Originariamente inviato da
mocassino
Guarda, ti dirò la mia esperienza con mestizia:
a febbraio 2012 io non sapevo nemmeno cosa fosse android.
A marzo-aprile acquistai un tablet usato (che poi mi fu rubato) ed iniziai a bazzicare i forum tematici, visto che l'unico modo per resistere alla tentazione di smontarlo e "vedere com'è fatto dentro" poteva solo essere rootarlo, moddarlo, farlo mio, per sempre solo e soltanto mio.
Tra gli altri forum, venni anche qua, mi rubarono il tablet e a luglio mi consolavo con l'S3 preso a rate: ancora non avevo mai messo una custom rom e il kernel per me era solo quello che cambiavo al linux4one che ho sul netbook.
Poi ad un certo punto venni pescato, non so come. Mi attirò Riccardo Polaris in un sordido locale, venni bendato, incappucciato e mi portarono via: venivo sballottato dentro a quello che mi sembrò un calesse (sentivo il galoppare ritmico di minimo due cavalli), mentre un impasto di odori di tabacco da fiuto, distillato scozzese e olio di hashish mi titillava le nari.
Poi mi fecero scendere e sentii i piedi affondare su un soffice manto erboso, come se fossimo in un campo da golf: l'odore del gelsomino pungeva nell'aria del crepuscolo, e potei percepire il passaggio dal chiuso all'aperto dopo un centinaio di metri di passeggiata.
Ancora incappucciato, avvertii il calpestio mio e dei miei rapitori (futuri Fratelli) su assi di legno del quale peraltro avvertivo l'odore: noce sul pavimento, olivo per il tavolo presso il quale mi fecero aspettare (lo riconobbi al tatto, nelle sue inconfondibili venature) e poi era inconfondibile l'odore del cirmolo del quale doveva essere fatta la credenza. "mobili dozzinali, a parte il tavolo" pensai, ricordandomi della facilità con il quale si lavora il cirmolo, ma la sua bassa resistenza agli elementi ed al lavorio del tempo.
Dopo un paio di minuti mi fecero passare, ancora bendato, ad un'altra stanza, dove invece si poteva distinguere l'odore delle stoffe e dei velluti pesanti, ma non v'era quasi la polvere che di solito caratterizza la presenza massiccia di questi materiali. Mi adagiarono su quello che doveva essere un letto di cuscini e piano piano iniziai ad avvertire delle delicate carezze alle membra: sia le mani che i piedi (che nel frattempo erano stati liberati dalla corazza delle scarpe) venivano lievemente e dolcemente accarezzati da mani tiepide e delicate, morbide, discrete, mentre la testa e le spalle erano deliziate dal massaggio di mani altrettanto morbide, ma un po' più risolute.
Il cervello umano non è in grado di decifrare troppi stimoli contemporaneamente (siamo multitasking fino ad un certo punto), questo infatti è il segreto di alcuni massaggi che vengono fatti ad otto o a dieci mani: mandare in tilt il sistema percettivo e far cadere il fortunato fruitore in un particolare stato di beatitudine sensoriale, sospeso tra la mancanza di sensibilità (troppi stimoli = nessuno stimolo) ed una diffusa, indefinibile sensazione di benessere che si propaga in ogni direzione di tutto il corpo, senza un punto di partenza o un punto di arrivo, ovvero con infiniti punti di partenza ed infiniti punti di arrivo.
Stetti così non so quanto tempo: privato della vista, bendato, con otto mani che si dedicavano completamente ai miei arti (o così mi sembrava: non distinguevo più nulla, non sapevo cosa mi toccava e dove) ed una che mi massaggiava il capo, spettinandomi i pensieri e spargendoli per la stanza.
Aprii gli occhi, non ero più bendato, ma ero completamente nudo, riscaldato da splendidi corpi femminili che giacevano semi-addormentati attorno e sopra di me: dovevo aver amato, dormito, essermi beato ed aver donato diletto, il tutto in uno stato di trance perfetto. Non avevo idea di quanto tempo fosse trascorso, ma la luce del sole spumeggiava nella stanza, riempiendo di gioia ogni drappo e tutte le nudità splendenti!
Intorno a me il Gran Consiglio, tutti sorridenti, tutti gaudenti, che mi sorrisero e all'unisono mi dissero "ben svegliato, Fratello!".
Poi si voltarono e si diressero nella sala da pranzo (quella dominata dal legno). Mentre si allontanarono, di spalle, JacocaJ mi disse senza voltarsi, con voce sospesa tra l'allegro, il beffardo e il cordiale: "sappi che tocca a te preparare la colazione eh, quindi vedi di alzarti!"
Saltellai nudo nella sala, verso la dispensa, pronto a dimostrare che sono un ottimo cuoco in ogni situazione.
Ecco, è così che si entra nella fratellanza. Devi aspettare che qualcuno venga a prenderti!