Nello specifico, il 2014 è stato l’anno di massima espansione del mercato dei tablet. Successivamente abbiamo assistito a un declino inarrestabile delle vendite, calate complessivamente del 40% tra il 2014 e il 2017, e sembra che questo trend negativo sia destinato a protrarsi nel tempo. Anzi, secondo Stephen Baker, vice presidente del gruppo NPD, i dati sarebbero stati anche più tragici se Amazon non fosse arrivata a offrire i suoi Fire a prezzi veramente stracciati (arrivando a toccare in alcune occasioni i 33$).
Ma quali sono le ragioni per cui i tablet non sono riusciti a fare breccia nei cuori degli utenti?
La risposta stringata è: non hanno nulla di unico da offrire.
Gestire le email, modificare documenti in mobilità, accedere ai social o giocare sono tutte attività che possono essere tranquillamente svolte con i nostri smartphone, grazie all’arrivo di dispositivi sempre più performanti e con schermi sempre più grandi. Smartphone per i quali già paghiamo un canone per la connessione dati, da sottoscrivere a parte per connetterci ad internet dal tablet. (vero, è possibile utilizzare il tethering, che tuttavia impatta negativamente sulla durata della batteria). Altro aspetto non da poco è rappresentato dal prezzo: quello dei dispositivi con schermi più grandi e hardware migliore, in diversi casi, si avvicina o addirittura supera quello di un personal computer.
L’unico vantaggio è rappresentato dal peso e dalle dimensioni più contenute rispetto ad un notebook. Tuttavia i produttori di PC portatili stanno sfornando dispositivi sempre più leggeri e compatti, che non sono particolarmente scomodi da trasportare e che, ovviamente, sono infinitamente superiori in termini di potenza e offrono una quantità molto maggiore di funzioni, senza dimenticare i convertibili con installato Windows, che possono rappresentare la scelta perfetta per chi non utilizza programmi molto avidi di risorse e il notebook proprio non se lo vuole portare dietro.
A riprova di quanto appena detto, vi propongo un sondaggio condotto da Deloitte: Ai 30.000 intervistati sono state presentate 15 diverse attività e gli è stato chiesto quale fosse il loro dispositivo preferito per svolgerle. Per nessuna di esse il tablet è stato ritenuto la scelta migliore.
Mi sembra poi doverosa una riflessione riguardante l’esperienza del nostro sistema operativo preferito in questo settore.
Google ha dimostrato di non aver mai creduto abbastanza nei tablet Android. Al flop di Honeycomb non è mai seguita una versione del robottino verde in grado di dare il meglio di sé su questo tipo di dispositivi, che hanno praticamente sempre offerto un’esperienza utente deludente: scarsa intuitività, multitasking inizialmente assente e successivamente lacunoso, nessuna ottimizzazione dell’interfaccia utente. L’impressione che almeno personalmente ho avuto è stata quella di non star tenendo in mano nulla di più di un telefono extra large.
Tanto di cappello, invece, ad Apple. In quel di Cupertino hanno saputo offrire ai propri utenti dei prodotti maturi, fluidi e perfettamente ottimizzati. Va inoltre applaudita la loro capacità di aggredire il mercato, differenziando la loro offerta con il lancio degli iPad mini, in modo da incontrare le esigenze di quel segmento di clientela che preferisce un formato più “tascabile, iniziando da subito a penetrare nel settore dell’educazione e, soprattutto, dando recentemente una significativa sforbiciata ai prezzi.
Qualora ne aveste voglia sarei felice di conoscere la vostra opinione sull’argomento: State leggendo questo articolo dal vostro smartphone/notebook/convertibile acquistato risparmiando i soldi necessari per un tablet, oppure lo ritenete indispensabile nella vostra vita quotidiana per qualche motivo in particolare?