Steve Wozniak e la “Bubble Phase” dell’Internet of Things

12 Giugno 201520 commenti

Wozniak torna alla riscossa. Il co-founder di Apple ha recentemente avvertito le aziende del fatto che, il mercato dell'Internet of Things, potrebbe essere nella sua "Bubble Phase", comparabile al bust del dot-com, risalente agli anni novanta.

Ormai non si può tralasciare l’ambito dell’Internet of Things, poiché nei prossimi mesi, almeno secondo le previsioni, il mercato andrà a convergere su queste nuove tecnologie. Ormai dovreste aver capito che l’argomento mi interessa parecchio, ed il motivo è che questo ambito così discusso, rappresenta (a parer mio) lo sviluppo dell’innovazione. Lasciando da parte gli aspetti puramente etici della questione, che mi spingerebbero a tirare fuori la storia dello stivale che calpesta un volto umano (capita la citazione?), vi è anche un notevole impatto economico che presto o tardi si farà sentire. Taluni però pensano che tutta questa “foga” sia soltanto passeggera.

Mentre parlava presso il Business Forum a Sydney, Australia, Wozniak ha detto: “Mi sento un po’ come in una bolla, perché c’è un ritmo secondo il quale gli esseri umani possono cambiare il modo in cui fanno le cose.” Ha quindi sottolineato il fatto che ci sono moltissime aziende che si stanno lanciando nel settore, ma che alcune di queste possono aver sovrastimato quella che è l’attrazione per gli oggetti quotidiani connessi costantemente ad internet.

Wozniak non è il solo a far notare questo sviluppo, difatti anche il vice presidente del reparto IoT di IBM, Paul Brody ha ribadito il concetto della fase bolla, e che molti dei dati che vengono attualmente accumulati su questi dispositivi sono inutili.

i grandi spingono e il mercato segue

Se si da uno sguardo a quelle che sono le previsioni per il futuro dell’IoT, è facile capire il perchè Google e Apple si siano impegnate nello sviluppo di smart home, connected car, tecnologie indossabili e pagamenti tramite smartphone. Cisco ritiene che entro il 2020, il numero di dispositivi connessi connessi in tutto il mondo, raddoppierà da 25 bilioni a 50. IDC, invece, prevede una crescita di mercato che passerà da 1.9 trilioni di dollari a ben 7.1, sempre entro il 2020.

Insomma, i Big spingono il mercato e questo li segue. Non c’è da stupirsi del fatto che, quando Google si muove in un nuovo settore (così come Apple), molto spesso scatena un misto di paura ed emozione che rilancia il mercato in breve tempo. L’esempio palese deriva dal reparto wearable. La velocità con cui le tecnologie indossabili stanno prendendo piede è strabiliante e allarmante allo stesso tempo.

una bolla non ancora formata?

Possiamo però affermare, senza commettere errori grossolani, che una vera e propria bolla non si è ancora formata. Perché vi sia una situazione simile, infatti, gli investitori dovrebbero sostenere attivamente il mercato, proprio come accadde per la dot-com bubble. Tutto questo, almeno per ora, non è accaduto.

La maggior parte dell’ “Hype” deriva dai media, o dai siti di crowdfunding. Le grandi aziende come Intel o IBM hanno lanciato un’unità dedicata all’Iot con un investimento sul lungo periodo, pertanto c’è ancora una buona fascia di sviluppo che si susseguirà nei prossimi mesi. Certo è che il mercato dell’IoT è in crescita e, proprio come in qualsiasi altro mercato, molte start-up speranzose, si schianteranno lungo la strada. 

Siete d’accordo? Fatecelo sapere nei commenti.

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