Ecco iOS 26 tra migliorie, critiche e somiglianze con Material 3

16 Settembre 2025Nessun commento

Apple ha rilasciato ufficialmente iOS 26, l’ultima versione del suo sistema operativo per iPhone e iPad. L’update è disponibile per tutti i possessori di iPhone 11, iPhone SE 2 e modelli successivi, e porta con sé una lunga serie di novità, a partire da un cambiamento estetico importante fino ad arrivare a funzioni pratiche legate alla produttività, alla comunicazione e all’intelligenza artificiale.

A saltare subito all’occhio è la scelta di Apple di passare direttamente da iOS 18 a iOS 26. Una decisione che non ha nulla a che fare con i salti tecnologici, ma con la volontà di uniformare la numerazione tra iOS, iPadOS, macOS, watchOS, tvOS e VisionOS, e al tempo stesso allineare il numero di versione all’anno di utilizzo principale, in questo caso il 2026.

L’aspetto più discusso è sicuramente  il nuovo design Liquid Glass, che introduce un look “vetroso” con elementi semitrasparenti, ispirato all’interfaccia di Vision Pro. Si tratta del più grande restyling visivo degli ultimi anni, che mira a rendere l’esperienza più moderna e coerente tra i diversi sistemi operativi Apple.

Apple ha rilasciato iOS 26 con il nuovo design Liquid Glass, un’interfaccia che porta trasparenze, sfocature e un look “vetroso” ispirato a Vision Pro.

Il paragone con Material 3 di Google è quasi inevitabile. Entrambi i linguaggi di design puntano su profondità, layering e superfici dinamiche: sfondi che reagiscono al contenuto, livelli sovrapposti, animazioni fluide e bordi arrotondati. Liquid Glass ricorda molto ciò che Android ha già fatto con Material You / Material 3 Expressive, dove la UI si adatta ai colori del wallpaper.
l restyling è il più radicale degli ultimi anni, ma come spesso accade quando si tocca l’estetica, le opinioni degli utenti sono tutt’altro che unanimi: diversi utenti si sono detti entusiasti del nuovo look, definendolo più moderno e leggero, e delle performance dei propri dispositivi.
D’altro canto, molti hanno lamentato difficoltà nella lettura dei testi su sfondi trasparenti, un’interfaccia troppo dispersiva, animazioni eccessive e (sui dispositivi meno recenti) un piccolo passo indietro lato fluidità e autonomia.

Sul piano funzionale, le novità sono tante e variegate. Tra le più attese c’è il call screening, che filtra le chiamate da numeri sconosciuti chiedendo al chiamante di dichiarare nome e motivo della chiamata: un sistema che permette di ridurre le interruzioni indesiderate e che rappresenta un passo avanti in termini di comodità quotidiana. A questo si affianca il call assist, utile quando si resta in attesa con un call center o un ristorante, e che segnala automaticamente il ritorno in linea dell’operatore, entrambe novità già viste su Android 16. 

Anche la parte multimediale riceve attenzione: la Fotocamera adotta l’interfaccia Liquid Glass con controlli più semplici e immediati, mentre Apple Music introduce la traduzione dei testi e nuove opzioni per la gestione delle playlist. Interessante anche il ritorno delle schede nella galleria Foto, che ripristina un’impostazione apprezzata da chi non aveva gradito la precedente organizzazione.

Non mancano aggiornamenti in ambito messaggistica, con l’app Messaggi che integra sfondi, sondaggi, filtri antispam migliorati e un flusso conversazionale più dinamico, avvicinandosi alle funzioni già viste da tempo su WhatsApp e Telegram. Anche l’app Giochi viene rivista, con uno spazio unico che raccoglie titoli, progressi, sfide e suggerimenti.

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, l’approccio di quest’anno è meno roboante rispetto al debutto di Apple Intelligence, ma arrivano comunque funzioni utili come la traduzione integrata in più lingue, anche in tempo reale su FaceTime e AirPods, e il nuovo sistema Highlight, simile al “Circle to Search” già visto su Android. Presente anche un miglioramento della Visual Intelligence, capace di riconoscere i contenuti sullo schermo e suggerire azioni contestuali.

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