Terrorismo e chat criptate: è davvero colpa delle piattaforme di messaging?

30 Marzo 20176 commenti

In seguito al recente attacco terroristico avvenuto a Londra, gli ufficiali governativi di tutto il mondo hanno intensificato le richieste di backdoor per le app di messaging che utilizzano la crittografia end-to-end. A causa anche degli errori commessi dai giornalisti nel riportare le notizie, sono emersi dei dubbi su tali app, soprattutto dagli utenti Telegram.

COME SONO PROTETTI I DATI TELEGRAM?

Le chat segrete di Telegram utilizzano una crittografia end-to-end e questo vuol dire che nessuno (Telegram incluso) può decifrare i dati scambiati in una conversazione. Per proteggere i dati non crittografati, Telegram usa un’infrastruttura distribuita: i dati delle chat sono conservati in diversi data center sparsi per il globo, controllati da diverse entità giuridiche. Le chiavi di decrittazione sono divise in pezzi e non vengono mai tenute nello stesso posto dei dati che proteggono.

Grazie a queste strutture nessun governo può introdursi nei dati privati degli utenti. Tuttavia Telegram può essere obbligato a fornire i dati in casi davvero estremi, anche se al momento non sono stati forniti dati per nessun tipo di evento.

COSA FARE QUINDI CON I TERRORISTI?

Vediamo come i terroristi possono utilizzare le app di messaging e, cosa più importante, cosa possiamo fare per fermarli.

MESSAGGI PRIVATI

Molte persone temono che i terroristi possano usare messaggi criptati per organizzare e coordinare i propri attacchi. Ad un primo sguardo, la soluzione potrebbe semplicemente essere quella di eliminare le conversazioni criptate per fermare lo scambio di messaggi segreti tra i terroristi. La triste verità è che tale azione non funzionerebbe. I terroristi sono preparati ad affrontare innumerevoli disagi per assicurarsi l’efficacia delle loro comunicazioni e quindi delle loro azioni. Bloccare le app di messaging che utilizzano la crittografia end-to-end provocherebbe sostanzialmente 3 effetti:

Creare le proprie app: la tecnologia per creare conversazioni criptate è di dominio pubblico. Tutti possono crearsi la propria app con un minimo di dimestichezza, bypassando il Play Store ed installandola manualmente.

Usare linguaggi codificati: è possibile utilizzare qualsiasi tipo di canale, pubblico o privato, per diffondere messaggi di cui solo mittente e destinatario conoscono il significato. Usare messaggi in codice è un metodo tanto vecchio quanto efficace, anche se poco comodo.

Usare altri mezzi di comunicazione: per un utente comune non è accettabile comprare uno smartphone, fare una singola telefonata, scrivere un singolo messaggio e quindi buttare via il telefono. Questo però è esattamente il metodo utilizzato dai terroristi a Parigi per organizzare i propri attacchi.

Mentre i terroristi sono addestrati per affrontare tali evenienze, le persone normali no. Quindi eliminare le conversazioni criptate renderebbe semplicemente più semplice la sorveglianza di massa e l’esposizione dei propri dati ad hacker ed ufficiali governativi corrotti. Un’evenienza certo poco probabile, ma comunque possibile.

MESSAGGI PUBBLICI

Uno degli obiettivi dei terroristi è quello di diffondere il proprio messaggio e fare in modo che arrivi a quante più persone possibili. Per questo molte organizzazioni terroristiche hanno fatto uso di social network quali Facebook e Twitter per pubblicizzare i propri contenuti.

Telegram utilizza lo strumento dei Canali per diffondere messaggi pubblici a pubblici illimitati. I terroristi hanno cercato di approfittare di tale strumento ma Telegram, così come le altre piattaforme, ha preso i propri provvedimenti cercando e chiudendo i canali relativi al terrorismo.

Quello che rende possibile il terrorismo sono tanto i messaggi che vengono scambiati o le armi utilizzate: l’elemento fondamentale sono i media. Guardando ai numeri, le morti causate dal terrorismo sono di molto inferiori rispetto a quelle causate da cancro, incidenti stradali, infarti o addirittura cadute causate dal sapone sul pavimento.

Il compito dei terroristi è quindi  convincere che i loro atti di violenza sono molto più rilevanti di quello che sono in realtà: hanno bisogno di distorcere la percezione in modo da farci sentire minacciati da loro piuttosto che da ogni possibile causa di morte alla quale siamo effettivamente più esposti. Chi di voi facendo la doccia ha paura di cadere sul sapone e morire?

Purtroppo i mass media danno un’enorme rilevanza al fenomeno del terrorismo in quanto è un argomento che comunque genera introiti. Non parliamo delle notizie riportate dalle testate giornalistiche quanto piuttosto di tutto il chiacchiericcio mediatico che viene generato dai siti acchiappa click: questo purtroppo aiuta la diffusione del terrorismo.

COLPIRLI CON LA PAURA

Non dimentichiamo quindi che il terrorismo funziona e si nutre con la nostra paura. L’obiettivo è quello di farci sentire spaventati ed insicuri a casa nostra, nelle nostre città. Ma ci sono troppi di “noi” e troppo pochi di “loro” per rendere tali minacce realtà, nonostante gli atti disumani che vengono compiuti.

Così come il fuoco muore se manca l’ossigeno, il terrorismo smette di esistere se manca la paura.

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