In un “parere preliminare” la Commissione ha affermato che Motorola Mobility non ha in nessun modo cercato di negoziare il pagamento dei diritti a condizione eque, ragionevoli e non discriminatorie. I brevetti FRAND, per chi non lo sapesse, riguardano quelle tecnologie che, per legge (definite appunto essenziali), devono e possono essere utilizzate da tutti, pagando un certo quantitativo in diritti a coloro che hanno registrato il brevetto.
Questo il commento di Katie Colomba, portavoce di Motorola Mobility
Siamo d’accordo con la Commissione Europea che il provvedimento ingiuntivo dovrebbe essere emesso contro coloro che non vogliono offrire in licenza i brevetti essenziali, ma in questo caso Motorola Mobility ha seguito la procedura stabilita dalla Corte Suprema Tedesca.
Il vice-presidente della Commissione, Juaquin Almunia, invece la pensa diversamente:
La tutela della proprietà intellettuale è un elemento fondamentale per l’innovazione e la crescita, ma lo è anche la concorrenza. Penso che le aziende dovrebbero spendere il loro tempo nell’innovare e competere sui prodotti offerti, non abusando dei propri diritti di proprietà intellettuali per contrastare i concorrenti a scapito di innovazione e della scelta dei consumatori.
Ora la parola spetta a Motorola, il rischio è che la Commissione Europea possa comminare una multa pari al 10% dell’intero fatturato dell’azienda.