Il dispositivo dovrebbe disporre infatti di una docking station e di una unità esterna collegabile via wireless all’unità principale, ovvero un ampio touch screen che integra BT, wifi, e webcam.
La cosa interessante è però notare come, a prescindere dall’effettiva utilità di simili dispositivi, il mercato abbia già iniziato a prendere in considerazione le potenzialità del nuovo OS di Google, lasciando intravedere scenari affascinanti per il prossimo futuro.
Android richiede, come requisiti minimi, un processore ARM9 a 200mhz, e basta. Può utilizzare schermi di varie dimensioni, tastiere qwerty e non, ecc., ed è evidente come questo lo candidi come il più interessante OS per sistemi embedded in circolazione. Il kernel Linux su cui si basa pemetterebbe ai produttori HW di sviluppare driver specifici potendo poi contare su un OS che già oggi è in grado di soddisfare le esigenze più diverse.
Il futuro immaginato da Google, è di vedere il proprio Logo in bella mostra su miliardi di dispositivi in tutto il mondo. E, vedendo cosa sono riusciti a fare in questi anni, credo che anche stavolta riusciranno nell’intento.
A presto!
-littleG-