Telegram, a partire dal 2013, ha conosciuto una crescita esponenziale, arrivando a contare oltre 500 milioni di utenti attivi. Finora Durov ha sostenuto di tasca propria i costi necessari per far sopravvivere l’applicazione, che tuttavia sembrerebbe aver raggiunto una massa critica tale da richiedere investimenti per centinaia di milioni di dollari. A fronte di questa situazione le alternative sono due: vendere la compagnia, come è successo a Whatsapp alcuni anni fa, oppure iniziare a generare introiti.
Durov ha deciso di intraprendere la seconda strada, sostenendo di voler continuare a fare gli interessi dei propri utenti. L’applicazione resterà gratuita per tutti gli utenti, anche se i gruppi di lavoro ed i “power users” potranno attivare alcune funzionalità extra a pagamento.
Verranno anche introdotte delle pubblicità, ma solamente nei canali pubblici, per non rovinare l’esperienza utente nelle chat 1v1 o in quelle di gruppo. Telegram si doterà di una propria piattaforma di advertising, user friendly e, soprattutto, rispettosa della privacy di tutti gli utenti.
Queste novità, sostiene il padre di Telegram, non saranno affatto invasive, tanto che “a malapena gli utenti se ne accorgeranno”, ma permetteranno alla piattaforma di ripagare i costi dei server e di continuare a crescere, introducendo funzionalità sempre nuove nel corso degli anni a venire.