I procuratori federali della Virginia, con l’accusa di violazione delle norme antipirateria, hanno così messo i sigilli ad uno dei più usati siti di file sharing.
Con Megaupload è stato oscurato anche il “fratello” Megavideo, usato da milioni di utenti ogni giorno.
Come riportato da The Associated Press, l’accusa è di più di 500 milioni di dollari per i mancati introiti causati dalla mancata vendita di film ed altri contenuti. Come riferito dal Washington Post inoltre il network Megaupload è il 13° sito più visitato al mondo, si può quindi immaginare come in poche ore sia divampata la protesta nel web. Su Twitter centinaia di migliaia di utenti stanno dicendo la loro e, con l’hastag #megaupload, anche l’Italia sta partecipando alle proteste. Il sito è di proprietà della Megaupload-Limited, società registrata ad Hong Kong, ed il fondatore Kim Schmitz, assieme ad altri tre dirigenti è stato arrestato.
La decisione è storica, le proteste sono già iniziate e rischiano di divampare in tutto il mondo, il dato certo è che il web da quest’oggi è un po’ meno libero.