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Imparare a programmare?
Salve a tutti, sono una ragazza 24 enne in fase "che diavolo combinerò nella vita? ".
In virtù della mia età e lo stato di disoccupazione avrei la possibilità di frequentare dei corsi di formazione gratuiti offerti dalla regione.
Uno è questo http://www.centroimpiegoprato.it/upl...-3004-aad1.pdf
È un corso per imparare a programmare app su Android, sono 312 ore di cui 150 di stage.
Il centro impiego a cui mi sono rivolta però m ha informato che c'è un altro corso nella stessa citta:
http://www.centroimpiegoprato.it/upl...-78ab-8c13.pdf
Questo è finalizzato alla formazione di un programmatore cloud web e mobile(che diavolo è?), sono 900 ore di cui 300 di stage. Praticamente sono il triplo delle ore, sembra un corso più completo, però appunto non ho nemmeno idea di cosa sia un programmatore cloud web mobile XD
Probabilmente è banale chiederlo, ma vorrei qualche parere e su quale puntereste.
Diciamo che programmatore app sembra più divertente e più alla mia portata(ho giusto un infarinatura di programmazione), però forse non è la mossa più ragionevole in previsione di un futuro lavorativo?
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La mia opinione:
Entrambi i corsi sono ottimi e ti permetteranno di accedere a diverse opportunità lavorative (in Italia).
Con il massimo dell'impegno potrai lavorare per 5 o 10 anni, poi se non prendi ulteriori certificazioni le possibilità di impiego diminuiranno velocemente.
Tutto dipende da quanto ti appassiona il mondo della programmazione e quanto sai già fare.
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Sposto in sezione programmazione...
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Originariamente inviato da
ultrasound91
Entrambi i corsi sono ottimi e ti permetteranno di accedere a diverse opportunità lavorative (in Italia).
Con il massimo dell'impegno potrai lavorare per 5 o 10 anni, poi se non prendi ulteriori certificazioni le possibilità di impiego diminuiranno velocemente.
Ed in rapporto ai laureati in informatica o ingegneria informatica, relativamente alle opportunità di lavoro, quanta utilità hanno questi corsi? Dal programma sembrano anche a me formativi, ma considerando la spietata e legittima concorrenza dei laureati, ai fini dell'impiego lavorativo sono in grado di competere con questi?
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Dopo i 35 anni rimangono solo i laureati, esatto. Cio' non vieta che un percorso formativo e lavorativo basato sulle certificazioni possa portare da qualche parte. Senza laurea e' sempre possibile aprire la partita iva, una startup, un'azienda. E' possibile pubblicare un'app o un servizio web.
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Grazie a mille per le risposte, penso quindi che punterò sul corso di app. Non mi aspetto che un corso di 6 mesi mi risolva la vita, intanto vedo come va e se è una strada che mi può piacere, poi vedrò se approfondire altri aspetti o eventualmente prendere una laurea.
Provengo da studi umanistici, quindi di programmazione so poco, un po' di Html e css imparato secoli fa e qualcosa di python, ma veramente niente di che.
Gli organizzatori del corso mi hanno detto che il livello di partenza non sarà altissimo perché è appunto rivolto a disoccupati, quindi di iscrivermi senza troppi timori.
Ma in Italia le prospettive come sono? Io sinceramente da ignorante prevedevo un futuro di stage e tirocini vari poco pagati e poi una fuga in qualche altro paese, ma magari la situazione è un po' più rosea(o all'estero sono richieste figure più competenti e quindi non troverei niente nemmeno la).
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Originariamente inviato da
Meois
Provengo da studi umanistici, quindi di programmazione so poco, un po' di Html e css imparato secoli fa e qualcosa di python, ma veramente niente di che.
Gli organizzatori del corso mi hanno detto che il livello di partenza non sarà altissimo perché è appunto rivolto a disoccupati, quindi di iscrivermi senza troppi timori.
Ma in Italia le prospettive come sono? Io sinceramente da ignorante prevedevo un futuro di stage e tirocini vari poco pagati e poi una fuga in qualche altro paese, ma magari la situazione è un po' più rosea(o all'estero sono richieste figure più competenti e quindi non troverei niente nemmeno la).
Io ho imparato a programmare da solo, non ho alcuna certificazione che attesta la mia preparazione al riguardo; ciononostante, non posso dire di non saper fare nulla. Credo, quindi, che con un po' d'impegno riuscirai senz'altro ad apprendere velocemente come si sviluppa su Android, anche se poi la praxis richiederà un lavoro ben più arduo e continuo. Se hai programmato in Python avrai delle reminiscenze delle strutture fondamentali della programmazioni (strutture di controllo: if-else; strutture iterative: for, while, ...), e queste, in quanto valide per qualsiasi linguaggio, costituiranno una buona base sulla quale erigere il complesso edificio conoscitivo della programmazione ad oggetti e del framework Android.
Nel tuo messaggio non ho potuto fare a meno di leggere "umanistici" e "disoccupati": due termini che oggigiorno sembrano andare a braccetto. Umanisti? Ma che roba è? Latino, greco, filosofia, letteratura? Ma scherziamo! Qui in Italia o tutti ingegneri, medici e avvocati o non se ne fa nulla! Perdona questa digressione: è una mera espressione per esprimere la mia amarezza verso questa situazione degenerata, degenerante e sempre più irrecuperabile. Chi ti scrive è uno che ha scelto Filosofia ad Informatica all'univerisità: chi ha scelto, cioè, di valorizzare prima l'essere che l'essere qualcuno.
Buona fortuna.
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Grazie mille @Crotan per le tue parole di incoraggiamento
Per il discorso umanista disoccupato purtroppo è la realtà, ma anche ingegneri e avvocati da quel che vedo non se la passano molto meglio di questi tempi.
Ammetto che ho scelto un indirizzo umanistico per puro caso, non ne sono mai stata veramente convinta.
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Non dire mai in sede di colloquio che ti sei pentita delle scelte fatte.
Comunque oggi senza laurea non ci vai all'estero.
Il mercato del lavoro sta diventando sempre piu' selettivo, tutte le scienze tecniche si stanno convertendo all'automazione.
Comunque fino a 26 anni potresti tentare i concorsi per l'esercito e la marina.
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Originariamente inviato da
Meois
Per il discorso umanista disoccupato purtroppo è la realtà, ma anche ingegneri e avvocati da quel che vedo non se la passano molto meglio di questi tempi.
Vedi Meois, questo è un discorso che sovente sento dire, in specie sulla bocca degli umanisti che cercano di giustificare il perché della loro scelta mostrando perlopiù come anche gli altri laureati siano nelle loro medesime condizioni. Ebbene, è vero che la differenza fra un laureato in filosofia ed uno in ingegneria, quanto a possibilità effettive di lavoro, è simile, ma occorre tener presente che mentre l'ingegnere, o più in generale il laureato in materie scientifiche, ha la possibilità di trovare lavoro all'estero, ove è fortemente richiesto, lo stesso non vale per l'umanista, ammenoché non sia considerevolmente sopra la media. Inoltre, se le cose dovessero cambiare in Italia, un ingegnere avrebbe certamente più possibilità di un umanista. Questo è il punto: la situazione per i laureati in Lettere tende ad essere pressoché la stessa in qualsiasi momento; la situazione per i laureati in facoltà scientifiche, invece, ha la possibilità di tendere sempre verso il meglio, o comunque andando altrove senz'altro troverebbero un posto di lavoro pertinente ai loro studi.
Studiare per prostituirsi innanzi ai capitalisti nella speranza che gradiscano il percorso formativo affrontato non mi riguarda. Se poi vi fosse la fortuna di studiare ciò che piace e ciò che è al contempo socialmente utile, ben venga. Ma questo non è stato il mio caso; ciononostante, finora non me ne pento.
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Originariamente inviato da
ultrasound91
Il mercato del lavoro sta diventando sempre piu' selettivo, tutte le scienze tecniche si stanno convertendo all'automazione.
E con esse l'uomo e la sua vita. E' proprio in questo momento di rapida crescita che occorre riflettere e riscoprire le nobili facoltà del pensiero: l'evoluzione cui assistiamo oggi non riguarda l'uomo, per il quale si può e si deve parlare piuttosto di una involuzione (quanti sono in grado di ragionare in modo critico? quanti hanno interesse per il mondo che li attornia? quanti hanno ancora la capacità di sceverare le notizie false da quelle vere?), ma delle macchine e delle scienze.