Recensione Google Pixel 2 XL: semplicemente Android

11 Gennaio 20189 commenti

Google Pixel 2 XL è il primo ed unico smartphone della nuova serie Pixel ad arrivare ufficialmente anche sul mercato italiano a seguito del lancio del tanto atteso Assistente Google. Dopo un 2016 a bocca asciutta, finalmente anche in Italia possiamo godere del primo smartphone progettato interamente e internamente da Google e realizzato dal partner LG che resta tuttavia dietro le quinte. Come si comporta? Scopriamolo insieme.

Unboxing

La confezione di vendita di Google Pixel 2 XL è piuttosto semplice e mostra da subito il retro lo smartphone. Si nota immediatamente come Assistente Google sia un vero protagonista su questo smartphone in quanto è presente sia all’esterno della confezione sia all’interno nella plastica che avvolge lo smartphone.

Troviamo poi la classica manualistica nella quale si inserisce la spilletta per estrarre il carrellino della Nano SIM. Più sotto, è presente un adattatore da USB Tipo C a USB standard che ha funzione di trasferimento dati OTG (utile per copiare la configurazione da un altro dispositivo) o per ricaricare un altro smartphone. Sempre in tema di adattatori, essendo Pixel 2 XL sprovvisto di ingresso jack, è presente un adattatore da USB Type C a Jack da 3.5 mm: assenti gli auricolari (saranno acquistabili sul Play Store). Presente poi un cavo USB C/USB C da 1 metro e l’alimentatore con uscita 5V -> 3A / 9V -> 2A fino a 18 W.

Il dispositivo

Google Pixel 2 XL è uno smartphone in rapporto 18:9 ben ottimizzato per quanto riguarda le dimensioni che rimangono comunque generose dato il display da 6”; si parla infatti di 157,9 mm di lunghezza per 76,7 mm di larghezza e uno spessore di 7,9 mm per un totale di 175 grammi che non sono certamente pochi ma sono tuttavia perfettamente bilanciati e ben distribuiti facendo sembrare lo smartphone più leggere di quanto sia in realtà.

Parlando di materiali, Pixel 2 XL è costituito da una mono-scocca in metallo rivestita da una copertura in plastica ruvida piacevole al tatto che conferisce molto grip al dispositivo. Sul retro, la parte superiore dedicata al comparto fotografico è invece ricoperta in vetro come già visto (seppur non in Italia) sui Pixel dello scorso anno. Tutto ciò impedisce la ricarica wireless che tuttavia è già stata abbandonata da tempo da Google in quanto ritenuta non abbastanza rapida rispetto a quella tramite cavo USB di tipo C. Il corpo unibody consente inoltre di inserire una batteria da ben 3250 mAh e di guadagnare la certificazione IP67.

Nel dettaglio, sulla parte frontale troviamo un ampio display da 6 pollici in formato 18:9 che ha fatto tanto parlare di se si da subito e di cui parleremo anche noi cercando di dire la nostra nel paragrafo apposito. L’esperienza multimediale su Pixel 2 XL si completa poi con i due speaker stereo frontali che offrono un’ottima qualità dell’audio che risulta ben definito; guardare video su questo smartphone è davvero un piacere. Lo speaker superiore funge da capsula auricolare durante le chiamate mentre in quello inferiore è incorporato il primo microfono. Immancabile la classica “sensoristica” nella parte alta di fianco alla fotocamera frontale da 8 megapixel.

Nella parte inferiore è posizionata la porta USB Type C, in quella superiore il secondo microfono per la riduzione dei rumori di sottofondo. Sul lato destro è presente il bilanciere del volume poco sopra la metà e, ancora più in altro (forse un po’ troppo date le dimensioni dello smartphone) il pulsante di accensione che non presenza nessuna zigrinatura per essere facilmente individuabile. Sul lato sinistro lo slot per la Nano SIM. Non è prevista l’espansione della memoria.

Di seguito riepilogate le caratteristiche tecniche.

Rete
Tecnologia GSM / CDMA / HSPA / EVDO / LTE
Dispositivo
Dimensioni 157.9 x 76.7 x 7.9 mm (6.22 x 3.02 x 0.31 in)
Peso 175 g (6.17 oz)
Build Front glass, aluminum body, partial glass back
SIM Nano-SIM card & eSIM
– Certificazione IP68
– Resistente all’acqua fino a 1 metro per 30 minuti
Display
Tipo P-OLED
Dimensione 6.0 pollici, 92.6 cm2 (~76.4% screen-to-body ratio)
Risoluzione 1440 x 2880 pixel, 18:9 ratio (538 ppi)
Protezione Corning Gorilla Glass 5
– Always-on display
– 100% DCI-P3 coverage
Piattaforma
OS Android 8.0 (Oreo)
Chipset Qualcomm MSM8998 Snapdragon 835
CPU Octa-core (4×2.35 GHz Kryo & 4×1.9 GHz Kryo)
GPU Adreno 540
Memoria
SD No
Interna 64/128 GB, 4 GB RAM
Camera
Primaria 12.2 MP (f/1.8, 27mm, 1/2.6″, 1.4 µm, Dual Pixel PDAF), OIS, phase detection & laser autofocus, dual-LED flash, check quality
Video 2160p@30fps, 1080p@30/60/120fps, 720p@240fps, check quality
Secondaria 8 MP (f/2.4, 25mm, 1/3.2″, 1.4 µm), 1080p
Batteria
3520 mAh non rimovibile

Display

Sul Pixel 2 XL troviamo un unità pOLED da 6 pollici con risoluzione QHD+ e formato 18:9. Il display occupa quasi la totalità della parte frontale anche se, per lasciare spazio alle casse stereo, i bordi sono molto più grossi rispetto a terminali come il Galaxy S8. Ci sono state molte lamentele riguardanti lo schermo del Pixel 2 XL, sia per quanto riguarda i colori e la resa in generale, sia per quanto riguardo la tendenza al blu quando lo si inclina. Partendo dai colori, possiamo capire le lamentele, soprattutto se si è abituati a guardare schermi saturi come quelli dei Samsung. Questi sembrano “smorti” su questa unità, addirittura falsati. Ma la verità è che è semplicemente tarato alla perfezione sullo spazio colore sRGB (merito della gestione colori di Oreo). Basterà semplicemente un po’ di abitudine e ci si accorgerà che i colori sono semplicemente “come dovrebbero essere”, ovvero naturali. Per chi desidera colori più saturi, Google con un aggiornamento ha dato la possibilità di scegliere la modalità “intensi” che rende tutto più simile a quello che vediamo sui Galaxy. Inoltre, in futuro, saranno supportati altri spazi colore di default (sarà possibile scegliere il DCI-P3, ad esempio).

Per quanto riguarda la tendenza al blu, invece, Google pare abbia parzialmente ammesso le proprie colpe e, seppure in via non ufficiale, su alcuni forum alcuni nuovi acquirenti avrebbero ricevuto display sensibilmente migliori seppur il codice di revisione hardware sia rimasto lo stesso. Si tratta di un difetto piuttosto importante perché lo smartphone riproduce i colori perfettamente solo se visto perpendicolarmente: una leggera inclinazione inizia a far virare in maniera importante la tonalità verso il blu. Esempio molto pratico è quando il telefono è poggiato sulla scrivania e lo si accende. La tendenza al blu sugli AMOLED non è cosa nuova, ma su un telefono da quasi 1000 euro questo non ce lo si deve aspettare assolutamente.

Parlando invece di luminosità, non possiamo assolutamente lamentarci. In qualsiasi condizione è perfettamente visibile e il sensore di luminosità svolge alla perfezione il suo lavoro. Segnaliamo inoltre che anche se non è segnato nelle sue caratteristiche e non ha nessuna certificazione, il Pixel 2 XL può riprodurre contenuti HDR su YouTube. Il supporto è stato aggiunto via software e difficilmente altre app permetteranno la riproduzione di contenuti in questo formato (Netflix in primis) ed è un vero peccato: è una tecnologia che sta prendendo piede e in un device del genere ci si sarebbe aspettato ben altro. Non escludiamo che comunque in un futuro le cose possano cambiare, “tecnicamente” l’unità potrebbe essere certificata, vedremo.

E’ disponibile anche la funzionalità “Display Ambient“, ovvero l’always on display. Il consumo di batteria è bassissimo e ci permette di avere sempre sott’occhio le nostre notifiche, l’orario, e di riconoscere le canzoni che sentiremo in giro grazie alla funzione “Now Playing” che, vi assicuriamo, riconosce davvero qualsiasi traccia ci sia nell’ambiente, anche se a basso volume e in lontananza. Peccato non ci sia la possibilità di accedere immediatamente ad una cronologia dei riconoscimenti.

Fotocamera

Sul Google Pixel 2 XL troviamo una fotocamera posteriore da 12.2 Megapixel con tecnologia dual pixel e messa a fuoco laser. L’apertura è di f/1.8 mentre il sensore montato è il Sony IMX362 con stabilizzazione sia ottica che elettronica. Per la fotocamera frontale invece abbiamo un unità da 8 megapixel con apertura f/2.4.

Quando due fotocamere, semplicemente non servono.

La resa Google Pixel 2 XL nel comparto fotografico ha semplicemente dell’incredibile. Siamo di fonte (attualmente) al miglior telefono in questa categoria, senza se e senza ma. Gli scatti di questo smartphone in modalità automatica (punta e scatta), sono sempre ben definiti in ogni condizione di luce: anche nelle situazioni difficili il rumore è ridotto al minimo e il range dinamico è ottimo. Questo grazie anche all’algoritmo HDR+ di Google, che si attiva automaticamente, quando è necessario, e combina ben 10 scatti diversi per ottenere il risultato migliore. La stabilizzazione ottica fa il suo dovere ed è praticamente impossibile ottenere fotografie mosse. E’, naturalmente, possibile anche scattare foto panoramiche e Photo Sphere, la qualità rimane invariata. Ottima anche la fotocamera frontale, probabilmente anche lei la migliore nella sua categoria.

Avremmo però gradito la possibilità di avere la modalità manuale nella fotocamera ,senza ricorrere ad app di terze parti: infatti le impostazioni che possiamo modificare attualmente sono:

  • Timer
  • Foto in movimento (una specie di Live Photo)
  • Griglia
  • Temperatura colore
  • Flash
  • HDR (normalmente in automatico)

La mancanza di ulteriori impostazioni non ci ha permesso, ad esempio, di fare foto alle stelle che richiedono una lunga esposizione. Il Pixel 2 XL purtroppo con app di terze parti (che gestiscono le foto in maniera decisamente peggiore) può tenere aperto il diaframma per un massimo di 4 secondi, a differenza dei 10, 15 o 30 che possono offrire telefoni come il Galaxy S8 (10s) o il Huawei Mate Pro 10 (30s). E’ anche vero che, però, questo è un utilizzo “di nicchia”, e la maggior parte delle persone otterrà ottimi risultati lasciando tutto in manuale.

E’ anche presente la modalità “portrait” che permette di ottenere foto con il soggetto in primo piano in risalto e il resto sfocato, come è possibile su macchine fotografiche ben più costose. Pur non avendo due fotocamere per calcolare la distanza fra i soggetti, il Pixel 2 XL ci riesce grazie al machine learning, l’intelligenza artificiale e soprattutto la tecnologia Dual Pixel. I risultati sono sbalorditivi, il telefono riesce quasi sempre a scontornare alla perfezione il soggetto inquadrato, anche se non si tratta di un volto umano. Lo sfondo forse è leggermente troppo sfocato, ma l’effetto è veramente degno di nota. Consigliamo di togliere la modalità “migliora volto” perché tende ad agire un po’ troppo aggressivamente, rendendo il tutto più “finto”. E’ possibile scattare in questa modalità anche tramite la fotocamera frontale, e nonostante il sensore sia (sulla carta) più “scarso” i risultati sono altrettanto ottimi.

Passando alla modalità video, il Pixel 2 XL può arrivare a girare fino in 4K a 30fps. Se ci accontentiamo del Full HD (1080p) potremo raggiungere i 60 fps mentre per l’HD (720p) potremo raggiungere i 120 o 240 fps in slow motion. Anche in questo campo, lo smartphone è semplicemente fenomenale. In qualsiasi modalità le riprese sono fluide e ben definite, la gamma dinamica ottima e la messa a fuoco fulminea. Un plauso va fatto alla stabilizzazione ottica e digitale: è qualcosa di incredibile. L’unica pecca era la registrazione audio, scadente a causa di un bug che rendeva la riduzione del rumore troppo aggressiva: con la versione 8.1 è stato tutto risolto e ora non c’è più nulla di cui lamentarsi. Per un top di gamma del genere mi sarei aspettato i 4K a 60fps e i 1080p a 240fps, ma probabilmente sono limitazioni dell’attuale Snapdragon 835.

Un cenno anche alla modalità “Sticker AR” arrivata con Android 8.1: pur avendo soltanto una fotocamera e nessun sensore dedicato, il nostro Pixel è capace di proiettare modelli 3D nello spazio circostante. Dopo un breve movimento circolare (serve a scansionare l’ambiente) potremo fare apparire i personaggi di Stranger Things o Star Wars (e altri modelli) di fronte a noi, integrandosi e interagendo perfettamente con l’ambiente circostante. Non è una “killer feature” ma è una modalità che ci farà sicuramente divertire.

Un piccolo cenno ad una interessante funzionalità esclusiva di questo Google Pixel 2 XL: Google offre il salvataggio di video e foto a risoluzione originale illimitato fino al 15 Gennaio 2021. Per questo motivo, i contenuti verranno automaticamente eliminati dallo storage interno dopo 60 giorni e mantenuti esclusivamente in cloud.

A questo indirizzo trovate le immagini a risoluzione originale su Google Foto. All’interno della galleria trovate anche un video in cui viene messa a dura prova la stabilizzazione ottica e elettronica dell’immagine in un video.

Software

Google Pixel 2 XL, come ogni Nexus/Pixel che si rispetti, rappresenta l’eccellenza di Android 8.0 Oreo: nudo, così come mamma Google l’ha fatto.

Lo smartphone è l’unico dotato del nuovo Pixel Launcher, l’evoluzione del Google Launcher (Avvio Applicazioni Now, orribilmente tradotto in italiano) che troviamo comunemente sul Play Store e sui “vecchi” smartphone Nexus.

Le novità sono parecchie e tutte volte a migliorare sensibilmente l’utilizzo dello smartphone da parte dell’utente che, ha ora a disposizione molte più informazioni e funzionalità.

Partendo dalla schermata Home, il nuovo widget che incorpora Data e Meteo mostrerà nella parte superiore anche il prossimo evento presente nel calendario quando ci si avvicina all’orario impostato, molto comodo per tenere sempre sott’occhio gli appuntamenti imminenti.

Android 8.0 introduce inoltre il force touch senza force touch, vale a dire che tenendo premuto per qualche istante l’icona di un’applicazione (anche di terze parti) si avrà accesso alle principali funzionalità che essa può svolgere. Per esempio, se usate Outlook potrete visualizzare il calendario o scrivere una nuova email, su Google Keep potrete aggiungere rapidamente nuove note, su Telegram e Whatsapp vedrete gli ultimi messaggi ricevuti con la possibilità di inviarne uno nuovo e così via. Interessante anche la funzionalità che Google ha chiamato “Notification Dots”, ovvero dei pallini che compaiono sull’icona dell’applicazione (dello stessa tonalità del colore dell’icona, per la serie che anche l’occhio vuole la sua parte – ndr) per la quale si ha ricevuto una notifica; quest’ultima verrà visualizzata sottoforma di anteprima in una piccola tendina proprio sull’icona.

Molto utile anche l’introduzione del Pop Up Display che ci consente, per esempio, di visualizzare la navigazione di Google Maps in un piccolo riquadro, mentre continuiamo ad utilizzare liberamente lo smartphone o di guardare video su YouTube alla stessa maniera.

Semplificata anche l’area notifiche nell’apposita barra che è in grado, ora, di mostrare notifiche più compatte ed espandibili con semplici gesture, per ottimizzare al meglio lo spazio.

Facendo un passo indietro, torniamo un istante alla schermata di blocco dove l’anticipato Display Ambient è pensato alla perfezione. E’ possibile accedere alle notifiche direttamente dalla lockscreen e attivare il telefono con un semplice doppio tocco o toccando la notifica. Come anticipato, è possibile attivare la funzionalità Now Playing che mostrerà nell’Always On Display e nella barra delle notifiche la canzone che lo smartphone riconosce nell’ambiente in cui ci si trova. Il funzionamento è veramente impeccabile, riconosce decine e decine di canzoni anche nei posti più confusionari possibili e sempre con una velocità sorprendente: il tutto completamente offline. Google occupa un massimo di 500 MB sulla memoria interna dei suoi Pixel, per archiviare file che consentono il riconoscimento di decine di migliaia di canzoni. Questa libreria è diversa per ogni area e viene aggiornata settimanalmente per consentire un riconoscimento efficiente.

Ultimi ma non per importanza sono i nuovi sfondi animati presenti in esclusiva sui nuovi Pixel 2. Non sono di certo una novità, esistono da anni, ma la definizione delle immagini animate, la selezione delle stesse e la naturalezza dei movimenti sono degni di nota.

Assistente Google

All’inizio della nostra recensione abbiamo fatto riferimento ad una cosa molto importante, che va tenuta in considerazione: Pixel 2 XL è disponibile in Italia solo ed esclusivamente perché in corrispondenza del suo lancio è stato introdotto il nuovo Assistente Google in lingua italiana, senza di quello purtroppo non sarebbe stato possibile vederlo nel bel paese.

Assistente Google è una completa evoluzione di Google Now ed è disponibile, da circa metà novembre, su tutti gli smartphone Android più recenti, non è perciò un’esclusiva della serie Pixel per fortuna. Rispetto al vecchio sistema, il software è a tutti gli effetti un vero e proprio assistente con cui interagire in modo semi-naturale e a cui dare comandi complessi e “spezzettati”, andando a creare un vero e proprio discorso uomo/macchina. E parlando di macchina, non si può non citare nuovamente il Machine Learning e l’Intelligenza Artificiale che insieme rendono man mano sempre più naturale e “istruito” il nostro assistente.

Assistente Google è attivatile vocalmente, ma anche “strizzando” il telefono nella parte inferiore dei due bordi. Inizialmente sembrava una “stupidata”, ma l’ho usata più di quanto pensassi.

Non fa propriamente parte dell’Assistente Google ma, seppur un po’ di nascosto, anche Google Lens è sbarcato in Italia e, grazie agli algoritmi del Machine Learning di Big G , riesce a scansionare l’area che ci circonda e le foto scattate per individuarne, ad esempio, monumenti o negozi.

Made by Google

Come breve riflessione personale, penso a tutti quei produttori che stravolgono completamente l’interfaccia utente introducendo si funzionalità sicuramente utili, nuove e interessanti, ma andando a “rovinare” (passatemi il termine) quella che è la genuinità e velocità del sistema. Tra tante cose faccio per esempio riferimento all’attivazione di “OK Google” che alcuni produttori (per questioni software ma anche hardware, va specificato) non introducono a schermo spento ma solo a schermo acceso; o l’Always On display che alcuni hanno addirittura deciso di non inserire o inserire parzialmente. A volte lasciare le cose così come chi le ha pensate, le ha anche realizzate, non è una cattiva idea.

Durante l’anno ho la possibilità di provare molti dispositivi con le più diverse interfacce e funzionalità, ma quando arriva il momento dei Pixel, in passato dei Nexus, tiro sempre un sospiro di sollievo. Rimane l’amara domanda: “Chissà come riusciranno a rovinare Android i costruttori quest’anno?“.

Batteria

Sulla batteria di questo Google Pixel 2 XL c’è veramente poco da dire, viene gestita in modo ottimale sia dal software che dall’hardware: 3250 mAh si sentono tutti e, riescono a coprire senza pensieri un’intera giornata raggiungendo in certi casi anche le 5 ore di schermo acceso con email, social, chiamate e anche qualche minuto di gioco.

Rapida la ricarica tramite USB Type C e l’alimentatore che eroga 5V a 3.0A o 9V a 2.0A, tanta potenza per tanta resa.

Conclusione

Se è vero che l’attesa aumenta il desiderio, beh stavolta non siamo rimasti a bocca asciutta. Google ci ha fatto penare lo scorso anno evitando completamente l’Italia che non ha mai visto, in via ufficiale, sul proprio mercato la serie Pixel 2016/2017. Quest’anno invece grazie all’uscita di Google Assistant in Italiano, Google ci ha deliziato portandoci il meglio dell’hardware e soprattutto del software che è riuscita a concentrare in Pixel 2 XL, che ci è veramente tanto piaciuto soprattutto per fotocamera e batteria oltre che, ma è praticamente scontato, la fluidità del software. Promosso il display dopo l’aggiornamento, rimane qualche neo sull’affidabilità dei colori a schermo inclinato, ma non si può essere perfetti. Un neo grosso come una casa è ,invece, il prezzo: 989€, una versione, due colorazioni; anche su siti terzi non si abbassa di molto.

Google è tornata, o forse non è mai andata via, e lo ha fatto alla grande. Una volta i Nexus erano i telefoni per smanettoni, per sviluppatori, smartphone di media gamma che riuscivano a “mangiare” qualsiasi ROM cucinata, Recovery, Kernel e quant’altro. Con l’avanzare degli anni si sono evoluti diventando sempre più dei top di gamma ma l’aumento (costante e notevole) dei prezzi, non ha mai giustificato a tutti gli effetti il corrispettivo aumento della qualità e delle prestazioni dei dispositivi.

La serie Pixel, cambia tutto.

Con Pixel cambia tutto. La serie Pixel è una rinascita per Google e per il proprio smartphone. Se continuerà a sviluppare tutto internamente e ad applicare direttamente le proprie conoscenze sfruttando l’evolutissimo Machine Learning e l’intelligenza Artificiale, non ci sarà nessuno smartphone in grado di competere con così tanta potenza e praticità d’uso.

L’importante, cara Google, è mantenere la testa sulle spalle: a fare prezzi folli ci pensa già Apple.

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com