Google ed altri colossi chiedono di non considerare i brevetti astratti

11 Dicembre 201230 commenti

Le grandi battaglie legali degli ultimi anni che hanno popolato le home page di molti siti web italiani e stranieri hanno sempre suscitato un grande interesse negli utenti ma molte volte anche tanta rabbia. Quest’ultima è sicuramente figlia di tante strane decisioni prese dai tanti tribunali che hanno più volte preso in considerazione brevetti vaghi, non realmente imputabili ad una sola azienda, si vedano i tanti casi portati avanti da Apple per esempio. Proprio per questo Google ed altri colossi del mercato hanno richiesto che ciò non accada più.

Il colosso di Mountain View, accompagnato da tante altre grandi aziende come Dell, Facebook, Homeaway, Intuit, Rackspace, Red Hat e Zynga, ha presentato una richiesta alla corte statunitense: “non prendere in considerazione, e quindi confermare, brevetti che contengono elementi volutamente astratti”.

Ecco un particolare estratto della richiesta ufficiale di Google & Co.:

“Many computer-related patent claims just describe an abstract idea at a high level of generality and say to perform it on a computer or over the Internet. Such barebones claims grant exclusive rights over the abstract idea itself, with no limit on how the idea is implemented. Granting patent protection for such claims would impair, not promote, innovation by conferring exclusive rights on those who have not meaningfully innovated, and thereby penalizing those that do later innovate by blocking or taxing their applications of the abstract idea.”

Ciò che diciamo ormai da anni:

“Garantire la protezione con un brevetto per tali richieste comprometterebbe, non promuoverebbe, l’innovazione conferendo diritti esclusivi a coloro che non hanno significativamente innovato, penalizzando coloro che innoveranno, bloccando o tassando la loro applicazione di quell’idea astratta.”

Per la prima volta Google ha dato voce a tutti i nostri pensieri aiutato da altri grandi società, non per niente tra di esse non figurano Apple e Microsoft, che magari potrebbero presto risentirne da questa richiesta esplicita.

Potrete anche leggere l’intero documento tramite il seguente link:

Facebook Google Amicus Brief

Cosa ne pensate?

 

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