I colori scelti vogliono richiamare l’acqua che scorre nelle sorgenti di Pamukkale, in Turchia, mentre la scocca posteriore è realizzata grazie alla tecnologia ECMF (Electronic Color, Material and Finish). Quest’ultima consiste in una pellicola in vetro con l’aggiunta di ossido di metallo, in grado di far cambiare colore al vetro da blu scuro ad argento chiaro.
Abbiamo poi la tecnologia mmWave, che permette al dispositivo di percepire, visualizzare, localizzare e tracciare gli oggetti circostanti grazie alla sua capacità di ricevere ed inviare onde elettromagnetiche.
Combinando le due è possibile, continua l’azienda, sviluppare nuove modalità di interazione con il proprio smartphone; un esempio è rappresentato dalle notifiche touchless, capaci di avviare un lampeggìo ad esempio alla ricezione di una chiamata, che potrà essere accettata o rifiutata con un semplice gesto delle mani, ma si potrebbe anche trasformare lo smartphone in uno strumento di biofeedback. Ciò sarebbe possibile grazie alla tecnologia mmWave, in grado di rilevare la respirazione dell’utente e far cambiare colore al vetro sincronizzandosi con essa.
Il prototipo è stato sviluppato da un team di 39 designer dislocati dalla Cina agli USA passando per l’India, noto come OnePlus Gaudì. OnePlus cambierà per sempre il modo in cui interagiamo con il nostro smartphone? Sicuramente le premesse appaiono davvero interessanti.