Se da un lato Android è completamente gratuito, ed i produttori che decidono di integrarlo nel proprio device non devono pagare assolutamente nulla, dall’altro troviamo le Google Apps, ovvero il pacchetto di applicazioni che include Google Play, le mappe, Youtube ed altre utility.
Google non permette ai produttori di adottare solamente Android senza le Google Apps, ma li costringe ad acquistare l‘intero pacchetto, impedendo quindi di installare su uno smartphone Android il Play Store abbinato ad un’app di mappe di terze parti o un software differente per l’accesso a YouTube.
Questa pratica è, secondo Microsoft e le altre aziende (riunite sotto il nome di Fairsearch Europe), un “cavallo di troia” che Google utilizza per monopolizzare il mercato del mondo mobile e della relativa pubblicità. Secondo le stime, l’azienda di Mountain View venderebbe la suite sottocosto, in questo modo l’offerta dei concorrenti (vedi Windows Phone) diventerebbe poco competitiva, ma sopratutto avrebbe in mano il 96% del mercato delle ricerche nel mondo mobile.
Ora la parola spetta all’Antitrust, in seguito alle prime indagini, arriverà anche la “sentenza”.