Da qualche settimana, sul web e, in particolare, sui social, sta spopolando la FaceApp mania, con milioni di persone, famose e non, che non vedono l’ora di postare una propria foto che li ritrae invecchiati di 50 anni. Fin qui tutto normale, una delle tante mode esplose in maniera incontrollata che finirà per scomparire definitivamente tra qualche settimana.
Da quando, però, è stato scoperto che la sopracitata app è stata sviluppata da un’azienda russa, sono sorte teorie complottistiche sulla vendita dei nostri dati, recuperati tramite le foto dei nostri volti, al governo russo, accendendo così vere e proprie discussioni sul tema della privacy che stanno coinvolgento (e preoccupando) anche alti esponenti del governo americano, nonostante le ripetute rassicurazioni da parte degli sviluppatori dell’app che hanno dichiarato di non avere rapporti con il governo russo.
Per porre fine a tutto ciò, uno dei principali fornitori di soluzioni di cybersecurity a livello globale, la Check Point Software Technologies, ha chiesto ai propri ricercatori esperti di analizzare l’applicazione e, dopo un controllo su autorizzazioni, accesso ai dati ed elaborazione delle immagini, è risultata completamente innocua.
L’app, dunque, sembra essere stata sviluppata normalmente, senza autorizzazioni strane, e fa solamente ciò per cui viene venduta al pubblico; inoltre, analizzando la privacy, è dichiarato che tutti i dati vengono caricati solamente sui loro server.