
Originariamente inviato da
ditrebio
Ho trovato una discussione, aperta da Marbolmar, dal titolo "Sicurezza apps". Questa discussione è stata a mio avviso chiusa prematuramente, forse per la risposta dell'utente che l'aveva aperta ("Grazie per il contributo di tutti. Imtommy, non rimpiango l'iphone che continuo ad utilizzare, rimango dubbioso sulle autorizzazioni dell'app testata. Come suggerito da dreamer81 utilizzerò il cervello come antivirus senza farmi troppe s..e mentali come consigliato da Andromeda, ciao.").
Ritengo però che il dibattito che si stava delineando fosse di carattere generale e quindi di interesse comune a prescindere dal "passo e chiudo" di Marbolmar. D'altra parte questo, come più volte ribadito dai moderatori, non è un forum di assistenza, giusto?
Ora per entrare nel merito della discussione precedente (
https://www.androidiani.com/forum/sa...ezza-apps.html) trovo che sia un atteggiamento estremamente sbagliato quello di considerare, come ha fatto sostanzialmente Andromeda1968 (che peraltro ha la mia stima) che "vai tranquillo non ti fare queste se...e mentali....non c'e' bisogno di antivirus...scarica tranquillo dal market". O ade esempio come dice Diavolo78 "Vai scarica a manetta non ti preoccupare. Riguardo alla sicurezza al mondo d'oggi niente e`sicuro".
Le "seghe mentali" invece da un certo punto di vista sono necessarie perchè permettono di non abbassare mai la guardia. La privacy è un bene del quale in pochi siamo consapevoli e del quale purtroppo siamo costretti a sacrificare una larga parte per un contraltare di maggiore comodità nelle attività giornaliere. Questo però non significa lasciare la porta aperta di casa perchè "tanto ormai è questo il prezzo da pagare". Io pretendo di sapere cosa fanno le applicazioni con i miei dati personali e questo mi deve essere garantito in primis da un sistema operativo che non consenta alle stesse di agire al di fuori delle regole e di palesare obbligatoriamente gli accessi richiesti.
Non ho ad esempio la certezza, e questo mi fa uscire di testa, che le applicazioni dichiarino tutti gli accessi che utilizzano realmente.
Inoltre basterebbe che, almeno per le applicazioni che finiscono sul market, google obbligasse i produttori ad esplicitare non solo gli accessi richiesti ma anche le motivazioni che li rendono necessari. Ovviamente leggere i profili autorizzativi richiederebbe più tempo ma, a quel punto, si lascerebbe la responsabilità all'utente permettendo a quelli più accorti di valutare a ragion veduta se utilizzare o meno una applicazione.
Ciò che stiamo facendo con un uso eccessivamente disinvolto dei nostri dati personali con app e social network è fornire una enorme base dati a governi nazionali (e soprattutto extra nazionali) dei nostri collegamenti con le altre persone, base dati che nemmeno la Gestapo o la Stasi potevano anche solo desiderare.
Dio non voglia che un giorno la situazione politica o eventi esterni alla nostra nazione ci portino alla rivolta. Saremo tutti già schedati dall'intelligence e difficilmente potremo ripetere l'esperienza decisiva delle lotte partigiane durante la seconda guerra mondiale.
A quel punto avremo barattato la nostra libertà con qualche icona colorata e un po di cazzeggio on line e sarà troppo tardi per tornare indietro.