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Android, la storia completa

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  1. #1
    Senior Droid L'avatar di Krait


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    Android, la storia completa

    Android lo associamo al sistema operativo mobile più diffuso al mondo, ma come lo è diventato? Ripercorriamo insieme la sua nascita e seguiamo passo-passo la metamorfosi che ha compiuto in questi anni fino ad oggi.


    "Make a device about the size of a small candy bar that cost less than $10 and allowed users to scan objects and unearth information about them on the Internet. "

    "Realizzare un dispositivo dalle dimensioni di una caramella, che costi meno di 10$ e permetta agli utenti di scannerizzare oggetti ed ottenere informazioni riguardo esso su internet"


    Era il 1999 quando Andy Rubin ebbe questa semplice idea. Un' idea astratta e magari un po' infantile, ma che piano piano si insidiò nella sua mente, evolvendosi in uno dei più grandi progetti odierni.
    La prima concretizzazione approssimativa di quel pensiero, avvenne nel "lontano" 2002, dove con l'aggiunta di un modulo per la trassmissione/ricezione radio, quindi conseguente aumento di dimensioni e di prezzo, naque il Danger Hiptop.

    Nello stesso anno, durante un seminario per la presentazione del prodotto presso la facoltà di ingegneria di Stanford, Rubin incontrò Larry Page e Sergey Brian, i fondatori di Google.
    Alla fine della presentazione, mentre Page esaminava il dispositivo, scoprendo che lo stesso utilizzava Google come motore di ricerca predefinito, si lasciò scappare uno spontaneo "Cool!"
    Entrambi i fondatori di Google, cominciarono quindi ad utilizzare il Hiptop, però da tempo alimentavano l’idea di poter realizzare una propria piattaforma, ma senza sapere se investire sul software, sul hardware o su entrambi.

    Tre anni più tardi, nel 2005, Rubin contattò Page, per illustrargli la sua visione del futuro, ovvero una serie di dispositivi mobili, che permettessero agli utenti di connettersi alla rete ovunque egli si trovassero.
    Controcorrente rispetto alla concorrenza che utilizzava sistemi proprietari, Startup Android Inc. offriva una rivoluzione dei OS mobile, ovvero una piattaforma open source basata su kernel Linux, messa a disposizione di chiunque gratuitamente.

    Page non fu troppo sorpreso dalla presentazione del prodotto, anche perché Microsoft aveva già commercializzato Windows Mobile, realizzando lentamente ciò che Rubin profetizzava, piuttosto, dalla richiesta di Rubin, che non si trattava di un finanziamento, bensì di una dichiarazione pubblica che Android fosse il sistema scelto da BigG. Ma Page seppe sorprendere ancor di più Rubin, proponendogli l’acquisto della Startup Android Inc., così lo stesso anno, quella piccola società si trasformò nella Google Mobile Division, affidata ovviamente a Rubin.
    Tuttavia non era chiara la strategia da utilizzare e quando in quel novembre fu fondata la Open Handset Alliance, i dubbi incrementarono e la domanda comune fu: “Come può un consorzio aiutare la società ad entrare nel mercato mobile?”

    Questi dubbi vennero chiariti due anni dopo la fondazione della OHA, quando Google rilasciò il primo Android Software Developer Kit, mettendo a disposizione 10 milioni di dollari a coloro che realizzassero le migliori applicazioni per il sistema.
    Google aveva intenzione di creare un sistema software flessibile ed adattabile messo gratuitamente a disposizione degli sviluppatori, che fosse (per quanto possibile) indipendente dall’hardware.
    L’idea era di rendere la navigazione “tascabile” pratica come da computer, una strategia che fu confermata vincente da quello che oggi è il suo principale concorrente: l’iPhone portava il 5% del traffico mobile sul motore di ricerca di Google.

    Si potrebbe realizzare un argomentazione convincente, dimostrando che nessuna tecnologia di consumo al mondo si sia evoluta in fretta come gli smartphone. Ed Android è al nucleo di questa evoluzione.


    Android 1.0 "Astro"


    L'era di Android ebbe ufficialmente inizio il 22 ottobre 2008, quando il T-Mobile G1 venne lanciato sul mercato americano (in Europa fu commercializzato con il nome di HTC Dream). Inizialmente, molte caratteristiche, di cui oggi non potremmo farne a meno, erano assenti, come per esempio la tastiera su schermo o il multitouch. I presupposti per un buon successo c'erano ed alcune delle peculiarità distintive di questo sistema operativo perdurarono oltre la prima release:

    Finestra delle notifiche. Sebbene il terminale non fosse privo di difetti, fin dal primo giorno, venne riconosciuto universalmente di come Android avesse rivoluzionato il sistema delle notificazioni (ci vorranno tre anni prima che iOS sviluppasse una soluzione altrettanto efficace). Il segreto era nella barra di stato del G1, che poteva essere trascinata verso il basso e rivelare in una sola lista tutte le chiamate perse, i messaggi ricevuti e gli allarmi preimpostati. Il concetto fondamentale persiste, in una rivisione più perfezionata, in Ice Cream Sandwich.

    Widgets. Un elemento che ancora oggi contraddistingue Android da iOS, ed in un certo senso, da Windows Phone, è il supporto dei widget sulla home screen. Google aveva grandi progetti sui widget fin dall'inizio, purtroppo però all'epoca non c'è stato un grande approccio, dato che gli sviluppatori non avevano possibilità di realizzare dei widget personalizzati.

    Integrazione con GMail. Ancora prima della realizzazione del G1, GMail supportava da tempo l'integrazione POP ed IMAP per i client e-mail mobile, il problema era che questi protocolli non erano particolarmente adatti a sostenere alcune delle caratteristiche di GMail. Android 1.0 risolvette questo inconveniente, sviluppando la miglior esperienza di GMail mobile sul mercato.

    Android Market. Oggi è difficile immaginare uno smartphone senza un app store dedicato, ma all'esordio, l'Android Market del G1 aveva ben poco in comune con il Market odierno: fu proposto con giusto una manciata di applicazioni gratuite (come ci si può aspettare da un sistema esordiente) e non aveva la ricca e versatile interfaccia delle versioni recenti.
    Il vero problema era rappresentato dall'assenza di un supporto per un qualsiasi metodo di pagamento, causa per cui non vennero sviluppate applicazioni complesse, problema che fu risolto nell'anno seguente.

    L'interfaccia utente di questa prima versione del sistema, fu sviluppata con la collaborazione di The Astonishing Tribe, una società svedese di design interattivi.
    Guardando attentamente, si può notare il contrassegno lasciato dalla TAT sul software: l'orologio analogico presente fino alla versione 2.2, esibisce la scritta "Malmo", un tributo alla città sede della TAT, Malmö, in Svezia. L'azienda fu successivamente acquisita da RIM, di conseguenza si concentrò esclusivamente sui BlackBerry, ponendo fine alla collaborazione con Google.


    Android 1.1 "Bender"


    Il primo aggiornamento di Android avvenne a febbraio 2009, poco più di tre mesi dopo la commercializzazione del G1. La versione 1.1 non ha proposto alcun progresso rispetto alla release precedente, ha principalmente accomodato una lunga serie di bug; se non altro ha dimostrato la capacità esclusiva di Android, di poter rilasciare aggiornamenti via etere, rendendo l'operazione pratica e user friendly. Prima di allora solo il Danger HipTop, avveva offerto questo servizio.
    Ultima modifica di Krait; 04-03-12 alle 07:19

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    crashTPS (23-11-12),dany360 (26-05-12),diego63 (25-05-12),Emilstyle (06-03-12),fabbro996 (15-08-12),hiace (18-08-12),Pignata#man (26-05-12),Roydroid (13-08-12)

  3.  
  4. #2
    Senior Droid L'avatar di Krait


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    Il dessert è servito:
    Android 1.5 "Cupcake"



    Nell'aprile dello stesso anno, Google rilascia la prima major release: Android 1.5, meglio conosciuto come Cupcake, non solo introduce funzionalità molto attese dagli utenti, che comunque erano fondamentali per poter mantenere competitività con le altre piattaforme, ma per la prima volta, Google denomina una versione del firmware con un nome in codice: ogni major release successiva a Cupcake venne battezzata con un nome di dolce in ordine alfabetico. In seguito, anche le versioni 1.0 ed 1.1 ricevettero il propio ‘dolce’ codename: dopo l’abbondono di Astro e Bender per ragioni di Trademark, adottarono rispettivamente Apple pie e Banana Bread.
    A livello grafico porta delle leggere migliorie all'interfaccia, come la trasparenza al Google widget e delle decorazioni nell'app drawer.
    La maggior parte degli utenti probabilmente avrà sorvolato sulle modifiche alla UI senza neanche notarle, concentrandosi principalmente sulle nuove caratteristiche, ben più evidenti e rilevanti per l'uso quotidiano:

    Tastiera su schermo. In retrovisione, non ci si spiega come Google avesse potuto rilasciare Android senza alcuna tastiera software, ma ciò giustifica come mai il primo terminale con questo sistema operativo montasse una tastiera QWERTY slide.
    Google concesse agli sviluppatori di poter realizzare tastiere alternative, una peculiarità che ancora oggi differenzia Android dai suoi principali competitor, nè Windows Phone, nè iOS supportano la sostituzione della tastiera.
    La prima tastiera introdotta, paragonata a quella dell'iPhone, risultava molto meno fluida e precisa, pertanto molti produttori, HTC in primis, svilupparono la propia tastiera da preinstallare sui propi device: è stata la prima personalizzazione software propietaria su Android.

    Widget integrabili. Su Android 1.0 ed 1.1, il potenziale dei widget non era ancora stato conseguito,
    dato che Google non aveva rilasciato il SDK a disposizione degli sviluppatori (gli unici widget disponibili erano quelli preinstallati da Google) e così fu fino al rilascio di Cupcake. Oggi la maggior parte delle applicazioni dispongono di uno o più widget da inserire, grazie a ciò, Android vanta della più versatile e flessibile home screen di qualsiasi altro OS mobile.

    Miglioramento della clipboard. Android tecnicamente supportava già dalla prima versione il copia e incolla, ma era limitato solo ai campi di testo ed ai link, quindi il testo non poteva essere copiato da un sito o da GMail. Sebbene la piena capacità della clipboard per GMail non avverrà prima di Froyo, su Cupcake fu aggiunto il supporto al browser, che permetteva di copiare il testo da una pagina.

    Registrazione e riproduzione video. Così come per la tastiera, lo stesso avvenne per i video, il G1 all'uscita era impossibilitato a registrare e riprodurre video, funzione aggiunta con Cupcake.
    Anche in questo caso, l'interfaccia originale della fotocamera fu molto disprezzata, di conseguenza molti produttori personalizzarono anche questo compenente software, spesso pefezionandolo, aggiungendo scene aggiuntive, diverse modalità ed opzioni e comode funzioni come il touch-to-focus

    ...E molto altro ancora. Furono anche aggiunte funzioni batch su GMail, che permetteva l'archiviazione o l'eliminazione di più e-mail contemporaneamente, supporto di upload per Youtube e Picasa e l'accesso universale allo status dei contatti di Google Talk, attraverso la rubrica, l'applicazione di messaggistica o GMail.

    Android 1.6 "Donut"


    A distanza di cinque mesi dal rilascio di Cupcake, venne distribuita la versione 1.6, denominata Donut, che ripropone qualche lieve aggiornamento grafico, ma che a differenza di Cupcake, le vere migliore stanno sotto il cofano:

    Supporto CDMA. Da questa versione, Android introduce per la prima volta il supporto CDMA, aprendo le porte agli operatori americani come Verizon e milioni di potenziali abbonati in Asia.

    Indipendenza dalla risoluzione. Il tweak che ha avuto più impatto è stato l'indipendenza della risoluzione, Donut infatti permette ad Android di girare su diverse risoluzioni e proporzioni di display, rimuovendo il limite di 320x480.

    Ricerca globale. Viene istituito anche il concetto di "casella di ricerca rapida", più noto come "ricerca globale". Prima di questa versione, premendo il tasto "cerca" presente sugli smartphone Android, venivi indirizzato sul Google widget per permetterti di cercare esclusivamente sul web, da questo momento invece è possibile cercare qualunque contenuto locale o online (applicazioni, contatti, messaggi, web, ecc...).

    Nuovo Market. L'Android Market fu ridisegnato, aggiungendo le liste con le migliori applicazioni gratuite o a pagamento, una necessità, cosiderando la rapida espansione che stava subendo il Market.

    Miglioramento dell’interfaccia della fotocamera. Fu riprogettata anche l'interfaccia della fotocamera, migliorando l'integrazione con la galleria ed una notevole riduzione del ritardo dello scatto e fu molto più apprezzata rispetto alla precendente. Google continuò a migliorare quest'interfaccia fino a Gingerbred.


    Android 2.0/2.1 "Éclair"


    All'inizio di Novembre 2009, circa un anno dopo il debutto del G1, fu distribuito Android 2.0 "Éclair", sulla base di Donut. Questa versione fu un'esclusiva del Motorola Droid (Motorola Milestone in Europa), distribuito dall'operatore americano Verizon.
    Éclair rappresenta il più importante aggiornamento che Android avesse avuto dal suo debutto e tutte le innovazioni introdotte favorirono il grande successo commerciale del Droid:

    Supporto account multipili. Per la prima volta, fu permessa la connessione di più account Google associati ad un unico dispositivo, con accesso alle e-mail ed ai contatti separati. Fu aggiunto anche il supporto a Microsoft Exchange.
    Éclair diede anche gli strumenti per permettere alle applicazioni di terze parti di aggregare i propi servizi in questo contesto, permettendogli di essere automaticamente sincronizzate. Uno dei vantaggi delle informazioni condivise tra i tipi di account, è che possono essere automaticamente associate ad un contatto telefonico, un punto di riferimento unico di tutti i dati di un singolo individuo nella rubrica. Facebook fu uno dei primi ad utilizzare di questa funzionalità.

    Google Maps Navigation. In questa versione fu introdotta un sistema gratuito di navigazione GPS con la mappa di Google, comprendendo molte caratteristiche che si possono trovare in un navigatore GPS dedicato: visione della mappa in 3D, guida vocale, compresi i nomi delle strade e informazioni sul traffico.
    Le prime versioni, che presentavano alcuni difetti, come la necessità di un collegamento ad internet o l'impossibilità di salvare le mappe in locale, fecero prediligere alcuni navigatori alternativi, ma il sistema è stato accomodato da allora.

    Contatto rapido. Éclair aggiunge la funzionale barra di contatto rapido, una barra degli strumenti pop-up che da la possibilità di interagire con il contatto in vari modi (mail, sms, chiamata, social network, ecc...), le modalità di contatto sono espandibili, dipendenti anche dalle informazioni associate alla persona.

    Miglioramento dell tastiera virtuale. Come per G1, anche sul Droid fu montata una tastiera QWERTY fisica a scorrimento, ma Google ha ben pensato di renderlo utilizzabile anche con la tastiera software, molto più ottimizzata rispetto alla precendente.
    Anche se il il multitouch non era ancora pienamente supportato (il browser e Google Maps non permettevano ancora il pinch-to-zoom), Éclair utilizzava questa funzione per rilevare presse secondarie durante la digitazione rapida, facendo la differenza in precisione per i dattilografi veloci.

    Browser rinnovato. Come accennato in precedenza, il browser di Éclair non aveva ancora implementato le funzionalità per il multitouch, così provvederono ad utilizzare sistemi alternativi per lo zoom. Avendo anche una risoluzione WVGA, era fondamentale che l'applicazione supportasse i siti in versione desktop, a tal proposito, Google implementò il supporto ad HTML5.
    Questa versione aggiunse per la prima volta, una barra degli indirizzi propia, imitando quella di Chrome, che funzionava anche da barra di ricerca.

  5. I seguenti 3 Utenti hanno ringraziato Krait per il post:

    crashTPS (23-11-12),fabbro996 (15-08-12),hiace (18-08-12)

  6. #3
    Senior Droid L'avatar di Krait


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    La versione 2.0 di Android, però ebbe vita breve, tanto che praticamente nessun'altro dispositivo al di fuori del Droid la ebbe. Fu rapidamente sostituita dalla 2.1, che apportava diversi miglioramenti ed una diversa interfaccia utente, che vedeva sostituire il classico app drawer a scorrimento, con uno tap-to-open, caratterizzato da una nuova icona, ma oltre questo, introdusse anche alcune implementazioni degne di nota:

    Live wallpaper. In questa versione, fu aggiunta una delle caratteristiche più singolari di Android, ovvero i live wallpaper. Basilarmente, si tratta di sostituire il classico sfondo statico della home screen, con un'applicazione animata che può pure avere qualche limitata interazione con l'utente.
    Google dimostrò il potenziale della funzione, aggiungendo uno sfondo live con l'aggiornamento di Google Maps, che esibiva come sfondo, la mappa dell'attuale locazione dello smartphone.

    Speech-to-text. Google aggiunse una funzione di text-to-speech in Donut, che permetteva di riprodurre acusticamente parole scritte, una funzione che diversamente dal speech-to-text ,non fu particolarmente elogiata. Quest'ultima permise all'utente di dettare un testo come metodo di scrittura alternativo alla tastiera.
    Fu sostituita la virgola nella tastiera virtuale, con l'icona di un microfono, bastava premerlo e parlare per poter immettere il testo, una funzione che ancora oggi viene ampiamente utilizzata.
    Apple aggiunse una funzionalità simile in iOS 5.

    Nuova lock screen. Android 2.0 aggiunse una schermata di blocco basata sul concetto dello Slide to unlock di iOS, permettendo di sbloccare lo schermo o mettere in silenzioso scorrendo l'icona sul display.
    Su Android 2.1 la funzione rimane la medesima, fu modificata solo l'interfaccia, che impone uno scorrimento orizzontale, invece del movimento arcuato precedente, cambia la posizione dell'orologio e delle scritte ed il font utilizzato per l'orologio: dal sans serif, ne utilizzarono uno più caratteristico.

    Nuova Galleria. Con questa nuova distribuzione venne sostituita anche la classica galleria immagini con la galleria Cooliris, che per la prima volta dimostrava le funzioni 3D della piattaforma: inclinando il dispositivo le anteprime degli album venivano coerentemente disposte in prospettiva sullo schermo e comprendeva molte animazioni di alta qualità.

    Anche se non fu un aggiornamento particolarmente importante, Android 2.1 contraddistinse un cambiamento strategico per Google, probabilmente preoccupata per lo sviluppo che le case produttrici stavano prendendo, alternando in modo significativo l’esperienza stock di Android. Per cui, Google decise di lavorare direttamente con HTC, per produrre il primo device Google Pure Experience, che avrebbe montato la versione 2.1 di Android, senza alcuna personalizzazione: Android, come Google lo intende. Fu così che nacque il Nexus One, il primo dispositivo con processore da 1GHz ed un avanzato display AMOLED con risoluzione WVGA. Era molto in anticipo sui tempi di mercato, per cui fu uno dei telefoni Android più ben considerati.

    Effettivamente, Google intraprese questa strada con Android 2.0, la quale insieme alla Motorola, svilupparono il Droid, che ricevette pure l’aggiornamento ad Android 2.1 prima di chiunque altro, però non offriva un esperienza abbastanza pura, dato che aveva alcune personalizzazioni all’interfaccia che non erano previste nella versione stock di Android, inoltre non venne commercializzato direttamente da Google, diversamente dal Nexus One


    Android 2.2 "Froyo"


    Froyo venne rilasciato il 20 maggio 2009 ed il vantaggio del programma Nexus divenne evidente: il Nexus One fu il primo a beneficiare questa nuova distribuzione, nel quale erano presenti diverse features molto desiderate, che rendono per la prima volta Android un sistema operativo completo, appetibile ad una maggiore fascia d'utenza:

    Nuova interfaccia. Froyo offrì molte migliorie rispetto la versione precendente, la prima notabile già subito al primo avvio, ovvero l’aumento a 5 pagine sulla home screen, rispetto alle 3 risalenti da Apple Pie e furono aggiunti gli shortcut alla tastiera telefonica ed al browser affianco al classico pulsante dell’app drawer, anche se in questo aspetto Google arrivò in ritardo, dato che alcune interfacce proprietarie, come la Sense UI di HTC, avevano già implementato queste ed altre funzioni.

    Supporto al tethering. Venne introdotto anche il supporto tethering, che permetteva di utilizzare il dispositivo come hotspot mobile, anche se questa funzione fu inibita sui terminali brandizzati dagli operatori, oppure messa a disposizione con un costo extra.

    Disposizione aziendale. Con questa release, Google volle mettere Android a disposizione di ambienti aziendali, nei quali BlackBerry regnava incontrastata, dove gli utenti potevano richiedere maggior sicurezza, per cui pensò bene di aggiungere anche una schermata di sblocco alternativa del device, tramite un PIN o una password grafica che consisteva nell’unire, secondo una sequenza preimpostata, dei punti sullo schermo. Furono anche aggiunte delle migliorie alle specifiche di Exchange e sviluppato anche il pieno supporto alla clipboard per GMail.

    Compilatore JIT. L'introduzione del compilatore Just-In-Time, permetteva alla Dalvik virtual machine di interagire con il framework dalle quattro alle otto volte più in fretta, aumentando le considerevolmente le prestazioni del dispositivo.

    Supporto app2SD. Una delle grandi implementazioni più attese fu il supporto app2SD, che permetteva di installare sulla MicroSD alcune applicazioni, facendo risparmiare la limitata memoria interna di alcuni device.

    Supporto Flash player. In Froyo, venne finalmente introdotta la compatibilità con il Flash player per il browser, scaricando la relativa applicazione dal Market, migliorando significatamente l’esperienza web, tuttavia, dipendendo delle specifiche hardware, non tutti i dispositivo potevano supportarlo.
    Ultima modifica di Krait; 07-04-12 alle 16:42

  7. I seguenti 4 Utenti hanno ringraziato Krait per il post:

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  8. #4
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    Android 2.3 "Gingerbread"


    Circa un anno e mezzo dopo il rilascio di Froyo, il 7 dicembre 2010, Google tornò a sostenere il progetto Nexus per supportare Android 2.3, questa volta in collaborazione con Samsung, insieme alla quale produsse il Nexus S, derivante dal Galaxy S, prodotto di successo della casa coreana. Anche se in termini di specifiche hardware non era molto più evoluto rispetto al suo predecessore, il Nexus S rivoluzionò l’interazione con l’interfaccia, rimuovendo la trackball, imponendo il touchscreen come unico metodo di input. Per Rubin, fu difficile da accettare, dato che la trackball era una caratteristica onnipresente fin dal Danger Hiptop, che mantenne anche sul G1 ed oltre.

    Le migliorie portate da Gingerbred, furono relativamente minori, tuttavia numerose, per cui riuscì comunque a migliorare la user experience abbastanza significativamente da renderla una major release. Inanzitutto, fu la rivisitazione della GUI più significativa da Éclaire: i widget stock furono aggiornati (tra cui l’orologio analogico “Malmo”), gli elementi presenti sulla home screen furono colorati con un verde predominante ed i colori della barra di stato furono invertiti, in modo da avere testi bianchi su uno sfondo nero. Sebbene possa sembrare un cambiamento apparentemente banale, in realtà ha avuto un impatto non indifferente sulla piattaforma, donandole un aspetto più pulito e moderno, anche se in realtà, Google adottò questa soluzione per ridurre il consumo di batteria e gli effetti di burn-in sui display AMOLED.

    Miglioramento del metodo di selezione dei testi. Rispetto ad iOS, lo sviluppo della funzione copia-incolla era in ritardo, Apple con la terza versione del suo sistema operativo mobile, rilasciata a metà 2009, implementò un funzionale metodo di selezione sfruttando una lente d’ingrandimento, che permetteva la gestione del cursore con il dito, in modo più agevole. Prima di Gingerbread, Android permetteva solo di selezionare caselle di testo per intero. Con quest’ultima release invece, risolse questo problema, aggiungendo due cursori trascinabili che permetterono di evidenziare lettera per lettera, anche se, come riguardo alla home screen di Froyo, HTC adottò questa soluzione sui suoi device con interfaccia proprietaria, prima di Google.

    Tastiera migliorata.
    In questa versione, fu nuovamente modificata la tastiera virtuale, ma questa volta i miglioramenti sono più evidenti: il design e la colorazione dei tasti è cambiata significativamente per la prima volta da quando fu introdotta su Cupcake. Migliorato il supporto multitouch con il “chording”, permettendo agli utenti di premere più combinazioni di tasti per accedere rapidamente alla tastiera secondaria con i simboli.

    Miglioramento della gestione dei consumi.
    Il multitasking di Android, sostiene molte applicazioni in background che possono ridurre i consumi. In Gingerbred, fu migliorata l’utility che permetteva di monitorare i consumi delle varie applicazioni, dando anche una stima approssimativa del tempo di autonomia residuo, anche se però la gestione delle applicazioni che causavano il battery drain era affidato all’utente.

    Supporto per la fotocamera frontale. Gingerbred implementò il supporto alla fotocamera frontale, anche se allora la sua unica funzione, permetteva solo di scattare foto a se stessi. A metà 2010 fu introdotto il supporto alla video chat su GTalk e ad altre applicazioni di terze parti.

    Altre caratteristiche che furono introdotte con questa release, furono mirate più agli sviluppatori che agli utenti finali: il supporto NFC in primis, che era disponibile sul Nexus S tramite una particolare antenna incorporata nella cover della batteria. Insieme alla versione 4G del Nexus S, venne commercializzato anche Google Wallet, un importante metodo di pagamento mobile.

    Google sfruttò Gingerbred, anche come opportunità per ottenere una posizione nel mercato del mobile gaming, un’area dove iOS si era segnata da tempo, dando a disposizione degli sviluppatori un’interfaccia di programmazione dell’applicazione migliore, permettendo anche ai meno esperti di scrivere facilmente i codici nativi. Introdusse anche un garbage collector rivisitato ed ottimizzò in generale la gestione degli eventi della piattaforma, necessario per permettere di creare giochi con grafica 3D avanzata.


    Android 3.0 "Honeycomb"


    Honeycomb, rilasciata a febbraio 2011, fu una release fine a se stessa, una divergenza dall’inarrestabile dominio di Google sul mercato mobile. Google tornò a collaborare con Motorola, per produrre un terminale sulla falsariga dei Nexus, che avrebbe montato il firmware stock di Android 3.0, una versione dedicata esclusivamente ai tablet, fu così che nacque lo Xoom.
    Nonostante Honeycomb non ebbe il successo sperato, buttò le basi per quello che sarebbe stata la versione 4.0 di Android.

    Il passaggio dal verde al blu. Il verde adottato su Gingerbred, ma che anche prima di allora era il principale colore associato al sistema di Google (basti pensare al robottino, logo e mascotte di Android), fu messo da parte, ricolorando le icone e i widget con un blu predominante, cambiando radicalmente l’impatto grafico dell’interfaccia.

    Modifica dell’inserimento dei widget. Invece della solita lista che veniva proposta nelle versioni precedente, su Honeycomb i widget venivano mostrati in anteprima, permettendo poi di inserirli su una delle cinque facciate che compongono la home screen, mostrate tutte contemporaneamente sul display, inoltre sulla griglia di posizionamento, venivano pure evidenziati i blocchi che quest’ultimo avrebbe occupato.

    Abbandono dei tasti fisici. Sui tablet, non era necessario inserire i classici tasti fisici di Android, ovvero ‘Home’, ‘Back’ e ‘Menù’ (o anche il tasto ‘Search’, che però fu ufficialmente abbandonato da Google in Ice Cream Sandwich), che furono invece sostituiti da dei tasti virtuali posizionati nella barra di sistema inferiore sul display, in questo modo, il sistema ha la facoltà di nasconderli o modificarli automaticamente quando serve.

    Gestione multitasking migliorato. Sempre attraverso la barra di sistema posizionata nella parte inferiore del display, è possibile accedere al nuovo sistema di gestione del multitasking, che visualizza tutte le applicazioni recenti, ma allegandoci un’anteprima dell’applicazione, diversamente da come accadeva nelle versioni precedenti, che visualizzava semplicemente l’icona della relativa applicazione.

    Barra delle Azioni. In Honeycomb, Google introduce la “barra delle azioni”, una barra permanente posizionata nella parte superiore di ogni applicazione, che permetteva agli utenti di visualizzare un menù contestuale per il controllo dell’applicazione e dei relativi widget, che andava a sostituire il tasto ‘Menù’ presente negli smartphone.

    Android 3.1 e 3.2 furono delle minor release, per cui mantennero il codename Honeycomb, però implementarono alcune utili funzioni, come il ridimensionamento dei widget, una caratteristica che era già presente su alcune interfacce propietarie e su launcher alternativi, ma la 3.1 introdusse questa propietà sull’interfaccia di default.


    Android 4.0 "Ice Cream Sandwich"


    A distanza di più di 3 anni dal rilascio di Apple pie e del G1, eccoci finalmente arrivati alla versione 4.0 di Android. Ice Cream Sandwich viene distribuito con il Galaxy Nexus, il nuovo dispositivo Google Experience prodotto nuovamente con la collaborazione di Samsung. Questa release, è indubbiamente la più grande evoluzione che Android abbia subito in questi anni, anche se molte delle caratteristiche furono già presentate su Honeycomb: anche qui ritroviamo l’adozione del blu come colore principale, il nuovo supporto ai widget, la barra delle azioni, il multitasking compreso di anteprima ed addirittura l’impiego dei tasti virtuali, che rende il Galaxy Nexus, il primo smartphone Android senza tasti di funzione dedicati.

    Invece, una delle novità introdotte all’interfaccia, fu la sostituzione del font Droid, utilizzato fin da Apple Pie, con un nuovo carattere, denominato Roboto, progettato per essere gestito meglio sulle risoluzioni ad alta definizione.
    Viene anche aggiornata la caratteristica onnipresente fin dalla prima versione, ovvero la schermata delle notificazioni, rendendo le singole notifiche rimovibili con un semplice trascinamento, diversamente da come accadeva nelle precedenti versioni, dove l’unica operazione possibile era di eliminarle tutte o di accedere all’applicazione relativa, azione non sempre desiderata.

    La tastiera ha subito un miglioramento ad ogni release, ed Ice Cream Sandwich non fa eccezione, perfezionando il sistema di correzione automatica, che interviene in maniera più intelligente.
    E tutto ciò è solo l’inizio:

    Miglioramento della home screen. Come avevo accennato, Ice Cream Sandwich riprende molte caratteristiche dell’interfaccia di Honeycomb, ma aggiungendo un paio di rifiniture, come la creazione delle cartelle, che avviene semplicemente sovrapponendo un’icona sopra un’altra. A differenza di Froyo e Gingerbread, che vedevano il browser e l’applicazione telefonica permanentemente situati nella barra delle applicazioni, adesso era possibile inserire fino a 4 icone personalizzate, con in più la possibilità di creare cartelle all’interno.

    Android Beam. Il NFC, che fu pubblicizzato con il Nexus S e Gingerbread, apparte Google Wallet, non ha mai avuto una rilevante funzione pratica con le applicazioni, Ice Cream Sandwich invece, introduce una funzionalità battezzata Android Beam, che permette a due dispositivi supportati di scambiarsi dati al semplice contatto.

    Face unlock. Oltre alla password introdotta su Froyo, Ice Cream Sandwich presenta un nuovo metodo di sblocco, che sfrutta la fotocamera frontale per riconoscere il volto, sbloccando il dispositivo solo se corrisponde a quello preimpostato, anche se all'inizo non ha una funzione pratica, in quanto lo stesso risultato era ottenibile attraverso una foto, dalla versione 4.0.4, fu ovviato a questo inconveniente con una soluzione semplice quanto originale: per sbloccare il dispositivo si deve fare l'occhiolino.

    Analisi di utilizzo dei dati. Così come in Gingerbred fu migliorata la gestione dei consumi, con Ice Cream Sandwich è possibile gestire il traffico di rete tramite un monitor dedicato, permettendo di impostare una soglia limite di traffico dati utilizzabile e di verificare quale applicazione consumi più banda.


    Nuovo calendiario e client Gmail. Il calendario introduce una visione unificata, funzione molto comoda per chi utilizza account multipli sul proprio dispositivo, mentre all’applicazione di posta elettronica viene migliorata implementando il supporto alla action bar ereditata da Honeycomb.
    Ultima modifica di Krait; 30-06-12 alle 18:55

  9. I seguenti 7 Utenti hanno ringraziato Krait per il post:

    crashTPS (23-11-12),fabbro996 (15-08-12),hiace (18-08-12),HyperAbarth (28-05-12),PioBernardo (25-11-12),tiso (01-07-12),ZioRay (05-03-12)

  10. #5
    Senior Droid L'avatar di Krait


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    Android 4.1 "Jelly Bean"


    È il 26 giugno 2012 quando al Google I/O viene presentata la nuova major release di Android: la versione 4.1, denominata Jelly Bean, presentata sul primo tablet marchiato Nexus prodotto con la partnership di Asus, ovvero il Nexus 7, progettato per offrire un'ottima esperienza d'uso grazie al suo potente hardware, ma proposto ad un prezzo molto contenuto.

    A livello d'interfaccia ritroviamo la stessa UI introdotta in Ice Cream Sandwich e vincitrice della User Experience Awards 2012, con delle leggere modifiche, come il restyling della barra di ricerca Google o la diversa animazione della funzione di sblocca schermo, ma con anche una migliore interazione, come il riposizionamento intelligente degli elementi aggiungendo un eventuale widget nella home screen e lo swipe per eliminarli, però passiamo ad elencare le principali novità:

    Project Butter. Appena si iniza ad usare il device aggiornato, ci si accorge immediatamente della maggiore fluidità e velocità nelle animazioni, grazie all'ottimizzazione del triple buffering, che consiste nel sincronizzare CPU, GPU e display permettendo al vsync timing di sfuttare le risorse hardware spingendo gli fps fino a 60, reagendo da subito all'interazione con il display.

    Nuove funzioni vocali. L'anno scorso, in iOS 5 venne introdotto Siri, una funzione che permettava di interagire col dispositivo, semplicemente parlandogli, ma Google non è stata ferma a guardare e con questo update ha aggiornato la sua funzione di ricerca vocale rinominandola Voice Search, aggiungendogli funzioni di ricerca avanzate e assegnandoli il ruolo di assistente vocale.
    Inoltre viene implementata anche una novità molto attesa dagli utenti, ovvero la possibilità di dettare testi senza la necessità di stare collegati ad internet.

    Tastiera migliorata. Come di consueto, anche in questa versione troviamo migliorata la tastiera, aggiungendo un algoritmo per una predizione più efficace, velocizzando la digitazione dei testi.

    Nuova interazione con le notifiche. Dopo la possibilità di eliminare le singole notifiche con lo swipe, adesso troviamo la possibilità di espandere la notifica presentando una breve anteprima semplicemente trascinandola in basso con due dita, o anche la possibilità di bloccare le notificazioni dalle singole applicazioni, eliminando lo spam e l'AirPush.

    Google Now. Con Jelly Bean troviamo implementato Google Now, una novità progettata per poter organizzare al meglio i propi appuntamenti, calcolando il tempo di tragitto, proponendo gli orari dei mezzi pubblici, degli eventuali ritardi di quest'ultimi e molto altro. Purtroppo attualmente è disponibile solo per il territorio americano.

    Google Chrome. Il famoso browser di Google finalmente esce dalla fase beta e viene implementato come browser predefinito su Jelly Bean.

    Novità per la fotocamera. Questa nuova distribuzione, si affida molto alle gestures ed anche la fotocamera viene modificata aggiungendo la possibilità di entrare nella galleria effettuando uno slide verso destra, in stile Windows Phone, ma con la possibilità di eliminare subito le foto trascinandole verso l'alto o perfino ripristinarle con uno swype verso il basso.

    Addio al Flash player. Il supporto al Flash player, implementato in Froyo e considerato come vataggio fondamentale rispetto ad iOS, purtroppo (o per fortuna) è cessato, favorendo lo standard HTML5. Già lo scorso anno Adobe aveva affermato che lo sviluppo della piattaforma Flash per Android sarebbe stata interrotta e che l'unico supporto sarebbe stato relativo alla correzione di bug e stabilità, mentre dal 15 agosto il plugin verrà definitivamente ritirato dal Play Store, in quanto non viene garantita la compatibilità con Jelly Bean.

    A distanza di 5 mesi dall'uscita della versione 4.1, Android viene nuovamente aggiornato, arrivando alla 4.2 ma mantenendo Jelly Bean come codename, questa versione viene presentata sui nuovi device Google Experience, lo smartphone, battezzato Nexus 4 e prodotto da LG sulla base del suo Optimus G, ed il Nexus 10, primo tablet da 10.1" di Google, realizzato ancora una volta da Samsung, definendo un nuovo standard sull'hardware per entrambe le tipologie di dispositivi.

    Android 4.2, nonostante non possa essere considerata una major release, introduce features non indifferenti, che andrò ad elencare in seguito:

    Nuova lockscreen. La prima novità è sicuramente la nuova interfaccia nella schermata di blocco, che adesso la vede divisa in più pagine come la home screen, nella quale in ognuna si può inserire un widget, oltretutto è cambiato anche l'anello di sblocco, che adesso non mostra più gli shortcut per Google Now o per la fotocamera. Quest'ultima è stata resa accessibile all'ultima schermata della lockscreen, mentre Google Now è attivabile con lo slide dal basso, proprio come nella home.

    Nuova interfaccia fotocamera. Con questa versione l'interfaccia della fotocamera viene nuovamente modificata, permettendo di impostarla tenendo premuto sul display dove compare un anello con tutte le impostazioni, facendo invece un semplice tap fa la solita messa a fuoco ma con una nuova e piacevole animazione, inoltre, viene anche introdotta la possibilità di effettuare scatti durante la ripresa dei video.

    Photosphere. Così come in Ice Cream Sanwich viene aggiunta la possibilità di fare foto panoramiche orizzontali, con Jally Bean le panoramiche diventano effettuabili a 360°.

    Tastiera swipe. Oltre al solito miglioramento dell'autocorrettore, viene aggiunta anche la possibilità di scrivere in swipe, ovvero trascinando il dito da lettera a lettera facilitando la scrittura con una mano, funzione presente già su diverse tastiere alternative e molto apprezzata da alcuni utenti.

    Quick settings. La classica tendina delle notifiche riceve un'ulteriore schermata, dalla quale è possibile accedere rapidamente alle impostazioni, anche specifiche come quelle del WiFi o Bluethoot, ma anche ricevere informazioni sullo stato di carica di batteria per esempio. Questa novità è accessibile tramite un'icona presente nella tendina delle notifiche, oppure anche semplicemente effettuando uno slide con due dita dall'alto del display.

    GMail migliorato. Finalmente, viene aggiunta la possibilità di effettuare lo zoom nelle mail anche tramite il client GMail, anche se il zoom-out rimane limitato come nell'applicazione Mail standard.

    Nuova applicazione orologio. Nella nuova applicazione dell'orologio troviamo finalmente anche il cronometro ed anche il conto alla rovescia, permettendo di non dover più necessariamente installare applicazioni di terze parti per queste utili funzioni.

    Daydream. Una novità non particolarmente utile, ma comunque piacevole è Daydream, che altro non è che un screensaver che compare quando metti a caricare il telefono, mostrandoti informazioni precendemente impostate.

    Nuova interfaccia tablet. Ci sono anche novità che riguardano esclusivamente i tablet, che adesso vedono togliersi l'interfaccia tablet implementata in Honeycomb, con quella adottata anche sul Nexus 7 da Android 4.1, che rimane particolarmente simile a quella per smartphone, se non per alcune caratteristiche dovute allo schermo maggiore.

    Multi utente. L'altra novità per il lato tablet è il supporto al multi utente, permettendo ai tablet di essere usati anche in un contesto familiare, dato che ogni persona ha la possibilità di vedersi associato ad un account personale con le proprie impostazioni e le proprie applicazioni sullo stesso device.


    Android "Key Lime Pie", forse?


    Google ancora non ha rilasciato alcuna prospettiva certa sul futuro del nostro robottino, ma per adesso i vari produttori si concentreranno su Jelly Bean, l’unica cosa sicura è che a nella sede di Mountain View piace parlare e far parlare di ciò che sarà Android, infatti come accaduto per Ice Cream Sandwich e Jelly Bean (che alla fine si sono dismostrati veritieri), già circolano i rumors riguardo il prossimo codename: Android Key Lime Pie, forse?
    Ultima modifica di Krait; 22-11-12 alle 01:40

  11. I seguenti 11 Utenti hanno ringraziato Krait per il post:

    crashTPS (23-11-12),fabbro996 (15-08-12),frrndr75 (24-05-12),hiace (18-08-12),mlazzarotto (08-08-12),PioBernardo (25-11-12),roadrunner101 (18-12-12),tiso (01-07-12),zampaus72 (22-12-12)

  12. #6
    Baby Droid


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    grazie mille non lo sapevo proprio

  13. #7
    Senior Droid


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    Bello commovente quasi viva android



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  14. #8
    Baby Droid L'avatar di ZioRay


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    Bella storia

  15. #9
    Androidiano VIP


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    Davvero ottima descrizione della storia di android, complimenti

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  16. #10
    Androidiano L'avatar di Emilstyle


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    Grazie, molto interessante, me la sono letta tutta, il prossimo lo potrebbero chiamare Onion o Tomato.. pensa ho Android Tomato 5.0 ahahah xD
    Samsung galaxy s plus I9001:
    [I]- Rom Gigabread+ OC 1.517 Ghz - Rooted - Feamod 1.4 -

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