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Quanto è open-source Android? Ecco la spiegazione di un’infografica

Molti di noi per scegliere il proprio smartphone o tablet non guardano solamente l’aspetto estetico o la moda, bensì valutano quale smartphone con il proprio sistema operativo e personalizzazione possa essere quello giusto per le proprie esigenze. A far pendere maggiormente l’ago della bilancia su questa decisione è senza dubbio il sistema operativo, per esempio c’è chi sceglie Android perchè è una piattaforma open-source e quindi offre una libertà d’utilizzo all’utente; c’è invece chi preferisce una piattaforma chiusa come iOS, con il quale si è vincolati alle decisioni della casa madre, ma risulta essere ottimizzato in modo migliore per vari aspetti. Parlando di open-source, al giorno d’oggi il più famoso per dispositivi mobile è Android, ma è davvero open-source quanto gli altri colleghi?

Se Android è la piattaforma mobile open-source più famosa al mondo, forse ciò che lo circonda è molto più open rispetto al nostro amato robottino.

In molti ci siamo chiesti se il sistema operativo di Google fosse realmente e totalmente open, o fosse relativamente open. Genericamente un progetto, come Android, open-source dovrebbe avere un codice pubblico per tutti gli utenti, per tutti gli interessati, i quali potrebbero apportare le proprie modifiche e migliorie al software.

Grazie alle lamentele che molti di noi abbiamo lasciato sparse sul web sulla natura non tanto open di Android, Network Vision Mobile, attraverso alcuni parametri, ha voluto misurare il grado d’apertura dei più famosi progetti open-source: Android, Symbian, MeeGo, Linux, Webkit, Mozilla, Eclipse e Qt.

Per la valutazione sono stati utilizzati quattro parametri:

Di seguito troverete tutta l’infografica dettagliata:

Cosa abbiamo notato da quest’analisi? Che prendendo in considerazione quei parametri, il sistema operativo Android, tra gli otto progetti open-source, è il meno open, piazzandosi all’ultimo posto con un indice di apertura pari al 23%, il più open risulta essere Eclipse con l’84%, seguito da Linux e Webkit, con rispettivamente 71% e 68%.

 

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