CERCA
PER MODELLO
FullScreen Chatbox! :)

Utente del giorno: 9mm con ben 3 Thanks ricevuti nelle ultime 24 ore
Utente della settimana: 9mm con ben 8 Thanks ricevuti negli ultimi sette giorni
Utente del mese: 9mm con ben 29 Thanks ricevuti nell'ultimo mese

Visualizzazione dei risultati da 1 a 2 su 2
Discussione:

Android: sistema aperto o walled garden?

Se questa discussione ti è stata utile, ti preghiamo di lasciare un messaggio di feedback in modo che possa essere preziosa in futuro anche per altri utenti come te!
  1. #1
    Senior Droid L'avatar di Dav91


    Registrato dal
    Jul 2010
    Località
    Roma
    Messaggi
    381
    Smartphone
    Galaxy Nexus

    Ringraziamenti
    12
    Ringraziato 37 volte in 31 Posts
    Question

    Android: sistema aperto o walled garden?

    Il titolo del topic è volutamente provocatorio, ma serve a individuare una deriva ben precisa che il nostro sistema operativo mobile rischia di intraprendere, causa la sempre maggiore interdipendenza dei servizi Google.

    Sono un entusiasta utilizzatore dei servizi di Mountain View e l'integrazione tra questi è proprio uno dei motivi che mi fa apprezzare appieno Android, garantendomi l'efficienza e l'ampiezza di offerta e di possibilità di cui ho bisogno.
    Inoltre, oggi nel mondo dell'IT sembra esserci una guerra di monopolio non solo tra aziende, ma tra brand, vere e proprie visioni e filosofie (o presunte tali); sono fermamente convinto che Google tra tutti i competitor sia quello maggiormente orientato verso una policy aperta, neutrale, amichevole nei confronti del web, dell'utente, degli standard e dell'innovazione.

    Malgrado ciò, bigG ha sempre avuto le sue luci e le sue ombre, e oggi queste sembrano iniziare a proiettarsi anche su Android.
    Da un lato era inevitabile: la grande battaglia del web sta spostando il proprio terreno di scontro sul settore mobile, che diventa il punto nevralgico per la composizione di lunghe contese e per la creazione di mercati stabili e monopoli.
    La scia l'ha iniziata Apple, con la propria tendenza a fidelizzare il cliente, offrendo un "walled garden", un eden tecnologico chiuso, protetto e avulso dal contesto esterno, in cui l'utente potesse trovare facili soluzioni alle proprie esigenze, pagando come prezzo una parte della propria libertà.
    Oggi questa esigenza di fidelizzazione è sentita da tutti i grandi nomi dell'IT, legandola in parte al brand (v. Samsung), in parte anche all'esistenza di sistemi perfettamente integrati e connessi, che regalino all'utente la stessa esperienza d'uso su ogni dispositivo e in ogni contesto: è il caso Microsoft con Windows 8, ma della stessa Google in tempi recenti e con Android, soprattutto da ICS in poi.

    Se il rischio è quello del monopolio, è subito arginato dalla creazione di enormi "blocchi", dai quali l'utente non è invogliato a uscire perché la comodità di un'esperienza unificata ne sarebbe compromessa.

    Abbiamo sempre sostenuto, soprattutto in contrapposizione a Apple, che Android fosse immune da queste tendenze livellatorie, che fosse un sistema aperto e diversificato, che garantisse tutte le libertà necessarie all'utente.
    I dubbi, che sono sempre stati lì nell'aria, si sono trasformati per me in topic al momento della delusione Play Books, che non mi consente di inserire gli ebook già in mio possesso nell'applicazione (come molti altri programmi proprietari invece fanno).

    Iniziamo quindi a chiederci: Android (come parte dell'ecosistema di Google) è veramente open? Finora è certamente il SO mobile più aperto e personalizzabile, risponde alle esigenze di tutti gli utenti "smanettoni" e anche alle mie. Ma è apertura totale o solo quella necessaria? Non nasconde forse, rispetto ai servizi che Google offre, lo stesso sistema del walled garden, anche se meno palese e molto più personalizzabile?

    Non ci sono anche qui forme di DRM (come quella del Play Books, o Google Music)? Non sono forse da interpretare in questo senso alcune scelte della Google Experience (memoria non espandibile dei dispositivi, tanto criticata ai tempi dell'iPhone, e sempre più cloud nelle mani di bigG)? Le stesse recenti innovazioni di Android, come Google Now, non sono sempre più finalizzate a orientare il cliente verso tutta la mole di servizi di Mountain View? Non è forse vero che anche chi ha Android sente l'esigenza di differenziare sempre meno, ci sentiamo sempre meno multi-piattaforma e siamo pronti a ricondurre tutta la nostra esperienza mobile e gran parte di quella desktop in un unico ecosistema?

    Non sto dicendo che questo sia un male in sé: adoro Android e la Google Experience, trovo comodissimi i servizi offerti e anche il cloud, pur prendendolo con le pinze. Dico solo che forse dovremmo iniziare a ridiscutere, rispetto ad Android, i nostri concetti di open, closed e walled garden. Un po' di autocritica serve sempre a tenere alta la guardia.

  2. Il seguente Utente ha ringraziato Dav91 per il post:

    mlazzarotto (14-08-12)

  3.  
  4. #2
    Vitoandroide
    Guest
    Predefinito

    Quote Originariamente inviato da Dav91
    Il titolo del topic è volutamente provocatorio, ma serve a individuare una deriva ben precisa che il nostro sistema operativo mobile rischia di intraprendere, causa la sempre maggiore interdipendenza dei servizi Google.

    Sono un entusiasta utilizzatore dei servizi di Mountain View e l'integrazione tra questi è proprio uno dei motivi che mi fa apprezzare appieno Android, garantendomi l'efficienza e l'ampiezza di offerta e di possibilità di cui ho bisogno.
    Inoltre, oggi nel mondo dell'IT sembra esserci una guerra di monopolio non solo tra aziende, ma tra brand, vere e proprie visioni e filosofie (o presunte tali); sono fermamente convinto che Google tra tutti i competitor sia quello maggiormente orientato verso una policy aperta, neutrale, amichevole nei confronti del web, dell'utente, degli standard e dell'innovazione.

    Malgrado ciò, bigG ha sempre avuto le sue luci e le sue ombre, e oggi queste sembrano iniziare a proiettarsi anche su Android.
    Da un lato era inevitabile: la grande battaglia del web sta spostando il proprio terreno di scontro sul settore mobile, che diventa il punto nevralgico per la composizione di lunghe contese e per la creazione di mercati stabili e monopoli.
    La scia l'ha iniziata Apple, con la propria tendenza a fidelizzare il cliente, offrendo un "walled garden", un eden tecnologico chiuso, protetto e avulso dal contesto esterno, in cui l'utente potesse trovare facili soluzioni alle proprie esigenze, pagando come prezzo una parte della propria libertà.
    Oggi questa esigenza di fidelizzazione è sentita da tutti i grandi nomi dell'IT, legandola in parte al brand (v. Samsung), in parte anche all'esistenza di sistemi perfettamente integrati e connessi, che regalino all'utente la stessa esperienza d'uso su ogni dispositivo e in ogni contesto: è il caso Microsoft con Windows 8, ma della stessa Google in tempi recenti e con Android, soprattutto da ICS in poi.

    Se il rischio è quello del monopolio, è subito arginato dalla creazione di enormi "blocchi", dai quali l'utente non è invogliato a uscire perché la comodità di un'esperienza unificata ne sarebbe compromessa.

    Abbiamo sempre sostenuto, soprattutto in contrapposizione a Apple, che Android fosse immune da queste tendenze livellatorie, che fosse un sistema aperto e diversificato, che garantisse tutte le libertà necessarie all'utente.
    I dubbi, che sono sempre stati lì nell'aria, si sono trasformati per me in topic al momento della delusione Play Books, che non mi consente di inserire gli ebook già in mio possesso nell'applicazione (come molti altri programmi proprietari invece fanno).

    Iniziamo quindi a chiederci: Android (come parte dell'ecosistema di Google) è veramente open? Finora è certamente il SO mobile più aperto e personalizzabile, risponde alle esigenze di tutti gli utenti "smanettoni" e anche alle mie. Ma è apertura totale o solo quella necessaria? Non nasconde forse, rispetto ai servizi che Google offre, lo stesso sistema del walled garden, anche se meno palese e molto più personalizzabile?

    Non ci sono anche qui forme di DRM (come quella del Play Books, o Google Music)? Non sono forse da interpretare in questo senso alcune scelte della Google Experience (memoria non espandibile dei dispositivi, tanto criticata ai tempi dell'iPhone, e sempre più cloud nelle mani di bigG)? Le stesse recenti innovazioni di Android, come Google Now, non sono sempre più finalizzate a orientare il cliente verso tutta la mole di servizi di Mountain View? Non è forse vero che anche chi ha Android sente l'esigenza di differenziare sempre meno, ci sentiamo sempre meno multi-piattaforma e siamo pronti a ricondurre tutta la nostra esperienza mobile e gran parte di quella desktop in un unico ecosistema?

    Non sto dicendo che questo sia un male in sé: adoro Android e la Google Experience, trovo comodissimi i servizi offerti e anche il cloud, pur prendendolo con le pinze. Dico solo che forse dovremmo iniziare a ridiscutere, rispetto ad Android, i nostri concetti di open, closed e walled garden. Un po' di autocritica serve sempre a tenere alta la guardia.

    Molto interessa, fa riflettere...
    Penso non ti abbia risposto nessuno (tranne me che spammo ) perchè non necessità di risoposta, è una di quelle cose che ti fa abbassare lo schermo del portatile e fermarti a pensare per quei buoni due o tre minuti


    Inviato dal mio ST25i usando Androidiani App

Permessi di invio

  • Non puoi inserire discussioni
  • Non puoi inserire risposte
  • Non puoi inserire allegati
  • Non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
Torna su
Privacy Policy