Il 2018 era iniziato con una buona notizia per tutti gli utenti: la Commissione Bilancio del Senato aveva infatti disposto per tutti gli operatori lo stop della fatturazione ogni 28 giorni (che di fatto ci portava a pagare ogni anno una mensilità in più) per tornare a quella su base mensile.
Tuttavia si sa: fatta la legge, trovato l’inganno. Infatti gli operatori, per non perdere il maggior ricavo su cui oramai da tempo potevano fare affidamento, hanno deciso di aumentare i canoni mensili dell’8.6%, in modo da mantenere la nostra spesa annua invariata.
In seguito a ciò, in febbraio l’AGCM ha avviato un’istruttoria da cui è emerso come Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb (con quest’ultima dissociatasi nelle ultime ore) abbiano posto in essere un’intesa tramite Asstel per effettuare i rincari nello stesso periodo e in misura pressochè identica.
Per questo motivo, trattandosi di una pratica lesiva della concorrenza e degli interessi degli utenti, l’Antitrust ha sancito la sospensione cautelare di tali aumenti, motivandola come segue:
“al fine di evitare il prodursi, nelle more della conclusione del procedimento, di un danno grave e irreparabile per la concorrenza e, in ultima istanza, per i consumatori, l’Autorità ha adottato misure cautelari urgenti intimando agli operatori di sospendere l’attuazione dell’intesa oggetto di indagine e di definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti”.
Vedremo dunque quali saranno adesso le mosse dei vari operatori, che si vedranno costretti a competere tra di loro (come è giusto che sia) cercando di offrire ai propri utenti prezzi sempre più conveniente. E se dovesse rivelarsi vincente proprio la scelta di non praticare alcun aumento anche in seguito al ripristino della fatturazione ogni 30 giorni?