PERCHÈ NON SERVONO TANTI MEGAPIXEL - Ricordo ai patiti, quasi malati, dell’alta densità del sensore che, per una stampa ottimale, bastano 240 pixel per pollice; considerando che un pollice è pari a 2,54 cm possiamo affermare, con precisione matematica, che un sensore da 9,9 Mpx è in grado di stampare fotografie alla massima nitidezza richiesta fino ad un formato pari a 40 cm (3861/240 = 16,0875 pollici = 40,86 cm).
Considerando che i moderni programmi di fotoritocco riescono a interpolare le foto (cioè incrementare il numero dei pixel generandoli tramite algoritmi matematici) anche fino al 100%. Considerando, oltretutto, che la distanza di visione di una foto aumenta con l’aumentare dell’ingrandimento, arriviamo a teorie che asseriscono che per la produzione di poster è sufficiente una risoluzione di soli 100 px per pollice. Quindi una semplice macchina da 9,9 Mpx è in grado di produrre stampe fino a dimensioni con il lato lungo pari a 1 metro (senza interpolazione) e 2 o più metri (con interpolazione).
A cosa serve la continua corsa dei Megapixel intrapresa dalle case costruttrici? Ai professionisti serve per poter “croppare” l’immagine, cioè estrapolare piccole porzioni di fotogramma ed ottenere l’effetto d’ingrandimento possibile solo con obiettivi estremamente spinti e costosi. Per tutti gli altri, fotoamatori in primis, si ottiene solamente un file più pesante ed ingombrante. Le vere innovazioni sono da ricercare altrove, nella latitudine di posa, nella gestione dei colori, nella velocità operativa. La risoluzione è lo specchietto per allodole, facile da scrivere e facile da comprendere. Per chi si ricorda, qualche tempo fa la battaglia per i computer più potenti era espressa solo in MHz (megaherz), poi la tendenza è cambiata, ora la gente deve informarsi anche sulla scheda grafica, sulla mainboard e su tante altre cose che creano la qualità di un prodotto. - altra fonte