LG G Flex: la recensione di Androidiani.com

29 Aprile 201455 commenti

Presentato ad Ottobre, LG G Flex non è il primo smartphone ad adottare un display curvo, ma il primo ad essere realmente flessibile. Dopo averlo provato per alcune settimane, possiamo finalmente presentarvelo con questa nostra recensione.

unboxing

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La confezione riprende le forme di G Flex essendo concava nella parte superiore, proprio come lo smartphone. Al suo interno troviamo, oltre alla tradizionale manualistica, un alimentatore da parete da 1.8A (lo stesso di LG G2), il cavo USB/Micro USB, la clip per aprire il vano della Micro SIM e ancora una volta i fantastici auricolari QuadBeat 2 di LG.

Il dispositivo

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LG G Flex, come anticipato, è il primo smartphone al mondo ad essere realmente flessibile; ora, non aspettatevi di poterlo piegare in due e mettere nel taschino della camicia, non è “pieghevole”, soltanto flessibile. Questa flessibilità (da cui deriva ovviamente il nome) è ottenuta grazie all’utilizzo di un particolare display in plastica denominato POLED (PlasticOLED) che è dunque in grado di piegarsi senza rompersi; il vetro non potrebbe ovviamente reagire allo stesso modo. L’utilizzo della plastica e un display OLED di queste dimensioni con una così bassa risoluzione, penalizza tuttavia la qualità dell’immagine di cui parleremo più avanti. Come ci è stato spiegato in occasione del Mobile World Congress, G Flex non è fatto per essere flesso continuamente e volutamente, ma per resistere ad un eventuale pressione esercitata su di esso ed uscirne illeso. Le prime volte ci giocherete molto e sfiderete la sorte, ma dopo qualche giorno ci farete l’abitudine e la smania di piegarlo vi passerà, ve lo assicuro.

La parte frontale è occupata dall’anticipato display POLED da 6 pollici con una risoluzione HD (solo 245 ppi) con tasti a schermo. Più in alto troviamo lo speaker per le chiamate, la fotocamera frontale da 2.1 megapixel, i sensori di prossimità e luminosità e, ultimo ma non per importanza, il LED RGB.

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Come per LG G2, anche in questo caso il lato destro è pulito, mentre sul destro troviamo l’alloggio per la Micro SIM.

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Il lato inferiore è occupato dalla porta Micro USB, l’uscita jack stereo da 3.5 mm e un primo microfono per le chiamate

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Sul lato superiore, invece, troviamo il secondo microfono per la riduzione dei rumori di sottofondo.

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La parte posteriore riprende il design pensato per il G2, con la fotocamera da 13 Megapixel, il flash LED, il bilanciere del volume e il pulsante per l’accensione. Questo pulsante ha una piccola ma interessante novità: se su LG G2 era circondato da un anello luminoso che fungeva da LED in determinate circostanze; ora è un intero LED RGB che pulsa in sincronia con quello frontale riprendendone i colori. Poco più a sinistra troviamo anche la porta infrarossi; in basso lo speaker mono che, grazie alla curvatura del dispositivo, non viene coperto dalla superficie di appoggio del terminale.

La particolarità della parte posteriore del G Flex è quella di essere auto rigenerante, vale a dire che in caso di graffi, la scocca si ricomporrà automaticamente andando ad eliminare lo sfregio. Per farlo utilizza un’apposita pellicola (si può notare da alcune di queste immagini) che, appunto, è in grado di ricostituirsi. Anche in questo caso non sfidate troppo la sorte: resiste ai graffi, non alle incisioni e ai tagli.

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Caratteristiche tecniche

Processore Qualcomm MSM8974 Snapdragon 800 Quad-core 2.26 GHz Krait 400
GPU Areno 330
RAM 2GB
Display POLED (Plastic Oled) da 6″ – Corning Gorilla Glass 2
Risoluzione 720x1080p (HD) – 245ppi
Fotocamera posteriore 13 Megapixel (4160×3120 pixel)
Fotocamera anteriore 2.1 Megapixel – Registra video in Full HD a 30 fps
Memoria interna 32GB non espandibili
Batteria 3500 mAh non removibile
Dimensioni 160.5 x 81.6 x 8.7 mm
Peso 177 g
Sistema Operativo Android 4.2.2
Specifiche NFC
WiFi a/b/g/n/ac
Micro SIM

Display

La novità principale che troviamo in G Flex, è sicuramente il display. Si tratta di un 6 pollici di tipo POLED (Plastic OLED) e dunque flessibile; se infatti provassimo a disassemblare il dispositivo, ci ritroveremmo in mano un sottile schermo pieghevole e praticamente indistruttibile. LG poteva limitarsi a questo (come Samsung con il suo Galaxy Round) ma ha deciso di andare oltre e rendere l’intero G Flex flessibile. Per farlo ha dovuto, come anticipato, dotarsi non ovviamente di un vetro ma, bensì, di plastica che, come tutti sappiamo, è abbastanza pieghevole. Dico “abbastanza” siccome è logico che se “si tira troppo la corda prima o poi si spezza”, quindi se proviamo a sfidare esageratamente la sorte ci ritroveremo con un telefono spezzato in due.

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Purtroppo però, non è tutto oro ciò che luccica. Trattandosi del primo display POLED mai montato su uno smartphone abbiamo riscontrato qualche pecca. Prima tra tutte: la risoluzione. un dispositivo 6 pollici con risoluzione HD è veramente troppo poco, ci aspettavamo almeno un Full HD e con un maggior numero di PPI (almeno un centinaio in più essendo solo 245). Questo comporta che le immagini non siano definite al massimo e, in certi casi, sgranino troppo.

Seconda pecca è dovuta alla tecnologia del display accoppiata con la plastica superiore. Quando si passa da un’immagine ad un altra, specialmente con cambi importanti di luce, rimane per qualche secondo impressa la precedente schermata, e questo non fa di certo piacere all’utente.

Tuttavia, questo non è per nulla legato al problema del Burn In tipico dei display a LED; ci siamo dunque informati direttamente da LG e abbiamo ricevuto la seguente ed esaustiva risposta:

Per emettere luce, un display OLED richiede che ci sia un flusso continuo di corrente attraverso i transistor che compongono il pixel. Questo processo genera calore, che di solito viene condotto e dissipato dal vetro che compone i pannelli OLED. Su GFlex, però, utilizziamo un pannello OLED in plastica per le caratteristiche di flessibilità e maggiore resistenza che offre. Il pannello in plastica ha circa un quarto della conduzione di calore se comparato ai display con superficie in vetro, il che potrebbe provocare – in caso di aree particolarmente luminose – una temporanea alterazione delle caratteristiche del transistor a causa dell’emissione più lenta del calore.
Tale caratteristica potrebbe quindi portare alla visualizzazione di immagini residue, che tipicamente si manifestano quando si cambia l’immagine visualizzata sul display. In ogni caso, si tratta di un fenomeno temporaneo e tende a scomparire velocemente con l’uso normale.
Teniamo a rassicurare i nostri utenti che questo fenomeno non è assimilabile a problemi di burn-in permanente o altri problemi che possano definitivamente compromettere la qualità di visione su G Flex.

Si tratta dunque della dissipazione del calore che, con l’utilizzo della plastica, è un quarto più lenta.

Fotocamera

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Il comparto fotografico di G Flex è del tutto simile a quello che troviamo su G2: il sensore, pur non essendo probabilmente lo stesso o comunque non avendone certezza, ha 13 Megapixel, come il predecessore. Per quanto riguarda il software non abbiamo notato nessuna modifica. L’unica differenza la troviamo spostandoci nel reparto video dove G Flex raggiunge l’Ultra HD (4K) mentre G2 si ferma al Full HD (60fps).

Tuttavia, registrare in 4K comporta un gran dispendio di memoria (e batteria) che non viene ripagato se non si dispone di un display che supporti tale risoluzione. Comunque sia, come da tradizione, abbiamo testato la registrazione in discoteca e siamo stati soddisfatti più che con il G2; non si raggiunge però la qualità di HTC One M8. I bassi purtroppo grattano e i medi sono troppo forti.

Anche qui dunque troviamo interessanti funzioni come:

  • Tracking Zoom: possibilità di effettuare lo zoom su una determinata zona in un video
  • Audio Zoom: consente di focalizzare il suono su un determinato punto facendo un tap sul display

httpvh://www.youtube.com/watch?v=kzl3lhBoYIc&HD=1

Bisogna ammettere però che guardare un video su un display curvo da 6 pollici offre un esperienza davvero fantastica che sarebbe perfetta con un paio di speaker stereo frontali e una maggiore risoluzione dello schermo.

La fotocamera purtroppo non è come ci aspettavamo, le foto sono qualitativamente peggior di quelle che troviamo su G2. I colori sono un po sbiaditi e le immagini risultano, in certi casi, sgranate.

Software

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G Flex viene venduto con a bordo la versione 4.2.2 Jelly Bean di Android, LG ha tuttavia da poco comunicato che l’aggiornamento a KitKat sarà reso disponibile a breve. L’interfaccia utente è del tutto simile a quella che abbiamo già visto e apprezzato su G2 con qualche piccolo e utile tweak; inoltre è stato realizzato un tema in stile Flat  denominato per l’occasione “Flex” che non ci è piaciuto per le icone quanto invece per la lockscreen nella quale potremo, inclinando il dispositivo, spostare una mezza Luna.
Sempre nella lockscreen abbiamo la possibilità, effettuando il gesto di “allargare l’immagine” (pinch out) con due dita, di accedere ad un particolare menu nel quale poter guardare rapidamente foto, video e YouTube in landscape sfruttando la curvatura del display. Questa funzione è racchiusa in un’applicazione denominata Quick Theater.

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Un’altra differenza, seppure minima, che abbiamo da subito notato rispetto al G2 è la colorazione dei menu che risultano neri o comunque molto scuri rispetto al bianco che trovavamo sul precedente modello.

Feature molto apprezzata è la possibilità di far scomparire, in qualsiasi applicazione, i tasti software (indietro, home e menu); questa funzione, unita all’immersive mode che avremo una volta ricevuto l’aggiornamento ad Android 4.4 KitKat (previsto, come anticipato, per i prossimi giorni) ci consentirà di sfruttare al 100% l’ampio display da 6 pollici.

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Come si può notare dall’immagine qui sopra, sulla destra è presente una freccia bianca; una volta premuta ricompariranno per alcuni secondi i tasto soft touch.

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I tasti soft touch possono poi essere spostati a destra e a sinistra con un semplice swype in modo da consentire l’utilizzo del terminale con una sola mano.

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L’unico difetto che abbiamo riscontrato non sappiamo se sia attribuibile al comparto software o se sia dovuto alla nuova tecnologia del display (che ricordiamo è un nuovo Plastic OLED curvo): la luminosità, se impostata al minimo, resta comunque troppo forte e, in ambienti bui come la camera da letto, la discoteca o altro, può dare fastidio.

Batteria

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Se il G2 con la sua batteria da 3000 mAh ci aveva stupito in termini di autonomia, il G Flex non è di certo da meno. Con 500 mAh in più ci garantisce una copertura di un giorno (da mattina a sera) abbondante con utilizzo veramente intenso e oltre 3 ore di schermo acceso. Siamo certi che con un utilizzo parsimonioso (non 3 account Twitter, 4 email, Facebook, Whatsapp ecc.. in push) si riesca a raggiungere due giornate piene senza problemi. Non sono al momento previste funzioni di risparmio estremo della batteria, con buone probabilità le vedremo sul prossimo G3 in modo da poter competere con i rivali Galaxy S 5 e HTC One M8.

Prezzi e disponibilità

LG G Flex è ufficialmente disponibile in Italia tramite l’operatore Vodafone a 899€, tuttavia potete trovarlo a molto (ma molto) meno.

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