Come detto precedentemente, anche le versioni Android precedenti ad Ice Cream Sandwich godevano di una sorta di accelerazione hardware, grafica e rendering che hanno, a volte, deluso l’utente.
Negli Android precedenti i processi grafici, quali rendering di applicazioni e tanto altro, venivano svolti dalla CPU stessa, la quale a volte, qualora non fosse stata potente, avrebbe potuto rallentare il tempo d’esecuzione delle operazioni. Ciò in Ice cream Sandwich non accade perchè i processi vengono suddivisi, quelli che una volta venivano svolti solamente dalla CPU adesso sono eseguiti dalla GPU, in modo tale da liberare la CPU per operazioni molto più importanti.
Il peso di tutte le operazioni sul processore non si ripercuoteranno sull’elaborazione di dati e sul rendering dei software dei nostri smartphone o tablet se la CPU è sufficientemente veloce, per questo con Froyo o Gingerbread non sentivamo la mancanza dell’accelerazione hardware.
La divisione della gestione dei processi tra GPU e CPU, e così anche l’accelerazione hardware, è avvenuta per la prima volta in Android 3.0 Honeycomb, e nell’ultimo sistema operativo di Google ciò non è stato cambiato molto. Infatti è stata solamente aggiunta nelle impostazioni di default la possibilità che le applicazioni sviluppate recentemente abbiano automaticamente attivata l’accelerazione hardware.
In poche parole il vero cambiamento l’abbiamo avuto con Honeycomb ed in Ice Cream Sandwich abbiamo avuto solo un netto miglioramento di questa funzione che aumenta la fluidità e la velocità del sistema operativo, la quale non sarà un’esclusiva del Galaxy Nexus, ma sarà disponibile in molti altri smartphone che troviamo nei nostri mercati, solamente dopo l’aggiornamento al nuovo OS di Google.
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