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Megaupload e Megavideo: i primi di una lunga serie

Dopo numerosi scioperi dovuti alle leggi statunitensi SOPA e PIPA compaiono negli le prime vittime: Megaupload e Megavideo sono chiusi. I siti risultano irraggiungibili e il fondatore è stato accusato di racket, violazione del copyright, riciclaggio, violazione del copyright (a causa distribuzione di video, immagini, audio e altro) per un totale di 500 milioni di dollari.

 

 

Le società accusate sono in realtà due: “Megaupload” e la più sconosciuta “Vestor” Quest’ultima veniva utilizzata da Kim Dotcom (conosciuto anche come “Kim Schmitz” e “Kim Tim Jim Vestor”), fondatore di Megaupload per controllare gli interessi sui siti affiliati a Megaupload.

Quattro dei sette componenti di Megaupload sono già stati arrestai in Nuova Zelanda, mancano all’appello Finn Batato, Mathias Ortmann, Bram van der Kolk.

I proprietari rischiano fino a 20 anni di carcere e sono accusati per 4 capi d’accusa differenti:

Il sito contata 150 milioni di membri registrati per un totale di 50 milioni di visite al giorno, portando Megaupload al 13° posto nella classifica dei siti più popolari al mondo occupando il 5% del traffico di internet.

l’F.B.I. ha dichiarato che Megaupload “promuoveva l’upload dei contenuti protetti più popolari per la distribuzione verso il maggior numero di utenti e scoraggiava l’utilizzo del sito come storage on-the-cloud legale, tramite pulizie dei contenuti non popolari“. Megaupload offriva inoltre ricompense agli utenti abbonati (che tra l’altro non riceveranno alcun rimborso) che reindirizzavano il maggior numero di utenti al sito, favorendo la nascita di migliaia di siti appositi per il linking di file protetti da copyright.

Ma le accuse non si esauriscono qui, un’altra infatti è stata formulata: una volta individuati i contenuti illegali, i proprietari degli stessi contattavano Megaupload il quale procedeva alla rimozione di un solo file delle centinaia o migliaia che componevano il materiale “rubato”. Così facendo gli utenti erano in grado di scaricare i file desiderati tramite i sopracitati siti di linking, incaricati di creare mirror per i singoli download.

Megaupload e Megavideo sono state le prime vittime delle nuove leggi americane, con tutta probabilità presto vedremmo chiusi tutti gli altri siti di freehosting illecito (Mediafire, 4Shared, Zippyshare, Hulkshare per citarne una minuscola parte), possiamo augurarci soltanto che siti come XDA e simili non chiudano e che in Italia non arrivino MAI queste leggi.

Vi lasciamo con un’immagine un po di satira che gira in questo momento su Facebook