In un podcast David Pierce, autore di Wired che si è occupato di recensire i Google Pixel, ha spiegato di aver chiesto spiegazioni a riguardo direttamente a Google, che per tutta risposta ha dichiarato di non aver implementato l’impermeabilità nei suoi dispositivi per mancanza di tempo. Il ciclo di sviluppo dei Pixel infatti è stato più breve del solito, precisamente di nove mesi e una settimana dall’inizio del progetto al lancio, a detta di Google. Ciò è dovuto al cambio di rotta dell’azienda che ha abbandonato i suoi piani originari a fine 2015 per concentrarsi su questo nuovo corso, il quale ha però costretto le parti in causa (Google e HTC) a dover rinunciare a qualcosa in fase di progettazione per portare a termine il lavoro nei tempi stabiliti.
Il risultato di tanto faticare è sotto gli occhi di tutti ed è tuttora fonte di pareri molto contrastanti, in parte anche a causa del rating IP mancante. I Google Pixel infatti possono vantare la certificazione IP53 che li protegge da polvere e schizzi, ma sono appunto in molti a lamentare l’assenza un rating superiore che permetta di immergere il dispositivo senza subire danni così come è possibile fare con altri top di gamma del 2016. Chissà, forse (probabilmente) la nuova generazione di Pixel sarà water-resistant, ma per quest’anno sarà meglio stare attenti a non portarcelo sotto la doccia.
Se avete qualche domanda o dubbio riguardante i Google Pixel vi consigliamo di dare un’occhiata a questo articolo, nel quale cercheremo di rispondere a tutti i vostri quesiti sul nuovo smartphone #madebygoogle.