Il colosso di Mountain View, accompagnato da tante altre grandi aziende come Dell, Facebook, Homeaway, Intuit, Rackspace, Red Hat e Zynga, ha presentato una richiesta alla corte statunitense: “non prendere in considerazione, e quindi confermare, brevetti che contengono elementi volutamente astratti”.
Ecco un particolare estratto della richiesta ufficiale di Google & Co.:
“Many computer-related patent claims just describe an abstract idea at a high level of generality and say to perform it on a computer or over the Internet. Such barebones claims grant exclusive rights over the abstract idea itself, with no limit on how the idea is implemented. Granting patent protection for such claims would impair, not promote, innovation by conferring exclusive rights on those who have not meaningfully innovated, and thereby penalizing those that do later innovate by blocking or taxing their applications of the abstract idea.”
Ciò che diciamo ormai da anni:
“Garantire la protezione con un brevetto per tali richieste comprometterebbe, non promuoverebbe, l’innovazione conferendo diritti esclusivi a coloro che non hanno significativamente innovato, penalizzando coloro che innoveranno, bloccando o tassando la loro applicazione di quell’idea astratta.”
Per la prima volta Google ha dato voce a tutti i nostri pensieri aiutato da altri grandi società, non per niente tra di esse non figurano Apple e Microsoft, che magari potrebbero presto risentirne da questa richiesta esplicita.
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