia a contatto con la superficie su cui appoggia, evitando così il fastidioso smorzamento dell’audio in uscita, che nel caso di UMI Iron Pro è sempre piuttosto basso.

La qualità in sé dell’audio è anch’essa da rivedere, impostando il volume al massimo il suono risulta piuttosto distorto e poco nitido, in particolare per la riproduzione musicale, di conseguenza decisamente sconsigliata per questo motivo e anche per via del volume scarso.

Spostando l’attenzione sul lato video, fortunatamente qui la storia è migliore. I video in 1080p sono perfettamente riprodotti, anche se aumentando gli FPS a 60 è possibile notare qualche piccola incertezza.
Ho evitato ancora una volta il test per i video 4k perché non li considero attualmente importanti per quanto riguarda il mercato smartphone (davvero qualcuno li guarda sul cellulare? non ci credo).

Performance

A bordo di UMI Iron Pro troviamo MediaTek MT6753, che come direbbe Caressa su FIFA “è come il prezzemolo, lo si trova dappertutto”.
A parte l’infelice citazione, è proprio vero che ormai questo SoC è presente su praticamente ogni medio gamma Android cinese, rendendo infatti i telefoni di questa categoria tutti un po’ simili fra loro.

Il chip in questione è un octacore64 bit con otto core ARM A53 alla frequenza massima di 1.5 GHz, affiancato dalla GPU Mali T720 a 600 MHz, purtroppo l’anello debole della configurazione, e infine da 3GB di memoria RAM.

Detto questo, passiamo ora ai risultati ottenuti nei vari benchmark test.

Il primo banco di prova è il più classico dei classici: AnTuTu.
Come molti di voi già sapranno, AnTuTu è stato di recente aggiornato alla versione 6, proponendo ora più test grafici e inoltre è stato aggiunto un nuovo sistema di valutazione. Visto che però è ancora presto per abbandonare completamente il vecchio AnTuTu, ho eseguito entrambi i test.
In video c’è la versione 6, negli screenshot la 5.
In entrambi i casi, risultati in linea con gli altri smartphone che montano questo MT6753.
Da notare come nel nuovo AnTuTu le riproduzioni grafiche in 3D e FullHD siano completamente instabili e con pochissimi frames al secondo, a dimostrare che è proprio la GPU ad essere sottotono.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=CiAezyQsSZY

Il prossimo test è il Vellamo. Questo è suddiviso in tre prove: la prima, misura la capacità del telefono nella navigazione internet con l’applicazione Chrome, mentre le altre due riguardano più specificatamente il processore, testando la sua efficacia nel processing in single core e in multi core.
Il risultato ottenuto negli screenshot è paragonato con quello di alcuni smartphone attuali.
Nonostante un risultato non certo entusiasmante, la navigazione con Chrome è sempre molto fluida e scattante.

Passiamo ora a 3D Mark – Ice Storm Unlimited, che, per chi non lo sapesse, è un test dove viene riprodotta una complessa sequenza grafica 3D e il compito del device è quello di riuscire a visualizzarla al meglio.
Questo è il banco di prova più difficile per la GPU, e proprio come immaginavo, il test in FullHD non è stato assolutamente superato.

Ice Storm Extreme, che invece si svolge in risoluzione HD, è ben più fluido e godibile, anche se il framerate, come dimostra lo screenshot sulla destra, è tutto fuorché costante.

Passiamo ora la parola a PCMark, applicazione sorella dell’appena vista 3DMark, dove viene effettuato un test più generale del sistema, molto somigliante a quello eseguito da AnTuTu.

GeekBench 3 ha il compito di mettere alla prova la CPU e la sua capacità di calcolo single core e multi core. Qui è possibile notare la strategia di MediaTek in azione: migliorare le performance generali aumentando la quantità di core disponibili a svolgere un determinato task.
Singolarmente, infatti, ogni core raggiunge un punteggio che è del 50% (circa) inferiore a quello di S5, mentre nel test multicore il risultato ottenuto è praticamente lo stesso, questo perché S5 è un quadcore, mentre MT6753 un octacore.

L’ultimo test, quello di Androbench, serve a misurare la velocità di lettura e scrittura della memoria del dispositivo.

Ora invece un momento di transizione tra benchmark ed esperienza d’uso reale, con il test di GameBench e Mortal Kombat X.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=BMsfivL14ek

UMI Iron Pro non si comporta molto bene, ma la cosa mi sorprende veramente poco perché avevo già effettuato questo test con altri MT6753 e mi hanno dato tutti lo stesso risultato.
Nel complesso, il gioco è piuttosto fluido, mantendendo all’incirca 30 FPS. Il problema sorge quando a schermo vengono mostrati effetti speciali che fanno drasticamente calare il framerate. Certo, sono situazioni che si risolvono in fretta, però comunque rovinano il gameplay e infastidiscono non poco.

Ma lasciamoci alle spalle i benchmark e parliamo di esperienza d’uso reale.
Come già detto e ampiamente dimostrato, il punto debole dello smartphone è la GPU che non è in grado di svolgere correttamente i task più ardui.
Ciò non significa assolutamente che la GPU fa schifo sempre, anzi, nel normale utilizzo quotidiano si dimostra all’altezza del compito.
Navigare, chattare, fare foto, e tutte quelle robette che facciamo con gli smartphone si svolgono senza problemi e sempre in maniera piuttosto fluida, anche grazie ai 3GB di RAM e alla potenza della CPU.
Per cui, se volete un gaming device allora Iron Pro è da bocciare (compratevi una console in tal caso), se invece questo aspetto non rientra nei vostri interessi allora la situazione si capovolge.

Connettività

UMI Iron Pro, essendo dotato di SoC MediaTek MT6753, supporta la funzionalità Dual Sim Dual Standby, ed entrambe sono compatibili con il telefono solo nel formato Nano, cosa che onestamente non ho apprezzato particolarmente, avendo solo micro SIM. Ma oh, è il processo tecnologico e bisogna adeguarsi (adapt or perish).

La seconda sim condivide lo slot con la scheda di memoria SD, per cui dovrete scegliere se avere una memoria più capiente, o una doppia sim. Purtroppo questo è un trend sempre più popolare tra i device cinesi, e non riesco a capire il motivo dietro a questa scelta, visto che la possibilità di ampliare la memoria via SD e la doppia sim sono alcuni degli aspetti (insieme al prezzo, non prendiamoci in giro) per cui i cinafonini sono ora così popolari. Perché costringere gli utenti a scegliere? Io voglio entrambi.

Polemica a parte, UMI Iron Pro supporta le seguenti frequenze: 3G a 900, 1900 e 2100 MHz, mentre in 4G a : 1800, 2100 e 2600 MHz.
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La ricezione è un aspetto del terminale che UMI dovrebbe rivedere. Non ho mai riscontrato problemi nell’utilizzo dello smartphone e nella connessione/chiamate, ma se paragonato ad altri cellulari, il valore di segnale rilevato da Umi Iron Pro è sempre un qualcosa tipo 20% inferiore.

La chiamata si svolge sempre senza problemi: l’audio in capsula è molto definito e ad alto volume, e la nostra voce è anch’essa sempre chiara, questo anche grazie al secondo microfono che permette di rimuovere drasticamente i rumori di sottofondo.

Il GPS è di ottima fattura, il fix è velocissimo, a volte basta anche un solo secondo per ottenerlo, e la rilevazione della velocità avviene correttamente. Non a caso, si rivela ottimo anche nella navigazione, nessun problema riscontrato con Waze durante un tragitto di prova con UMI Iron Pro sempre molto preciso nella geolocalizzazione della vettura.

Vorrei inoltre spendere due parole, non decisamente positive, sul WiFi. La qualità della connessione, probabilmente anche per via del retro in alluminio, non è sempre efficiente come altri smartphone.

Un curioso problema riguarda episodi di disconnessione dal router WiFi: ho notato che lasciando il telefono in standby per qualche ora, e poi in seguito tornare a utilizzarlo, questo risulterà disconnesso da Internet nonostante sia connesso correttamente al modem/router.
Per trasparenza segnalo che il test è stato effettuato con il modem per la fibra ottica fornito da Fastweb.

Autonomia

Spoiler Alert: il punto dove UMI Iron Pro brilla maggiormente

Partiamo prima con le cose negative, togliamoci il dente: il caricabatterie da 1A ci mette all’incirca tre ore a effettuare un ciclo di ricarica intero, USB Type-C si rivelerà un problema perché i cavi micro usb sparsi per casa non saranno più compatibili e infine il design unibody non permetterà di estrarre la batteria. Capirete da soli però che sono cose di poco conto.

Parliamo di cose belle invece, ossia i 3100 mAh di batteria accoppiati a un processore poco energivoro. Sommiamo queste due cose e otteniamo un’autonomia stellare.
Nonostante i primi giorni di test siano molto stressanti per ogni smartphone (benchmark grafici, benchmark gpu, test gaming ecc hanno grosso impatto sulla batteria), sono stati un gioco da ragazzi per UMI Iron Pro.
Ancora ricordo quando una sera volevo far scaricare in fretta la batteria giocando a Mortal Kombat X e UMI Iron Pro non accennava a volersi spegnere nonostante i soli 10% di autonomia rimanente, costringendomi a giocare anche se non ne avevo voglia.

In quante ore di schermo acceso si traduce quanto detto? Date un’occhiata agli screenshot e verificate con i vostri occhi.

I risultati reali però non sono adatti a una recensione perché non sono un indicatore affidabile dell’autonomia complessiva del terminale. Questo perché le variabili che incidono sui consumi sono innumerevoli, e sia perché ogni persona usa lo smartphone a modo suo e di conseguenza anche i consumi stessi sono, nel loro piccolo, unici.

Passiamo perciò la parola al benchmark test per la batteria di PCMark, che simulerà un generico uso del dispositivo sempre uguale ripetuto in maniera ciclica e perciò perfetto per stabilire una linea guida universale tra i diversi consumi e i diversi smartphone.

Lo screenshot a sinistra mostra il risultato del test effettuato con il massimo livello di luminosità disponibile, mentre quello a destra è stato ottenuto con quello minimo.
In ambo i casi, risultato fantastico!

 

SICUREZZA

Un paragrafo a parte è necessario per quanto riguarda l’argomento sicurezza su questo smartphone, aspetto su cui UMI ha cercato di fornire il massimo delle opzioni disponibili.
Andiamo a vedere quali sono.

fotocamera

Come avete già immaginato, o letto se siete stati attenti e avete seguito l’articolo, UMI Iron Pro è dotato di un lettore di impronte digitali posto sul retro dello smartphone.

Tra le prime feature interessanti da notare è che il lettore è sempre attivo, e perciò non è necessario attivare il terminale per poter usufruire di questa misura di sicurezza.
Il lettore è molto preciso e veloce nel riconoscimento dell’impronta e solo raramente questa non verrà riconosciuta.
Questo, almeno, per quanto riguarda le dita in condizioni normali, se come me avete spesso le mani sudate per i motivi più disparati, allora in questo caso UMI farà un po’ più fatica a completare con successo il processo di riconoscimento biometrico.

Il Voice Unlock costituisce il secondo livello di sicurezza, e permette di sbloccare il dispositivo mediante riconoscimento vocale. Per configurare questa feature, non basterà altro che selezionarla dal menù “Sicurezza” e seguire il wizard che guida durante la registrazione.
Una volta fatto ciò, sarà possibile sbloccare lo smartphone con la parola scelta.
Bisogna però evidenziare due importanti elementi negativi.
Il primo consiste nel riconoscimento in sé che è piuttosto preciso solo nel caso attorno a voi ci sia completo silenzio, ma se così non fosse, sarà difficile riuscire a sbloccare il terminale. Il secondo aspetto, quello secondo me peggiore, è che per usufruire del Voice Unlock bisogna aver acceso lo schermo, rallentando così totalmente il processo. A questo punto, faccio prima a usare l’impronta o un PIN, no?

EyePrint ID Unlock è l’ennesimo livello di sicurezza e permette di sbloccare il terminale mediante riconoscimento della retina.
Questo avviene mediante l’uso della fotocamera frontale, e sarà ovviamente necessario avvicinarla il più possibile all’occhio per poter salvare, e in seguito verificale, lo scan effettuato.
Essendo totalmente dipendende dall’unità appena citata, l’efficienza di questo metodo di sblocco è molto discutibile. Innanzitutto, sarà necessario essere o in una stanza super illuminata oppure all’aperto, altrimenti il riconoscimento risulta impossibile perché UMI Iron Pro non riesce a verificare l’occhio che sta tentando di analizzare.
In secondo luogo,la procedura è piuttosto lunga anche in condizioni ottimali, rendendo l’operazione di sblocco come minimo fastidiosa.
È proprio la tipica funzione da bar: ci fai il figo con gli amici cinque minuti e poi non la userai mai più.

 

Verdetto Finale

UMI Iron Pro mi è piaciuto davvero tanto e mi ha soddisfatto quasi a pieno. Ho dovuto aggiungere quel “quasi” perché ci sono alcuni piccoli problemi che avrei preferito non trovare, tipo la vite mancante oppure alcuni più grossi come una versione Pro di uno smartphone che è praticamente uguale a quella base.
Certo che a soli 160€ circa, più spese di spedizione e se siete sfortunati anche tasse doganali, è comunque un ottimo affare: device sempre reattivo nell’utilizzo reale, un po’ meno sui giochi, e soprattutto con un’autonomia veramente stellare. Uniamo quanto detto a un design in alluminio molto elegante e abbiamo veramente un best buy per questa fascia di prezzo, dove la competizione è più agguerrita che mai (per qualche motivo siamo letteralmente invasi da MediaTek MT6753 con praticamente sempre le stesse specifiche).
Tra i tanti cinesi con 3GB di RAM e MediaTek MT6753 cosa sceglierei? Sicuramente UMI Iron Pro.

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